Lo scambio

AutoreSergio Ortino
Occupazione dell'autoreProfessore ordinario di diritto dell’economia, Università di Firenze
Pagine416-507

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@1. Lo scambio come fattore di base a carattere universale

1.1. Le modalità con cui l'uomo provvede alla propria sopravvivenza possono essere sostanzialmente raggruppate in due grandi categorie. La prima è stata l'oggetto principale dei capitoli VI e VII e ha riguardato il diretto approvvigio namento dei beni e dei servizi attraverso la raccolta e la predazione, la coltivazione e l'allevamento, la produzione industriale, l'acquisizione e trasmissione dell'informazione. La seconda sarà l'oggetto principale del presente capitolo e riguarderà quelle attività attraverso cui i beni e i servizi vengono acquisiti, non in modo diretto come nei casi precedenti, ma in modo indiretto attraverso il loro passaggio da una persona a un'altra, da un gruppo a un altro. Ê opportuno precisare subito che l'oggetto principale di questo capitolo non è lo scambio in sé e per sé, così come viene di solito trattato dalla teoria economica o dalla teoria antropologica. Non si prenderanno ad esempio in considerazione, né le problematiche connesse con la configurazione 'ottima', la situazione cioè in base alla quale i beni e i servizi disponibili sono distribuiti tra gli individui in guisa che non sia possibile, mediante ulteriori redistribuzioni, aumentare l'utilità di uno qualsiasi di essi senza, per ciò stesso, diminuire l'utilità di qualche altro (c. d ottimo paretiano)1; né la distribuzione dei diritti di proprietà tra individui all'interno di una collettività o tra le unità in cui si divide la struttura sociale di una comunità; né la correlazione tra la densità della popolazione e la distribuzione delle risorse. In questo capitolo non ci si occuperà, pertanto, del fatto che esistono beni e servizi che vengono ceduti volontariamente in cambio di altri beni e servizi e che tale fatto ha varie cause, sia di natura economica che di natura sociale, e notevoli conseguenze di vario tipo sulla nostra vita individuale e collettiva.

Ciò che qui interessa dello scambio è più semplicemente l'incidenza dei paradigmi superorganici nella configurazione delle singole e peculiari forme che gli strumenti di scambio hanno assunto nelle varie ere economiche. Essen- do lo scambio alla base della vita delle nostre società in termini non soltanto economici, ma anche sociali, è ovvio che studiare le modalità e gli strumenti che fin dagli albori delle nostre comunità hanno favorito tale attività, è necessario per lo scopo che questa ricerca si è prefissata. In particolare tale indagine ci permetterà di verificare in quale modo i paradigmi superorganici hanno inciso Page 417 nelle aree di base dell'evoluzione umana. Lo studio delle principali caratteristiche riguardanti le modalità e gli strumenti con cui gli scambi sono stati possibili, offre infatti un'occasione impareggiabile per evidenziare i vari paradigmi che l'evoluzione della nostra famiglia ha conosciuto passando da un'era economica a un'altra, e quindi per illuminare in modo ampio e penetrante il percorso compiuto dall'uomo fin dalla preistoria. Diversamente da quanto credeva Adam Smith non occorre attendere l'affermarsi della divisone del lavoro e quindi della specializzazione produttiva, tipica dell'urbanizzazione dell'era agricola e ancor più della produzione dell'era industriale, per far diventare ogni essere umano una sorta di mercante2.

La verità è che lo scambio di servizi e risorse per il vantaggio reciproco, è un fenomeno presente non soltanto nel mondo organico, come ampiamente dimostra l'infinità di relazioni simbiotiche tra piante, insetti e animali3, ma anche nel mondo inorganico come ampiamente dimostra l'infinità di scambi che avvengono nel Cosmo e sulla Terra tra varie sostanze inorganiche. Lo scambio, come la cooperazione e la norma, oggetti rispettivamente dei tre ultimi capitoli di questa ricerca, rappresenta infatti uno dei tratti essenziali a carattere universale comuni al mondo inorganico, organico, superorganico. Poiché la nostra specie non si sottrae a questa legge naturale dello scambio, è difficilmente individuabile il momento in cui l'uomo diventa "mercante".

Per cominciare a restringere il campo di osservazione della nostra materia e avere una conferma della tendenza naturale a scambiare oggetti con i nostri simili fin dalle prime società umane, e per riflettere sulle motivazioni profonde che stanno all'origine di tale attività, e cioè il bisogno di scambiare ciò che si ha con ciò che non si ha, potrebbe aiutarci il riferimento che il premio Nobel per la letteratura Elias Canetti fece, nel suo noto saggio di psicologia sul controllo sociale, a una particolare immagine della vita arboricola dei nostri primi antenati, in cui si potevano scorgere i prodromi ancestrali delle attività umane di scambio. Canetti riteneva infatti che l'attività di scambio del mercante fosse da riconnettere a quel movimento oscillatorio tra i rami degli alberi, caratteristico dei nostri più antichi progenitori durante la loro vita arboricola, reso possibile da una mano prensile. Le doti del mercante di passare da un bene a un altro discenderebbero da quelle nostre ancestrali capacità di muoversi con perizia e agilità da un ramo a un altro4. Page 418

Ê superfluo notare che lo stile di vita arboricolo non spiega da solo la natura spiccatamente mercantile del genere umano. Senza l'abbondante produzione di beni da parte di Homo faber, non avremmo avuto, né l'opportunità, né l'interesse a scambiare oggetti con il nostro prossimo in una misura incommensurabile rispetto al numero e alla qualità degli scambi che hanno luogo tra le comunità di primati diverse dalla nostra. A ben vedere la trasposizione in termini mercantili di uno degli schemi di movimento più antichi degli antenati comuni da cui discendiamo, ci aiuta a cogliere in modo figurativo come lo scambio costituisca una delle prime estensioni dell'uomo nel senso esposto da MacLuhan5, cioè una di quelle attività che fin dai tempi del Paleolitico inferiore hanno esteso le facoltà organiche dell'uomo ben oltre l'ambito delle azione fisiche e la sfera delle facoltà sensoriali. In questa prospettiva lo scambio ha esteso il movimento oscillatorio dei nostri progenitori tra gli alberi in una attività razionale, andando ben al di là della dinamica organica delle nostre strutture anatomiche. Grazie al potere di specializzare e incanalare le energie umane in nuove direzioni e di tradurre una forma di lavoro in un'altra, lo scambio aumenta in modo esponenziale la capacità della presa fisica ben oltre la lunghezza del braccio. L'estrema mobilità che siamo stati capaci di raggiungere nelle attività di lasciare un oggetto per un altro, ovvero la capacità in senso metaforico di afferrare prima un ramo e poi un altro, posto a volte anche a grande distanza, ha arricchito non soltanto la nostra vita materiale, ma anche i legami che tengono uniti i gruppi al loro interno e i gruppi tra di loro.

Il genere umano, in quanto appartenente all'ordine dei primati, è composto di specie sociali, di specie cioè selezionate dalla natura per vivere in gruppo e per scambiarsi beni e servizi. Ma in questa materia la peculiarità del genere umano rispetto a tutti gli altri primati, è la quantità e l'intensità degli scambi che è riuscito a porre in essere in misura sempre crescente. Ê questa la ragione che porta spesso ad affermare che le società umane sono profondamente caratterizzate da una intensa attività di scambio riguardante una infinita quantità di beni e servizi. Ê questa la ragione che porta spesso ad affermare che i risultati ottenuti dall'uomo grazie alla tecnologia, sarebbero inconcepibili senza questa ulteriore feconda e proficua attività di scambio che ha permesso a individui e gruppi di approfittare dell'inventiva e della creatività di altri individui e gruppi per conseguire sempre nuovi risultati e nuove conquiste.

Il fatto che lo scambio sia un tratto fondamentale di molte specie viventi sul nostro Pianeta, in particolare del nostro ordine e della nostra famiglia, comporta inevitabilmente la conseguenza che la sua configurazione varia all'infinito a seconda dell'ambiente e delle specie che lo praticano. Per quanto riguarda l'evoluzione della nostra specie è possibile raggruppare i vari tipi di scambio che si sono avuti in queste ultime decine di migliaia di anni, in due categorie generali: lo scambio economico e lo scambio sociale.

Secondo la teoria economica moderna, ciascun individuo è indotto a compiere l'atto mediante il quale cede ad altri parte dei beni a sua disposizione, Page 419 ricevendo per questi beni altri di natura diversa, solo nella misura in cui lo scambio sia per lui conveniente, cioè nella misura in cui il ricavo dell'operazione di scambio sia, per lui, superiore al costo della medesima, ossia quando, per riferimento alla quantità e alla qualità dei beni a disposizione, la situazione che si crea a scambio avvenuto sia per lui preferibile a quella preesistente lo scambio. Ciò che di solito accade, infatti, è che i beni ottenuti con il proprio lavoro non siano a volte sufficienti a raggiungere un livello soddisfacente di vita, se non appunto scambiare alcuni di essi con altri di diversa natura.

Questa è la ragione per cui, secondo gli economisti neoclassici, i singoli individui ottengono con lo scambio di beni superflui in loro possesso o comunque non indispensabili, beni che loro desiderano, ma che non hanno potuto direttamente procurarsi con il proprio lavoro. Questa è la ragione per cui gli economisti neoclassici mettono inoltre in evidenza che lo scambio non si limita a far cambiare il proprietario di un bene con un altro proprietario, stante il fatto che ogni scambista acquisisce con il bene conseguito un valore aggiunto rispetto al valore del bene ceduto. In altre parole la rilevanza economica dello scambio, non è il passaggio di un bene da una persona a un'altra, né l'equivalenza dei beni scambiati rispetto a un parametro di riferimento generale vale- vole per tutti i beni scambiabili (che può esistere, ma che...

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