Sentenza Nº 14060 della Corte Suprema di Cassazione, 01-04-2019

• Presiding Judge: PRESTIPINO ANTONIO
• ECLI: ECLI:IT:CASS:2019:14060PEN
• Date: 01 Aprile 2019
• Judgement Number: 14060
• Court: Seconda Sezione (Corte Suprema di Cassazione di Italia)
• Subject Matter: PENALE

SENTENZA

sui ricorsi proposti da:

FERRARA DOMENICO nato a VILLARICCA il 13/02/1957

AMATO VITTORIO nato a VILLARICCA il 14/07/1965

RUOCCO ROCCO nato a VILLARICCA il 30/09/1965

RUOCCO GIUSEPPE nato a GIUGLIANO IN CAMPANIA il 12/02/1955

TAMBARO LUIGI nato a VILLARICCA il 12/06/1964

TAMBARO ALDO nato a NAPOLI il 04/04/1975

TAMBARO GIUSEPPE nato a VILLARICCA il 14/11/1962

avverso la sentenza del 14/06/2018 della CORTE di APPELLO di NAPOLI

visti gli atti, il provvedimento impugnato e i ricorsi;

udita la relazione svolta dal Consigliere Piero MESSINI D'AGOSTINI;

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Assunta

COCOMELLO, che ha concluso per il rigetto dei ricorsi proposti da Ferrara ed

Amato e per l'inammissibilità di tutti gli altri;

udito il difensore della parte civile avv. Civita DI RUSSO, che ha concluso per il

rigetto dei ricorsi;

uditi i difensori avv. Gustavo PANSINI per Domenico Ferrara, avv. Giovanni

PANSINI per Domenico Ferrara e, in sostituzione dell'avv. Giuseppe

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Penale Sent. Sez. 2 Num. 14060 Anno 2019

Presidente: PRESTIPINO ANTONIO

Relatore: MESSINI D'AGOSTINI PIERO

Data Udienza: 27/02/2019

Corte di Cassazione - copia non ufficiale

PELLEGRINO, per Giuseppe Ruocco, avv. Francesco FORMICOLA per Vittorio

Amato, avv. Domenico DE ROSA per Rocco Ruocco, avv. Salvatore SARRACINO

per Luigi Tambaro, Aldo Tambaro e Giuseppe Tambaro.

RITENUTO IN FATTO

1. Con sentenza emessa il 14/6/2018 la Corte di Appello di Napoli

confermava, in punto di responsabilità, la sentenza in data 23/11/2016 con la

quale il G.i.p. del Tribunale di Napoli, ad esito del giudizio abbreviato, aveva

riconosciuto Domenico Ferrara, Vittorio Amato, Rocco Ruocco, Giuseppe Ruocco,

Luigi Tambaro, Aldo Tambaro e Giuseppe Tambaro colpevoli di due tentate

estorsioni in concorso (capo A) nonché i soli Vittorio Amato e Rocco Ruocco

anche di una estorsione consumata in concorso (capo B), reati tutti aggravati

ex

art. 7 decreto-legge 13 maggio 1991, n. 152, convertito dalla legge 12 luglio

1991, n. 202.

In parziale riforma della decisione impugnata, il giudice di appello

riduceva le pene a tutti gli imputati, rideterminandole nei seguenti termini, a

seguito della riduzione dell'aumento di pena stabilito dal G.i.p. a titolo di

continuazione: quattro anni di reclusione e 800 euro di multa per Domenico

Ferrara, tre anni e otto mesi di reclusione e 800 euro di multa ciascuno per

Giuseppe Ruocco, Luigi Tambaro, Aldo Tannbaro e Giuseppe Tannbaro; sei anni di

reclusione e 1.200 euro di multa ciascuno per Vittorio Amato e Rocco Ruocco.

Secondo l'ipotesi accusatoria, recepita dai giudici di merito, tutti gli

imputati, con reiterate minacce, avevano richiesto ad Umberto Rispo, acquirente

al prezzo di 250.000 euro di un locale commerciale originariamente di proprietà

del padre dei fratelli Tambaro, di venderlo ad un prezzo doppio ad un terzo

soggetto dagli stessi indicato e di corrispondere loro la somma di 250.000 euro,

la stessa successivamente richiesta dopo che Rispo aveva dato in locazione

l'immobile.

La Corte territoriale, in relazione alle ipotesi di tentata estorsione,

contestate al capo A), riteneva che tutti gli imputati avessero offerto un apporto

causalmente rilevante: i tre fratelli Tambaro, già proprietari e poi conduttori del

capannone acquistato da Rispo, i quali per primi lo incontrarono e gli dissero che

l'immobile era "loro" e che nessuno l'avrebbe dovuto acquistare; i fratelli Ruocco,

intermediari fra il nipote Umberto Rispo e Domenico Ferrara, cui erano

strettamente legati, i quali non agirono affatto nell'esclusivo interesse del

congiunto; Vittorio Amato, emissario e portavoce del consuocero Ferrara,

imputato che rivestì un ruolo di primo piano nell'intera vicenda e fu il "vero

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