Sentenza Nº 16374 della Corte Suprema di Cassazione, 15-04-2019

Presiding JudgeCARCANO DOMENICO
ECLIECLI:IT:CASS:2019:16374PEN
Judgement Number16374
Date15 Aprile 2019
CourtPrima Sezione (Corte Suprema di Cassazione di Italia)
Subject MatterPENALE
SENTENZA
sul ricorso proposto da:
TALIA PASQUALE nato a MELITO DI PORTO SALVO il 12/10/1987
avverso la sentenza del 17/10/2017 della CORTE APPELLO di REGGIO CALABRIA
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere VINCENZO SIANI;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore SIMONE PERELLI
che ha concluso chiedendo %q
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Il Proc. Gen. conclude per l'inammissibilità del ricorso.
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E' presente l'avvocato GERVASI GIUSEPPE del foro di LOCRI che conclude riportandosi
ai motivi chiedendone l'accoglimento.
E' presente l'avvocato STAIANO SALVATORE del foro di CATANZARO che conclude per
l'annullamento della sentenza impugnata.
Penale Sent. Sez. 1 Num. 16374 Anno 2019
Presidente: CARCANO DOMENICO
Relatore: SIANI VINCENZO
Data Udienza: 30/10/2018
Corte di Cassazione - copia non ufficiale
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza resa il 17 ottobre 2017 - 15 gennaio 2018 la Corte di
appello di Reggio Calabria ha parzialmente riformato la sentenza emessa dal
Tribunale di Locri in data 12 maggio 2016 che aveva giudicato Pasquale Talia,
imputato del reato di tentato omicidio aggravato in danno di Giuseppe Crisafi,
per avere esploso contro di lui plurimi colpi di fucile cal. 12 che avevano attinto
Crisafi in varie parti del corpo (regione retronucale, avambraccio sinistro, regione
inguinale sinistra, coscia sinistra, spalla sinistra, regione sottoscapolare sinistra,
regioni lombare e glutea) che determinavano un emopneumotorace con focolaio
lacerocontusivo polmonare e il conseguente ricovero della vittima presso gli
Ospedali di Locri e poi di Catanzaro, nel rispettivo reparto Rianimazione, con
l'aggravante della premeditazione, e la recidiva reiterata, infraquinquennale, in
Caulonia, il 19 settembre 2013.
Il Tribunale aveva dichiarato Talia responsabile del reato ascrittogli
condannandolo alla pena di anni quattordici di reclusione, con interdizione
perpetua dai pubblici uffici e interdizione legale per l'intera durata della pena.
La sentenza di secondo grado, confermando nel resto le conclusioni
raggiunte da primo giudice, ha riformato la decisione resa dal Tribunale con
esclusivo riferimento al trattamento sanzionatorio riducendo la pena ad anni
tredici di reclusione.
A giustificazione delle sue conclusioni la Corte territoriale, recependo per la
parte conforme anche il ragionamento svolto dal Tribunale, ha annesso rilevanza
ai seguenti elementi: le risultanze delle riprese del sistema di videosorveglianza
ubicato al bivio tra Caulonia e Placanica; quelle dei tabulati del traffico
telefonico; gli esiti degli esami stub sulla superficie cutanea e sugli indumenti di
Talia, nonché sulla Fiat Panda nella sua disponibilità; gli accertamenti balistici
effettuati sul fucile e sui bossoli sequestrati; anche e
prima
di tutto, il movente
preponderante costituito dal risentimento nutrito dall'imputato per il fatto di
avere scoperto che la moglie aveva intrattenuto una relazione extraconiugale con
Crisafi, come corroborato dalle captazioni di conversazioni telefoniche e
ambientali, a fronte del quale Talia aveva fornito dichiarazioni contraddittorie e
poco credibili in relazione al momento in cui egli sarebbe venuto a conoscenza di
quella relazione; il concomitante tentativo dell'imputato di precostituirsi un alibi
per l'ora del fatto organizzando appositamente una battuta di caccia con il figlio.
I giudici di appello hanno, in particolare, confermato la valenza indiziaria:
delle riprese estratte dal sistema di videosorveglianza, ritenendo doversi
identificare la Fiat Panda dalle stesse effigiata - in orari compatibili con quello del
tentato omicidio - con la Fiat Panda in uso a Talia; dell'esito dell'analisi dei
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