Seconda prefazione

AutoreAntonio Incampo
Pagine13-14
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Seconda prefazione
C’è sempre vita dentro le cose, vita immobile e diveniente, co-
stante e mutevole, chiara ed oscura, calma ed ebbra, voluta e volente,
vita del tutto irresistibile, e che le superfici non possono ignorare re-
stando indifferenti. Anzi, è quasi inevitabile inseguirla per non bloc-
carsi nell’imbarazzante conflitto tra ciò che appare, il fenomeno, e ciò
che invece si nasconde, per poi ricomparire irrimediabilmente. Sì,
perché, come avverte Hegel, se è vero che l’essenza del fenomeno,
o di ciò che si manifesta, è l’“essenza”, è pure indubitabile che
l’essenza dell’essenza è il “fenomeno”, e dunque quel che vive
all’esterno. Insomma, le superfici non sono affatto superficiali.
La seconda edizione di questo volume, pubblicato per la prima
volta nel 2003 con un titolo che dava conto dei primi passi, nasce
animata dall’idea di vita nel mondo e dal bisogno ineccepibile di
rappresentarla. Che cos’è accaduto? Non sono cambiati i principî.
Come avrebbero avuto lo stesso nome? Perché chiamare “principî”
i principî, e “sostanza” la sostanza, quando le premesse non passa-
no più alle conclusioni, perché divenute logore e stantìe nel gioco
eterno della verità? L’incondizionato è prima e non dopo la lunga
serie di condizioni. Dunque, la tesi di fondo non è mutata: la ra-
gione giuridica è irriconoscibile se perde di vista l’universale e lo
smarrisce nella frantumazione infinita di tentazioni relativiste in-
torno al diritto. È cresciuto, però, il linguaggio. Le parole non dette
si sono ora introdotte nel discorso, e soprattutto hanno cercato il
confronto con la realtà del nostro tempo.
C’è maggiore consapevolezza che molto dipenda da noi, la
storia, come pure la sua fine, e che prima del concreto conti il sog-
getto nel mezzo delle sue idealità. Il pensiero dell’universale è la

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