Sentenza Nº 11342 della Corte Suprema di Cassazione, 06-04-2020
Presiding Judge | MAZZEI ANTONELLA PATRIZIA |
ECLI | ECLI:IT:CASS:2020:11342PEN |
Date | 06 Aprile 2020 |
Judgement Number | 11342 |
Court | Prima Sezione (Corte Suprema di Cassazione di Italia) |
Subject Matter | PENALE |
SENTENZA
sui ricorsi proposti da:
DE MICCO SALVATORE nato a NAPOLI il 18/08/1985
VOLPICELLI GENNARO nato a NAPOLI il 23/12/1988
avverso la sentenza del 14/12/2018 della CORTE ASSISE APPELLO di NAPOLI
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere RAFFAELLO MAGI;
udito il Pubblico Ministero, in
persona del Sostituto Procuratore ASSUNTA COCOMELLO
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Il Proc. Gen. conclude per il rigetto dei ricorsi.
udito il difensore
L'avvocato DAVINO CLAUDIO conclude per l'accoglimento del ricorso.
Alle ore 13.10 l'udienza è sospesa per riprendere alle ore 14.17
L'avvocato SORRENTINO STEFANO conclude chiedendo l'annullamento con rinvio della
sentenza impugnata.
L'avvocato SENESE SAVERIO conclude chiedendo l'annullamento della sentenza
impugnata.
Penale Sent. Sez. 1 Num. 11342 Anno 2020
Presidente: MAZZEI ANTONELLA PATRIZIA
Relatore: MAGI RAFFAELLO
Data Udienza: 11/12/2019
Corte di Cassazione - copia non ufficiale
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza emessa in data 14 dicembre 2018, la Corte di Assise d'Appello di
Napoli - esclusa la sola aggravante della premeditazione - ha confermato, per il
resto, la decisione di primo grado emessa nei confronti di De Micco Salvatore e
Volpicelli Gennaro (Corte di Assise di Napoli del 19 dicembre 2017), con condanna
dei due imputati alla pena di anni trenta di reclusione (dato il
novum
circostanziale), in riferimento al delitto di omicidio commesso in danno di Innbimbo
Massimo il 6 dicembre 2011 ed ai reati connessi in tema di armi.
1.1. Quanto alla ricostruzione del fatto, va ricordato che la morte di Imbinnbo
Massimo avviene poco dopo la mezzanotte del 5 dicembre 2011, intorno alle ore
00.30 del 6 dicembre, a seguito della esplosione verso l'Imbimbo di più colpi di
arma da fuoco.
Il fatto si verifica nel quartiere Ponticelli, zona orientale della città di Napoli.
Imbimbo Massimo era ritenuto affiliato ad uno dei gruppi mafiosi della zona, il clan
De Martino- Circone- Perrella, e le modalità del fatto depongono per un omicidio
correlato a tale condizione, vissuta dalla vittima.
Nei due giudizi di merito si ritiene valida la tesi di accusa, secondo cui il conflitto di
maggior rilievo tra i gruppi mafiosi operanti - all'epoca - in zona, era quello insorto
tra il gruppo di De Martino, Circone, Perrella (gruppo cui viene ascritta la vittima)
ed il clan Cuccaro - De Micco.
In tale contesto si ritiene maturata la decisione di eliminare Imbimbo Massimo, da
parte di De Micco Salvatore e Volpicelli Gennaro (gli attuali ricorrenti, ritenuti
intranei al clan De Micco e per tale fatto condannati in separato giudizio), e ciò al
fine di riaffermare la supremazia territoriale del clan Cuccaro, 'cui erano collegati i
De Micco.
Quanto alle risultanze di generica, la decisione di secondo grado evidenzia in sintesi
che :
-
il cadavere di Imbimbo si trovava a terra, al centro della carreggiata (leggermente
sul lato destro) ed a breve distanza era presente, riverso sul fianco sinistro, il
ciclomotore a lui in uso;
-
sul luogo del delitto venivano rinvenuti sei bossoli calibro nove e un proiettile
intero;
-
le risultanze autoptiche evidenziano più fori di ingresso dei colpi, nel senso che
Imbinnbo venne colpito alla mano e braccio sinistro, al torace, al fianco sinistro, al
dorso, alla coscia destra. Il colpo al torace aveva trapassato il muscolo cardiaco.
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Corte di Cassazione - copia non ufficiale
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