Sentenza Nº 13679 della Corte Suprema di Cassazione, 06-05-2020

Presiding JudgeTRONCI ANDREA
ECLIECLI:IT:CASS:2020:13679PEN
Date06 Maggio 2020
Judgement Number13679
CourtSesta Sezione (Corte Suprema di Cassazione di Italia)
Subject MatterPENALE
SENTENZA
Sui ricorsi proposti dal
dal Procuratore Generale presso la Corte di appello di Torino nei confronti di
Crea Adolfo, nato a Locri il 09/10/1971
Crea Aldo Cosimo, nato a Locri il 20/04/1974
Genovese Natale, nato a Barcellona Pozzo di Gotto (Me) l'01/08/1955
Mossucca Santo, nato a Melfi il 27/06/1966
Scavone Giuseppe, nato a Venaria Reale l'08/04/1977
nonché da
Crea Adolfo, nato a Locri il 09/10/1971
Arcadi Gianluca, nato a Siderno il 07/03/1978
Arcadi Silvestro, nato a Locri il 24/01/1974
Samà Antonio, nato a Locri il 27/01/1968
Covertino Mario, nato a Torino il 13/04/1964
Crea Aldo Cosimo, nato a Locri il 20/04/1974
Crea Luigi, nato a Soverato il 09/08/1994
Varsalona Paolo Andrea Gabriel, nato a Venaria Reale 1'01/09/1991
Fiorito Francesco, nato a Palermo il 29/08/1963
Lanzafame Antonio, nato a Torino il 6/12/1970
Spina Franco, nato a Torino il 24/12/1966
Penale Sent. Sez. 6 Num. 13679 Anno 2020
Presidente: TRONCI ANDREA
Relatore: SILVESTRI PIETRO
Data Udienza: 25/06/2019
Corte di Cassazione - copia non ufficiale
Pedullà Antonio, nato a Melito di Porto Salvo (RC) il 09/08/1970
Semeraro Giuseppe, nato a Carovigno (Brindisi) il 10/01/1972
La Rosa Damiano, nato a Nicotera (CZ) il 28/01/1961
Torcia Alessandro, nato a Locri il 7 marzo 1990
Vullo Andrea, nato a Venaria il 02/03/1994
Vullo Alessandro, nato a Torino il 14/10/1969
Torcia Alessandro, nato a Locri il 07/03/1990
Tropea Nicodemo, nato a Siderno il 07/03/1978
Crea Mario, nato a Locri il 14/01/1983
Rotundo Christian Alberto, nato a Torino il 30/11/1989;
avverso la sentenza emessa dalla Corte di appello di Torino il 17/07/20181
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere, Pietro Silvestri;
udito il Sostituto Procuratore Generale, dott.ssa Mariella De Masellis, che ha concluso, quanto
al ricorso proposto dal Procuratore Generale, chiedendo l'annullamento con rinvio della
sentenza in relazione al secondo motivo e il rigetto per il primo motivo, nonché il rigetto dei
ricorsi proposti da Crea Adolfo, Crea Aldo Cosimo e Crea Mario e l'inammissibilità di tutti gli
altri ricorsi;
udito l'avv. Lorenzo Pittaluga, difensore di Scavone Giuseppe, che ha concluso chiedendo la
conferma della sentenza impugnata;
uditi l'avv.ssa Roberta Rosabianca Succi, in sostituzione dell'avv. Francesco Vincenzo Antonio
Laratta, difensore di Arcadi Gianluca, l'avv. Flavio Campagna, difensore di Convertino Mario,
l'avv. Antonio Foti, difensore di Spina Franco, l'avv. Francesco Calabrese, difensore di Pedullà
Antonio, l'avv.ssa Daniela Maria Rossi, difensore di Crea Aldo Cosimo, l'avv. Giuseppe Del
Sorbo, in sostituzione dell'avv. Rocco Femia, difensore di Varsalona Paolo Andrea e di Tropea
Nicodemo, nonché in rappresentanza dei propri assistiti Crea Adolfo e Crea Luigi, l'avv.ssa
Eleonora Nicla Moiraghi, in sostituzione dell'avv. Stefano Gubernati, in difesa di Fiorito
Francesco, l'avv. Alfredo Antonio Arcorace, difensore di Torcia Alessandro, l'avv.ssa Caterina
Biafora, difensore di Arcadi Silvestro e di Sanflà Antonio, l'avv.ssa Maria Luigia Torna in difesa
di Lanzafame Antonio, che hanno tutti concluso chiedendo l'accoglimento dei rispettivi ricorsi e
l'annullamento della sentenza impugnata;
uditi gli avv. Francesco Bosco, difensore di Mossucca Santo, e Carlo Blengino, difensore di
Genovese Natale, che hanno concluso chiedendo il rigetto del ricorso del Procuratore Generale;
udito l'avv. Ronco Mauro, difensore di Crea Aldo Cosimo, che ha concluso chiedendo il rigetto
del ricorso del Procuratore Generale e l'accoglimento del proprio ricorso.
Corte di Cassazione - copia non ufficiale
RITENUTO IN FATTO
1.
La Corte di appello di Torino ha parzialmente riformato la sentenza, emessa all'esito del
giudizio abbreviato, nei confronti di Crea Adolfo e Crea Aldo Cosimo più altri numerosi imputati.
Il processo ha ad oggetto l'esistenza di un'associazione mafiosa, e, in particolare, di una
"articolazione della 'ndrangheta, attiva prevalentemente a Torino, resa nuovamente operativa
quantomeno a far data dal giugno 2014, collegata con strutture organizzative insediate in Calabria e
dotata di propria autonomia e capacità d'azione" (così l'imputazione che fa riferimento, quanto alla
data di commissione del reato, "da giugno 2014 a gennaio 2016").
Secondo la Corte di appello di Torino, l'associazione per cui si procede non sarebbe "nuova"
rispetto a quella per la quale alcuni degli odierni imputati hanno già riportato condanna definitiva nel
procedimento c.d. Minotauro; l'associazione in esame sarebbe una "replica" della precedente, voluta
dai "fratelli Crea già durante la loro detenzione in carcere: i fratelli Crea, rimessi in libertà,
avrebbero formato non un nuovo sodalizio, scisso ed autonomo da quello che durante la loro
carcerazione aveva continuato ad operare, ma ripreso il controllo delle attività, operando in
posizione apicale, ma sempre sotto l'egida del gruppo di cui avevano fatto parte sino al loro arresto,
avvenuto nell'ambito della operazione Minotauro" (pag. 55 sentenza impugnata); un fatto, tuttavia,
diverso dal precedente nella sua configurazione storico — naturalistica, nella dimensione soggettiva,
nelle attività illecite, nei suoi elementi essenziali e quanto alle circostanze di tempo e di persona.
Ne è derivato il riconoscimento della continuazione tra il reato associativo oggetto del presente
procedimento e quello di cui al procedimento Minotauro.
2.
Ha proposto ricorso per cassazione Crea Aldo Cosimo, articolando otto motivi.
2.1. Con il primo si lamenta violazione di legge, anche processuale, e vizio di motivazione quanto
al principio del ne bis in idem in relazione al reato associativo contestato al capo a).
2.2. Con il secondo motivo si lamenta violazione di legge, in relazione al principio del bis in idem,
e vizio di motivazione quanto al capo P) (estorsione aggravata ai danni di Nicolardi Massimo):
l'imputato, si sostiene, sarebbe stato già condannato per il medesimo fatto con sentenza del
19/04/2011 dalla Corte di appello di Torino, divenuta irrevocabile.
La sentenza impugnata sarebbe comunque viziata per avere fondato il giudizio di penale
responsabilità solo sulle dichiarazioni di Nicolardi, che, tuttavia, sarebbero discordanti da quelle del
collaboratore di giustizia Fiorito; su tale specifico aspetto la Corte non avrebbe motivato.
2.3. Con il terzo motivo si lamenta violazione di legge e vizio di motivazione quanto ai reati N)
(estorsione Lanzillo - Vecchio); R) (estorsione Muraca), S) (estorsione Nettis); T) (estorsione
Cascino), U) (estorsione Di Fato), El) (estorsione Correnti),
Pi)
(estorsione Piantadosi).
La Corte di appello avrebbe erroneamente ritenuto che le richieste di pagamento intimate da Crea
avrebbero integrato sempre una minaccia estorsiva, senza tuttavia considerare i casi in cui le
persone offese non avrebbero manifestato nessun timore, né una coartazione della volontà (in tal
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Corte di Cassazione - copia non ufficiale

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