Riuso di dati pubblici sul patrimonio artistico e monumentale per la promozione culturale

AutoreSergio Margarita
CaricaProfessore associato presso la Facoltà di Economia dell'Università degli Studi di Torino.
Pagine477-492
Riuso di dati pubblici sul patrimonio artistico e monumentale
per la promozione culturale
SERGI O MARGARI TA
SOMM ARI O:1. Introduzione – 2. L’iniziativa “Voi siete qui” – 2.1. Gli obiettivi
dell’iniziativa – 2.2. L’impostazione dell’iniziativa – 3. Il Progetto Arte Pubblica
e Monumenti della Città di Torino – 3.1. Il Progetto P.A.Pu.M. – 3.2. Il Progetto
Quick&Smart – 4. Il riuso dei dati – 4.1. La struttura del database – 4.2. Le linee-guida
del progetto – 4.3. La rielaborazione dei dati e la produzione dei contenuti – 5. Cri-
ticità e prospettive – 5.1. Le criticità riscontrate – 5.2. Le prospettive di evoluzione –
6. Conclusione
1. INT RODU ZI ONE
L’attenzione che negli ultimi tempi viene rivolta agli Open Data testimo-
nia bene l’importanza che il tema sta assumendo a tutti i livelli, nazionale e
internazionale, e questo dai diversi punti di vista politico, sociale, giuridico e
tecnico. Un tema ancora relativamente nuovo ma con punti fermi che ne de-
f‌iniscono la connotazione in termini di vantaggi, obiettivi, caratteristiche e
requisiti, e con diversi casi di riferimento riconoscibili come buone pratiche.
I vantaggi vengono spesso ricondotti agli aspetti politici. In particolare
all’e-Government, modello di governo caratterizzato dall’apertura della Pub-
blica Amministrazione e dalla messa in atto di nuove relazioni partecipative
con gli interlocutori locali, nonché dalla trasparenza dei suoi processi, con
possibilità di controllo sull’operato. Oltre, ultimo ma non meno impor-
tante, alle possibilità di accesso al vastissimo patrimonio informativo creato
dalla stessa Pubblica Amministrazione. Vantaggi e obiettivi sono spesso cor-
relati e sfociano in una migliore eff‌icienza della Pubblica Amministrazione,
con un’attenzione particolare allo sviluppo economico e alla nascita di nuovi
servizi, anche commerciali, basati sul riuso dei dati pubblici. Gli Open Data,
supportati dalle tecnologie informatiche, costituiscono infatti un elemento
fondante nella messa in opera di questi nuovi orientamenti e una componen-
L’Autoreè professore associato presso la Facoltà di Economia dell’Università degli Studi
di Torino.
478 Informatica e diritto /I linguaggi, gli strumenti e le applicazioni
te basilare della trasparenza dei processi. Anche se va osservato che non tutti
concordano sui benef‌ici della trasparenza nell’e-Government1.
Sulle caratteristiche che i dati messi a disposizione dalla Pubblica Am-
ministrazione devono avere per essere considerati veri e propri Open Data,
non c’è un accordo unanime – né ci sono standard specif‌ici – anche se si as-
siste ad una convergenza su requisiti condivisi. Dalle indicazioni della Open
Knowledge Foundation2, riprese dalla Associazione Italiana per l’Open Go-
vernment3nel suo manuale “Come si fa Open Data?”4si possono estrarre
alcune caratteristiche irrinunciabili in termini di openness: la disponibilità
dei dati sul web, il formato aperto, ossia non proprietario ma anche grezzo e
senza formattazione (raw data) per consentirne un’elaborazione più imme-
diata, le licenze aperte che si avvicinano sempre più al pubblico dominio (si
sta diffondendo in modo signif‌icativo la licenza Creative Commons CC05),
l’etichettatura standard dei dati per facilitare il loro reperimento, f‌ino al col-
legamento vero e proprio fra le basi di dati (Linked Open Data). Per una
trattazione degli aspetti tecnici, si può fare riferimento a quanto proposto da
Tim Berners-Lee6. Il tema è “giovane” e risente ancora della dicotomia fra, da
un lato la necessità di formalizzazione e di rigore teorico, e dall’altro quella
di costituzione di una massa critica di dati – forse disordinata e disomogenea
– senza la quale non si raggiunge un livello di visibilità e di sperimentazione
atto ad assicurare la sostenibilità dell’iniziativa. Si osserva ancora, nell’e-
nunciazione delle specif‌iche e dei requisiti nonché nelle realizzazioni vere e
proprie, qualche piccola incoerenza come il frequente riferimento a forma-
ti e programmi proprietari per i fogli elettronici pur preconizzando formati
aperti, come qualche dibattito fra la pubblicazione immediata di dati grezzi o
un maggior investimento nella loro strutturazione, o ancora se i dati debba-
no essere scaricabili sotto forma di f‌ile o accessibili tramite servizi web. Tutti
problemi che verranno nel tempo sicuramente ridimensionati o smussati.
1F. BANNI STER , R. CON NOLLY,The Trouble with Transparency: A Critical Review of
Openness in e-Government, in “Policy & Internet”, Vol. 3, 2011, n. 1, art. 8, 2011, http:
//www.psocommons.org/policyandinternet/vol3/iss1/art8.
2Open Knowledge Foundation, A Guide to Open Data, v1.0b, 2011, http://
opendatamanual.org.
3Cfr. http://www.datagov.it.
4E. BELI SAR IO, G. COGO, S. E PIFA NI, C. FO RGHI ERI (a cura di), Come si fa Open
Data?, Associazione Italiana per l’Open Government, 2011, 40 p.
5Cfr. http://creativecommons.org/publicdomain/zero/1.0/.
6T. BERNE RS-LE E,Linked Data, http://www.w3.org/DesignIssues/LinkedData.html.

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