Sentenza Nº 21580 della Corte Suprema di Cassazione, 22-08-2019

Presiding JudgeLOMBARDO LUIGI GIOVANNI
ECLIECLI:IT:CASS:2019:21580CIV
Date22 Agosto 2019
Judgement Number21580
CourtSeconda Sezione (Corte Suprema di Cassazione di Italia)
Subject MatterCIVILE
SENTENZA
e_od 2)550
sul ricorso 16215-2015 proposto da:
SCEVOLA DANIELE, in proprio e nella qualità di presidente del
CONSORZIO IRRIGUO ROGGIA NUOVA, LUOTTO E FOLLA
MARANGOLE, rappresentato e difeso dall'Avvocato FRANCESCO
MAURICI e dall'Avvocato FABRIZIA MAURICI, presso il cui
studio a Pavia, via Roma 8, elettivamente domicilia per procura
speciale a margine del ricorso;
- ricorrenti -
contro
CHIVASSA DI GIOVANNI, rappresentato e difeso dall'Avvocato
LORIANA ZANUTTIGH e dall'Avvocato LUCA GIUSTI, presso il
cui studio a Roma, viale Angelico 92, elettivamente domicilia
per procura speciale a margine del controricorso
- con troricorrente -
avverso la sentenza n. 4251/2014 della CORTE D'APPELLO di
MILANO, depositata il 27/11/2014;
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Civile Sent. Sez. 2 Num. 21580 Anno 2019
Presidente: LOMBARDO LUIGI GIOVANNI
Relatore: DONGIACOMO GIUSEPPE
Data pubblicazione: 22/08/2019
Corte di Cassazione - copia non ufficiale
2
udita la relazione della causa svolta nell'udienza pubblica del
9/5/2019 dal Consigliere Dott. GIUSEPPE DONGIACOMO;
sentito il Pubblico Ministero, nella persona del Sostituto
Procuratore Generale della Repubblica, Dott. LUCIO CAPASSO,
il quale ha concluso per l'inammissibilità o il rigetto del ricorso;
sentito,
per
il
controricorrente,
l'Avvocato
LORIANA
ZANUTTIGH.
FATTI DI CAUSA
Il tribunale di Pavia, con sentenza del 3/5/2010, ha
accertato che Giovanni Chiavassa, titolare dell'azienda agricola
"Cascina Gaviola", con sede in Zerbolò (PV), ha il diritto di
ricevere, per l'irrigazione dei suoi terreni, un quantitativo di
acqua pari a 200 litri/secondo, da derivarsi dalla roggia
Padulenta attraverso il cavo Follino, ed ha dichiarato che il
Consorzio Irriguo Roggia Nuova, Luotto e Folla Marangole, a tal
fine convenuto in giudizio unitamente, tra gli altri, a Daniele
Scevola, suo presidente, non ha il diritto di opporvisi.
Il tribunale, inoltre, dopo aver dato atto che, nella
primavera del 2003, Daniele Scevola, nella duplice veste di
presidente del Consorzio e di comproprietario della vicina
"Cascina Limido", aveva impedito l'erogazione dell'acqua dovuta
alla "Cascina Gaviola", ha condannato lo Scevola ed il
Consorzio, in solido tra loro, al risarcimento dei danni
conseguentemente arrecati alla coltura del riso ivi praticata, che
ha liquidato, all'esito di consulenza tecnica d'ufficio, nella
somma di €. 14.844,00, oltre interessi e rivalutazione.
Daniele Scevola, in proprio e nella qualità di presidente del
Consorzio, con atto notificato il 18/6/2011, ha proposto appello
avverso tale sentenza, denunciandone l'erroneità, tra l'altro,
per: - non avere rilevato che la scrittura privata del 9/4/1976,
con la quale era stato regolamentato l'esercizio del diritto di
Ric. 2015 n. 16215, Sez. 2 - PU del 9 maggio 2019
Corte di Cassazione - copia non ufficiale

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