Sentenza Nº 12417 della Corte Suprema di Cassazione, 17-04-2020

Presiding JudgeGALLO DOMENICO
ECLIECLI:IT:CASS:2020:12417PEN
Judgement Number12417
Date17 Aprile 2020
CourtSeconda Sezione (Corte Suprema di Cassazione di Italia)
Subject MatterPENALE
SENTENZA
sul ricorso proposto da:
SPADA MASSIMILIANO, nato a Roma il 27/11/1976,
SPADA MARIA DORA, nata a Roma il 3/1/1984,
MASSIMIANI MASSIMO, nato a Roma il 25/10/1983,
GRANATO MANUEL, nato a Roma il 13/10/1984,
MISERINO MIRKO, nato a Roma il 28/2/1978,
CIRILLO DAVIDE, nato a Roma il 15/2/1986,
SPADA OTTAVIO, nato a Roma il 15/9/1989,
avverso la sentenza del 21 dicembre 2018 della Corte di Appello di Roma;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed i ricorsi;
udita la relazione svolta dal Consigliere Massimo Perrotti;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore dott. Pietro Gaeta che
ha concluso chiedendo dichiararsi l'inammissibilità di tutti i ricorsi;
udito il difensore della parte civile Associazione Libera, avv. Giulio Vasaturo che -anche
in sostituzione degli avv. Alfredo Galasso (Associazione Caponnetto), Fausto Maria
Amato (Alilacco sos Impresa) e Luca Petrucci (Regione Lazio)-, nel condividere le
argomentazioni del pubblico ministero, ha depositato conclusioni scritte e nota spese;
Penale Sent. Sez. 2 Num. 12417 Anno 2020
Presidente: GALLO DOMENICO
Relatore: PERROTTI MASSIMO
Data Udienza: 30/03/2020
Corte di Cassazione - copia non ufficiale
uditi i difensori degli imputati:
- avv. Angelo Staniscia, anche in sostituzione dell'avv. Massimo Giuseppe Mercurelli,
che, in difesa di SPADA Ottavio, si è riportato ai motivi di ricorso;
avv. Valerio Vianello Accorretti e avv. Paolo Barone, entrambi in difesa di CIRILLO
Davide, che hanno illustrato i motivi di ricorso chiedendone l'accoglimento;
avv. Francesco Renzi, per Massimiliano e Maria Dora Spada, e anche in sostituzione
dell'avv. Antonello Madeo, per GRANATO Manuel e MISERINO Mirko, che ha illustrato
i motivi di ricorso chiedendone l'accoglimento;
avv. Mauro Marconi, nell'interesse di Massimo Massimiani, che ha illustrato i motivi
di ricorso, insistendo per l'accoglimento.
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Corte di Cassazione - copia non ufficiale
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza impugnata, la Corte di appello di Roma ha parzialmente riformato la
sentenza del tribunale capitolino, limitatamente alle statuizioni civili disposte
in favore di
Michael Cardoni e Tamara
Ianni, confermando tutti gli altri capi.
Come dettagliatamente esposto già nella sentenza di primo grado, i fatti scrutinati sono
emersi all'attenzione processuale in ragione delle denunzie sporte dagli offesi; tali fatti
sono poi confluiti in unico coacervo investigativo insieme alle indagini dirette a
individuare gli autori della cruenta intimidazione subita il 22 ottobre 2015 da Massimo
Cardoni (capo A della imputazione). Questi fu attinto agli arti inferiori (tessuti molli), in
pieno giorno, da due colpi d'arma da fuoco, mentre si trovava dinanzi al supermercato
Conad sito alla via Umberto Cagni di Ostia, riportando lesioni personali. L'azione
materiale fu consumata da un soggetto armato di pistola (successivamente identificato
per Granato Manuel) giunto a bordo di uno
scooter,
condotto da un ignoto.
A seguito dei collegati episodi di aperta e violenta sopraffazione, commessi fino al mese
di dicembre dello stesso anno, Michael Cardoni (figlio di quel Massimo offeso
nell'agguato del 22 ottobre), la madre (Anna Maria Gallaci) e la coniuge (Tamara Ianni)
attivarono un proficuo canale collaborativo con gli inquirenti, così consentendo
l'emersione di una costellazione di episodi di violenza e minaccia, finalizzati a costringere
le persone offese a versare somme di denaro, ad estrometterle dalle abitazioni di edilizia
residenziale pubblica abitate e a subire la sottrazione della energia elettrica fornita alla
loro abitazione; episodi questi collegati all'attentato subito da Massimo Cardoni, in
quanto tutti realizzati ostentando modalità mafiose e tutti, in diversa misura, sostenuti
dall'intento di manifestare e ribadire la supremazia sul territorio del Comune di Ostia
del gruppo criminale facente capo alla famiglia Spada.
In particolare, si contesta ai cugini Massimiliano e Maria Dora Spada di avere, in
concorso, costretto Anna Maria Gallaci ad abbandonare il proprio appartamento sito in
via Baffigo, per spostarsi in altro immobile sito in via Vasco De Gama; a Massimiliano
Spada e Massimo Massimiani si contesta di avere costretto la medesima Gallaci a
lasciare anche quest'ultimo locale, approfittando della circostanza che la stessa era
ricoverata presso una struttura sanitaria. Massimiliano e Maria Dora Spada sono inoltre
accusati di aver tentato, con minaccia, di costringere la coppia Ianni - Cardoni a cedere
loro energia elettrica per alimentare l'appartamento lasciato dalla Gallaci e da loro
occupato; infine (capo C) si contesta a Massimiliano e Ottavio Spada e Massimo
Massinniani di aver indotto, con violenza e minaccia, la coppia Ianni-Cardoni a lasciare
la loro casa di via Baffigo, ove Ottavio Spada intendeva trasferire il proprio domicilio.
La Corte di appello ha quindi confermato le responsabilità di:
Massimiliano Spada, quale mandante ed organizzatore logistico dell'episodio di natura
intimidatoria in danno di Massimo Cardoni; fatto da cui sono scaturite le imputazioni di
lesioni personali volontarie in concorso, porto di arma comune da sparo (in concorso)
contestate al capo A); di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso descritta al
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