La rivoluzione

AutoreAldo Moro
Pagine135-143
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La rivoluzione
Quanto abbiamo detto fin qui a proposito del valore supremo
dello Stato, del quale dai punti di vista più diversi si è andata finora
mettendo in luce la natura etica, è affermazione che imposta un pro-
blema di gravissima responsabilità. Ritenere, come noi abbiamo fatto,
che la società costituita a Stato, rappresentando per l’individuo la sua
stessa universale legge di verità, ne domini, con un dominio che è
libertà, tutta la vita, significa impegnarsi a rendere lo Stato storico
tale, che possa porsi in effetti di fronte alla persona umana, come vera
e piena espressione della sua libertà e dignità. Quando si pensi che per
forza di cose lo Stato rappresenta sempre la pressione preponderante
dei tutti sull’uno, la quale poi naturalmente sarà diversissima a secon-
da che costituisca quel dominio etico liberatore di cui abbiamo parla-
to, o invece una prepotenza brutale, si avvertirà come suprema respon-
sabilità dello Stato, e perciò in definitiva della esperienza sociale che
lo compone, il porsi in modo tale, da dare davvero significato umano
ed etico alla sua immancabile pretesa di dominio sulla vita dei singoli.
Questa del resto non è opera compiuta una volta per sempre; è invece
intuitivamente conquista di ogni istante, se è vero che questo adeguar-
si dello Stato alla sua ragion d’essere è cosa squisitamente etica, e
l’eticità è perenne conquista di se stessi. Possiamo concludere su que-
sto punto dicendo che lo Stato risponde davvero al supremo valore che
naturalmente esprime, a patto che adegui con l’opera sua libera il suo
significato etico, indirizzando la sua operazione incessante a quel fon-
damentale umanesimo, fuori del quale esso è nulla. Ed ancora: che
questo concreto rispondere dello Stato alla sua vocazione, il quale
implica evidentemente la possibilità di uno sviluppo diverso da quello
vero, non che è cosa che si realizzi puntualmente una volta, fatica,
compiuta la quale, si possa riposare, ma ardua continua conquista,
farsi cioè e non morto fatto, per cui lo Stato, in modo non dimissibile

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