Sentenza Nº 11958 della Corte Suprema di Cassazione, 10-04-2020

Presiding JudgeBRICCHETTI RENATO GIUSEPPE
ECLIECLI:IT:CASS:2020:11958PEN
Date10 Aprile 2020
Judgement Number11958
CourtQuarta Sezione (Corte Suprema di Cassazione di Italia)
Subject MatterPENALE
SENTENZA
sui ricorsi proposti da:
PALISI ARMANDO nato a LATINA il 13/01/1972 e
dal responsabile civile VIANELLO CLELIA legale rappresentante della CO.GE
.IM S.R.L.
nel procedimento contro PALISI ARMANDO nato a LATINA il 13/01/1972
e DEIAC SIMION nato a DRAGOMIRESTI (ROMANIA) il 11/04/1955
avverso la sentenza del 08/2/2019 della CORTE di APPELLO di ROMA
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
svolta la relazione dal Consigliere GABRIELLA CAPPELLO;
udito il Procuratore generale, in persona del Sostituto dott. TOMASO EPIDENDIO, il
quale ha concluso chiedendo l'annullamento senza rinvio.
L'Avv. Sinuhe LUCCONE del foro di LATINA, in difesa delle parti civili Francesca DI BIAGIO,
Fabio CASAGRANDE, Eugenio CASAGRANDE e Enrica CASAGRANDE, ha insistito per
il rigetto dei ricorsi, depositando conclusioni e nota spese; l'Avv. Sinuhe LUCCONE
del foro di LATINA, in sostituzione dell'Avv. DINA CARPENTIERI del foro di LATINA, come
da nomina a sostituto processuale ai sensi dell'art. 102 c.p.p. , depositata in
udienza, in difesa delle parti civili Angelo CASAGRANDE, Luca CASAGRANDE e
Assunta CASAGRANDE, ha depositato conclusioni e nota spese; l'Avv. Cesare
GAI del foro di ROMA, in difesa di Clelia VIANELLO legale rappresentante della
CO.GE.IM. S.r.l., in sostituzione dell'Avv. Alessandra MOCCHI del foro di ROMA, come
da nomina a sostituto processuale ai sensi dell'art. 102 c.p.p. , depositata in udienza,
ha insistito per l'accoglimento del ricorso; l'Avv. Urbano DEL BALZO del foro di ROMA, in
difesa di Armando PALISI ha insistito per l'accoglimento del ricorso; l'Avv. Nicola MADIA del
foro di ROMA, in difesa di Armando PALISI, ha insistito per l'accoglimento del ricorso.
Penale Sent. Sez. 4 Num. 11958 Anno 2020
Presidente: BRICCHETTI RENATO GIUSEPPE
Relatore: CAPPELLO GABRIELLA
Data Udienza: 13/02/2020
Corte di Cassazione - copia non ufficiale
Ritenuto in fatto
1.
Con sentenza in data 8 febbraio 2019, la Corte d'appello di Roma ha
riformato la pronuncia 17 ottobre 2011 del Tribunale della stessa città, appellata dalle
parti civili costituite nei confronti di PALISI Armando, DEIAC Simon e del responsabile
civile CO.GE.IM. S.r.l.; in particolare, ha condannato il PALISI, che era stato assolto
perchè il fatto non sussiste dal Tribunale, e la società (in solido con il DEIAC, condannato
in primo grado), al risarcimento dei danni morali e materiali dalle stesse patiti e al
pagamento di provvisionali.
In particolare, si era contestato al PALISI, nella qualità di capo cantiere della
CO.GE.IM. S.r.l., società committente (appaltatrice la EUROPA COSTRUZIONI S.r.l. del
citato DEIAC), il reato di cui all'art. 589 cod. pen., per avere cagionato la morte del
lavoratore dipendente della ditta appaltatrice, Renato CASAGRANDE, per colpa generica
e specifica, consistita nella violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul
lavoro, avendo consentito alla vittima di utilizzare un locale mansarda (di una delle
villette a schiera oggetto dell'opera edilizia in esecuzione) sul cui piano di calpestio si
trovava un'apertura (sulla quale avrebbe dovuto essere collocata la scala di
collegamento dei piani), priva di qualsivoglia protezione.
Da essa l'infortunato precipitava, riportando lesioni che ne cagionavano la
morte.
2.
Questa, in sintesi, la vicenda, descritta nella sentenza impugnata.
2.1. Il 6 ottobre del 2006, Renato CASAGRANDE era stato trovato cadavere
all'interno di una delle villette a schiera in corso di costruzione in un cantiere di via Venzi
a Roma, allestito per l'esecuzione di un contratto di appalto stipulato tra la CO.GE.IM. e
la EUROPA Costruzioni.
Dalla posizione del cadavere emergeva sin da subito che l'uomo era precipitato
dal piano mansarda attraverso l'apertura del solaio, priva di protezione.
Le prime dichiarazioni dei soggetti presenti in cantiere e gli esiti degli
accertamenti di polizia giudiziaria consentivano di stabilire che i lavori in corso non
riguardavano, in quel momento, detta unità abitativa, già completata allo stato grezzo.
L'accesso alla villetta A8 e alla mansarda, era possibile solo attraverso l'apertura
posta sul terrazzino di tale locale, raggiungibile a sua volta solo mediante il
posizionamento di una scala sul piano inclinato della falda, sulla quale si apriva il
terrazzino stesso.
2
Corte di Cassazione - copia non ufficiale

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