Sentenza Nº 15258 della Corte Suprema di Cassazione, 18-05-2020

CourtQuarta Sezione (Corte Suprema di Cassazione di Italia)
Presiding JudgeDI SALVO EMANUELE
ECLIECLI:IT:CASS:2020:15258PEN
Date18 Maggio 2020
Judgement Number15258
Subject MatterPENALE
SENTENZA
sui ricorsi proposti da:
AGNELLO SANTI nato a CATANIA il 29/09/1963
ASERO VALENTINA nato a CATANIA il 29/03/1975
avverso la sentenza del 01/02/2019 della CORTE APPELLO di CATANIA
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere SALVATORE DOVERE;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore KATE TASSONE
che ha concluso chiedendo l'annullamento senza rinvio.
uditi i difensori:
Per le parti civili Scavone Luisa Alessandra e Scavone Lucia Daniela Maria, l'avv.
Siracusano Fabrizio del foro di Catania chiede l'inammissibilità del ricorso, deposita
conclusioni e nota spese. Per la parte civile Marletta Giovanni Antonino l'avv. Sorbello
Viola del foro di Catania chiede l'inammissibilità del ricorso, deposita conclusioni e nota
spese.
Per Agnello Santi l'avv. Antoci Giorgio Salvatore del foro di Catania chiede
l'accoglimento del ricorso. Per Asero Valentina l'avv. Antoci Alessandro Francesco del
foro di Catania chiede l'accoglimento del ricorso.
Penale Sent. Sez. 4 Num. 15258 Anno 2020
Presidente: DI SALVO EMANUELE
Relatore: DOVERE SALVATORE
Data Udienza: 11/02/2020
Corte di Cassazione - copia non ufficiale
RITENUTO IN FATTO
1.
Con la sentenza indicata in epigrafe la Corte di appello di Catania ha
confermato la pronuncia emessa dal Tribunale di Catania con la quale Agnello Santi
e Asero Valentina erano stati giudicati responsabili del reato di cui all'art. 589 cod.
pen., in relazione alla morte di Alfia Aurora Marletta, cagionata nelle rispettive
qualità di specialista radiologo e di medico di pronto soccorso, ed erano stati
condannati ciascuno alla pena di un anno di reclusione nonché al risarcimento del
danno in favore delle costituite parti civili (oltre ulteriori statuizioni accessorie). Il
coimputato Caputo Gabriele veniva invece assolto dal Tribunale e la pronuncia non
veniva appellata.
La Corte di appello, in particolare, ha negato che gli imputati fossero incorsi
in mera imperizia e che la loro colpa fosse stata di grado lieve, così escludendo
tanto l'applicazione dell'art. 3 della legge n. 189/2012 che dell'art. 590-sexies cod.
pen., introdotto dalla legge n. 24/2017; ha altresì negato le attenuanti generiche
e rigettato la richiesta di revoca della disposta provvisionale o di sospensione della
esecuzione della stessa.
2.
La vicenda che ha dato causa al presente procedimento ha avuto inizio il
25 maggio 2010, allorquando la signora Alfa Maria Marletta si presentò all'ospedale
Vittorio Emanuele di Catania e venne sottoposta a TAC cerebrale senza contrasto
da parte del medico radiologo Caputo Gabriele. Questi, secondo l'accertamento
condotto dal primo giudice, ometteva di diagnosticare una già presente emorragia
sub aracnoidea (ESA). Il giorno successivo la Marletta venne nuovamente
sottoposta a TAC su richiesta del Caputo; l'esame venne eseguito dall'Agnello, il
quale emise un referto del seguente tenore
"reperti tac odierni invariati rispetto ai
precedenti di ieri".
Dopo un periodo di degenza la Marletta venne dimessa il 5.6.2010, con
diagnosi di 'cefalea a frigore'. Il 30 giugno 2010 la donna si presentò al pronto
soccorso dell'ospedale Cannizzaro di Catania, lamentando sindrome vertiginosa
perdurante da circa un mese; venne visitata dalla Asero la quale, pur essendo a
conoscenza dell'avvenuta esecuzione di due esami TAC encefalo, omise di disporre
l'esecuzione di rachicentesi o di un nuovo esame TAC encefalo e dimise la paziente
con la diagnosi di sindrome vertiginosa. Nei giorni successivi le condizioni di salute
della Marletta subirono un peggioramento e il 13 luglio 2010 la donna decedette a
causa di un'emorragia subaracnoidea determinata dalla rottura di un aneurisma
intracra n ico.
Non essendo contestata la ricostruzione dei fatti, ivi compresa la significatività
delle due TAC eseguite il 25 ed il 26 maggio 2010 e la correlazione causale tra
l'omessa diagnosi e l'evento morte, la Codi appello ha approfondito il tema
Corte di Cassazione - copia non ufficiale

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