Riassunti - Abstracts

Pagine541-563
Riassunti
FULVIA AB BON DANT E
Il ruolo dei social network nella lotta all’hate speech: un’analisi
comparata fra l’esperienza statunitense e quella europea (p. 41)
L’esponenziale crescita della piramide d’odio sui social network pone al-
l’attenzione del giurista dilemmi e soluzioni che mettono in crisi le categorie
concettuali sino ad oggi conosciute. Può la libertà di manifestazione del pensie-
ro trovare un limite nella disciplina dell’hate speech? Il saggio parte dall’analisi
dei diversi modelli di regolazione del discorso incitante all’odio, evidenziando
come l’avvento del terrorismo abbia determinato un’inversione di tendenza
nella giurisprudenza della Corte suprema statunitense sul marketplace of ideas.
Nella dimensione immateriale della Rete la disciplina della compressione
della libertà di espressione di fatto è lasciata all’autonomia contrattuale dei
principali social network, destando non poche preoccupazioni per la natura
di “censura privata” che l’operato degli intermediari assume. In Europa l’hate
speech ha trovato un’espressa regolamentazione sia nei singoli ordinamenti
sia a livello sovranazionale, con un’applicazione concreta peraltro limitata
dall’opera di bilanciamento effettuata dai giudici. L’avvento della Rete e il
tendenziale atteggiamento difensivo verso il nuovo mezzo, infatti, hanno in-
dotto gli Stati europei e l’Ue ad adottare forme di soft e di hard regulation con
cui è stata imposta ai social media la rimozione di tutte le forme di hate speech,
producendo al tempo stesso però un’indebita compressione della libertà di
espressione laddove l’internauta è privato delle garanzie che generalmente
accompagnano nel mondo off line le limitazioni di tale diritto fondamentale.
MARI A ROMAN A ALLE GRI
Alcune considerazioni sulla responsabilità degli intermediari digitali,
e particolarmente dei social network provider,
per i contenuti prodotti dagli utenti (p. 69)
Prendendo spunto da alcuni casi giudiziari americani riguardanti l’even-
tuale responsabilità civile dei social media – soprattutto Twitter – per aver
favorito la diffusione del terrorismo internazionale di matrice islamica, il
saggio mette in luce le differenze fra la disciplina americana e quella europea.
La prima è relativa all’irresponsabilità dei publisher per i contenuti prodotti da
Edizioni Scientif‌iche Italiane ISSN 0390-0975 ISBN 978-88-495-3707-9
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terzi, la seconda invece considera l’editore responsabile di quanto pubblicato
proprio in virtù della sua posizione, soprattutto nel caso di contenuti tali da
incitare all’odio e alla violenza. Alla luce della progressiva trasformazione
del ruolo dei social network e delle sinergie fra i social network e l’editoria
tradizionale, si considera la possibilità che agli intermediari digitali possa
essere applicata la disciplina prevista per l’editoria, anche dal punto di vista
dell’attribuzione di responsabilità. Inf‌ine, si esaminano i suggerimenti della
Commissione europea per coinvolgere i provider nella lotta alla diffusione dei
contenuti illeciti attraverso Internet, senza però dare luogo a forme di censura
preventiva, che risulterebbe limitativa della libertà di espressione individuale.
FRAN CESCO DITANO
Prospettive de iure condendo
sulla responsabilizzazione dei content provider (p. 113)
Il preoccupante fenomeno dell’odio on line non soggiace ancora, a livello
internazionale, a un impianto disciplinare uniforme e condiviso. Tali incertez-
ze normative riguardano lo stesso ordinamento giuridico italiano, sprovvisto
di un puntuale e tipico inquadramento delle fattispecie cui potrebbero essere
ricondotti i fenomeni dell’hate speech o delle molestie on line e, per quanto
riguarda la responsabilità degli Internet Service Provider, ancorato a un sistema
normativo ormai obsoleto, risalente al 2001. Al tempo stesso la Rete non
aiuta, ingigantendo l’impatto e i danni che le sempre più numerose condotte
persecutorie producono sulle vittime. Risultando pertanto necessaria una
soluzione al contempo giuridica e tecnologica per contenere e sanzionare il
fenomeno dell’odio on line, l’articolo valuta l’opportunità di rendere attivo e
giuridicamente qualif‌icato il ruolo dei provider della Rete (con particolare
attenzione alla categoria dei content provider), attraverso l’ipotesi di nuove,
trasparenti e certif‌icate procedure di notice and takedown, supportabili da
soluzioni tecnologiche di intelligenza artif‌iciale basate sull’apprendimento
automatico e sulla rilevazione e segnalazione di contenuti illeciti.
CARL O MARCH ETTI , GIAN CAR LO SALO NE
La tracciabilità nelle reti sociali degli autori di contenuti:
limiti operativi, giuridico-normativi, e possibili approcci (p. 127)
La crescente diffusione di servizi che consentono a utenti di tutto il piane-
ta di pubblicare e gestire in autonomia contenuti sulla rete Internet, avendo
ISSN 0390-0975 ISBN 978-88-495-3707-9 Edizioni Scientif‌iche Italiane

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