Sentenza Nº 16533 della Corte Suprema di Cassazione, 16-04-2019

Presiding JudgeTARDIO ANGELA
ECLIECLI:IT:CASS:2019:16533PEN
Date16 Aprile 2019
Judgement Number16533
CourtPrima Sezione (Corte Suprema di Cassazione di Italia)
Subject MatterPENALE
SENTENZA
sui ricorsi proposto da
Procuratore generale presso la Corte di appello di Roma,
nonché dalle parti civili
Vitaletti Valentina, nata a Roma il 10/02/1978,
Colella Giorgio, nato a Velletri il 25/09/1953,
Colella Sergio, nato a Roma il 06/02/1976,
Catani Laura, nata a Roma il 02/03/1954;
nel procedimento a carico di
De Caro Vincenzo Francesco, nato a Tufara il 21/07/1949,
De Rosa Marco, nato a Roma il 17/06/1969,
Fedeli Stefano, nato a Roma il 16/07/1968,
avverso la sentenza del 21/03/2017 della Corte di assise di appello di Roma,
visti gli atti, il provvedimento impugnato e i ricorsi;
udita la relazione svolta dal consigliere Roberto Binenti;
sentito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale
Stefano Tocci, che ha concluso chiedendo l'annullamento con rinvio della
sentenza;
uditi i difensori delle parti civili, Avv. Alessandro Vannucci, Avv. Giovanni
Francesco Baffa e Avv. Peter Farrel, che si sono associati alla conclusione del
Pubblico Ministero, depositando richieste scritte e nota spese;
Penale Sent. Sez. 1 Num. 16533 Anno 2019
Presidente: TARDIO ANGELA
Relatore: BINENTI ROBERTO
Data Udienza: 15/02/2019
Corte di Cassazione - copia non ufficiale
sentiti gli Avv. ti Paolo Barone e Rolando Grossi per De Caro Vincenzo
Francesco, l'Avv. Michele Maimone per Fedeli Stefano e l'Avv. Aldo Minghelli per
De Rosa Marco, che hanno concluso tutti per l'inammissibilità dei ricorsi.
RITENUTO IN FATTO
1.
La Corte di assise di appello di Roma, con la sentenza indicata in epigrafe,
in riforma di quella resa dalla Corte di assise di Roma il 9 dicembre 2015,
assolveva per non aver commesso il fatto Vincenzo Francesco De Caro, Marco De
Rosa e Stefano Fedeli dal reato di omicidio premeditato in danno di Giuliano
Colella e da quelli connessi di detenzione e porto illegale di una pistola.
2.
Giuliano Colella, alle ore 19,54 circa del 27 marzo 2014 in Roma, mentre
si trovava appena fuori dalla sua auto parcheggiata in un piazzale in via di Rocca
Cencia, venne raggiunto a piedi da un uomo che gli esplose contro otto colpi di
pistola calibro 7,65 provocandone la morte e subito dopo si allontanò a bordo di
un'altra auto rimasta ferma in quel piazzale con almeno un altro complice.
La motivazione della decisione di assoluzione esposta dalla Corte di secondo
grado passava preliminarmente in rassegna i principali elementi individuati a
fondamento dell'affermazione della responsabilità intervenuta in primo grado.
I Giudici distrettuali illustravano che il giorno dell'omicidio alle ore 19,14 la
vittima, con un messaggio inviato da casa dal suo cellulare all'utenza di De Caro,
aveva comunicato: «io sono già libero ci vediamo lì sto partendo». Erano
sopraggiunte alle ore 19,54 circa due telefonate di Colella alla stessa utenza
senza risposta. Dalla lettura di tali dati si era desunto che Colella prima aveva
avvisato De Caro che si stava recando ad un appuntamento già fissato con lui e
poi, giunto nel luogo concordato individuabile nel piazzale in via di Rocco Cencia,
non vedendolo arrivare, aveva provato a contattarlo chiamandolo per due volte.
Nel frattempo, alle ore 19,17, l'utenza di De Caro aveva chiamato quella di
Fedeli; dopo il delitto, alle ore 20,13, era stata l'utenza di De Rosa a contattare
quella di De Caro. In occasione di tali chiamate, mentre l'utenza di De Caro
aveva agganciato celle lontane dal luogo dell'omicidio, quelle dei due coimputati
si erano collegate con celle situate a pochi chilometri da detto luogo. Si riteneva,
pertanto, che De Rosa e Fedeli si erano trovati in un certo momento in posizioni
compatibili rispetto ai movimenti da compiere per eseguire l'omicidio, con in
mezzo un intervallo di tempo in cui le loro utenze non registravano traffico. Le
citate telefonate fra gli imputati in tale contesto, dunque, avrebbero deposto per
l'esecuzione del delitto da parte di Fedeli e De Rosa su mandato di De Caro.
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Corte di Cassazione - copia non ufficiale

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