Sentenza Nº 15284 della Corte Suprema di Cassazione, 08-04-2019

Presiding JudgeBONITO FRANCESCO MARIA SILVIO
ECLIECLI:IT:CASS:2019:15284PEN
Judgement Number15284
Date08 Aprile 2019
CourtPrima Sezione (Corte Suprema di Cassazione di Italia)
Subject MatterPENALE
SENTENZA
sul ricorso proposto da
Andreacchio Raffaele, nato a Guardavalle il 27/5/1978,
Andreacchio Raffaele, nato a Soverato il 23/11/1988,
Valente Vincenzo, nato a Guardavalle il 6/7/1985,
Sama' Domenico, nato a Guardavalle il 6/1/1953,
Andreacchío Maria, nata a Guardavalle il 16/9/1960,
avverso la sentenza del 30/6/2016 della Corte di appello di Firenze;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Carlo Renoldi;
udito il Pubblico ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale, Pietro
Gaeta, che ha concluso chiedendo l'annullamento con rinvio della sentenza
impugnata;
uditi, per tutti gli imputati, gli avv.ti Vincenzo Cicino, Sergio Callipari, Iacopo Gori,
che hanno concluso chiedendo raccoglimento dei ricorsi.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza in data 24/3/2011, i! Tribunale di Arezzo aveva condannato
Domenico Sama', Vincenzo Valente, Raffaele Andreacchio (classe '78), Raffaele
Andreacchio (classe '88) alla pena di 3 anni e 6 mesi di reclusione e di 800,00 euro
di multa, ritenuta la continuazione tra i reati di cui agli artt. 110, 112, comma 1,
n.
1, cod. pen., 12 e 14 della legge n. 497/75 e 23, commi 1 e 4 della legge n.
110/75, contestati ai capi B) e C) dell'imputazione, per avere portato in luogo
Penale Sent. Sez. 1 Num. 15284 Anno 2019
Presidente: BONITO FRANCESCO MARIA SILVIO
Relatore: RENOLDI CARLO
Data Udienza: 11/10/2018
Corte di Cassazione - copia non ufficiale
pubblico, in concorso tra loro, una pistola
Beretta 81,
calibro 7,65 con matricola
abrasa e per avere detenuto 23 cartucce, rinvenute nella
Volkswagen Golf
in uso
a Raffaele Andreacchio (classe '78); nonché la sola Maria Andreacchio alla pena di
3 anni e 9 mesi di reclusione per i reati contestati ai capi B) e C), come sopra
specificati, nonché per il reato, contestato al capo D), di minaccia aggravata in
danno di Francesco De Luca, Nadia De Luca, Salvatore De Luca, Caterina De Luca
e Orlando Albino Vecchie'. Con lo stesso provvedimento gli imputati erano stati
condannati al risarcimento dei danni in favore dei predetti soggetti, costituitisi
parti civili, con contestuale liquidazione di una provvisionale, immediatamente
esecutiva, dell'importo di 10.000,00 euro a favore di ciascuna di esse. Tutti e
cinque gli imputati erano stati, invece, assolti dal delitto di tentato omicidio in
danno di Orlando Albino Vecchie', di Salvatore De Luca e di Francesco De Luca,
contestato al capo A) dell'imputazione.
2. Avverso la predetta sentenza avevano proposto appello sia la Procura
generale presso la Corte di appello di Firenze, sia gli imputati; e la Corte
territoriale, con sentenza del 30/6/2016, in parziale riforma della pronuncia di
primo grado, diversamente qualificato il fatto contestato al capo A) ai sensi dell'art.
612, comma 2, cod. pen., aveva dichiarato non doversi procedere nei confronti
dei cinque imputati in ordine ai reati loro rispettivamente ascritti al capo A), come
diversamente qualificato, e ai capi C) e D) perché estinti per intervenuta
prescrizione; e aveva rideterminato la pena agli stessi inflitta, in relazione al
residuo reato contestato al capo B), in 3 anni e 6 mesi di reclusione e 800,00 di
multa per ciascuno, condannandoli, in solido, anche al risarcimento del danno in
favore delle summenzionate parti civili per il fatto di cui al capo A), come
diversamente qualificato, da liquidarsi in separata sede, con una provvisionale
immediatamente esecutiva pari a 10,000,00 euro in favore di ciascuna di esse;
con conferma, nel resto, delle precedenti statuizioni.
2.1. All'esito del doppio giudizio di merito, era stato accertato, attraverso
l'esame dei tabulati relativi alle utenze in uso agli imputati e dall'intercettazione di
alcune conversazioni telefoniche (v.
in fra),
che la mattina del 5/12/2008 vi era
stato un diverbio tra i coniugi Sama'-Andreacchio e alcuni componenti della
famiglia rivale dei De Luca, con cui i rapporti erano già deteriorati, nel corso del
quale Domenico Sama' era stato colpito da Francesco De Luca. A causa di tale
episodio, la moglie di Sama', Maria Andreacchio, aveva minacciato sia i De Luca
che Orlando Albino Vecchie', dicendo loro che avrebbe fatto pagare "ogni goccia di
sangue versata" dal marito, ammonendoli che la sua famiglia era legata alla
'ndrangheta
calabrese e minacciandoli che avrebbe fatto arrivare, per vendicarsi,
"una squadra" dalla Calabria.
Secondo la ricostruzione accolta dalle due sentenze, i coniugi Sama' avevano,
quindi, effettivamente organizzato una spedizione punitiva che aveva coinvolto il
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