Relazione del prof. Angelo R. Meo

AutoreAngelo R. Meo
CaricaProfessore ordinario d'informatica presso il Politecnico di Torino
Pagine42-51

Angelo R. Meo è professore ordinario d'informatica presso il Politecnico di Torino ed è direttore del Progetto Finalizzato Informatica del CNR

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Ringrazio il Presidente e tutti i presenti. Nei nostri intendimenti questo convegno doveva provocare l'incontro tra le componenti del mondo accademico ed industriale che già collaborano all'attività del Progetto Finalizzato e gli operatori della Pubblica Amministrazione, per verificare le scelte, le linee politiche adottate e, più analiticamente, gli stessi programmi.

Vedo che la manifestazione ha avuto successo, almeno in termini numerici. Siamo vicini a quella che Goebbels chiamava la condizione ottimale, quando, in qualità di Ministro per la Propaganda del Terzo Reich, tacco- mandava sempre che le riunioni si svolgessero in sale un po' più piccole di quanto strettamente necessario in rapporto al numero degli intervenuti, in modo da dare l'impressione di una partecipazione più vasta di quella che non fosse nella realtà.

Scherzi a parte, io spero molto che effettivamente sia possibile realizzare quello che è il nostro intendimento nelle due giornate di oggi e di domani, e, chiedendo scusa a quanti già collaborano all'attività del Progetto, dovrò ripetere, perché gli ospiti ci possano seguire, una brevissima storia, molto schematica, del Progetto Finalizzato nelle sue tappe essenziali.

L'attività del Progetto è iniziata nel luglio dello scorso 1979, dopo quasi tre anni di dibattiti e di discussioni che testimoniano l'interesse del problema, ma forse anche un poco i timori, le preoccupazioni il «computer-shock», come dicono gli americani, che sono evocati dalla parola «informatica».

Una Commissione era stata incaricata di redigere uno studio di fattibilità. Questa Commissione lavorò per circa sei mesi in un arco di tempo fra il dicembre del '76 e la primavera inoltrata del '77. Essa individuò tre obiettivi fondamentali: la promozione dell'industria nazionale, la qualificazione dei beni e dei servizi informatici nella Pubblica Amministrazione, con particolare riferimento alla Pubblica Amministrazione periferica, e l'introduzione delle tecniche informatiche nei processi industriali. Pose l'enfasi, prevedendo l'esplosione del fenomeno microprocessore, sulla mini- e micro-in-formatica, insistendo che quella dovesse essere la linea da battere, poiché l'industria nazionale era ritenuta in quel momento non capace di entrare nel mercato della grossa informatica.

Articolò i singoli Sottoprogetti, che corrispondono ai tre obiettivi che abbiamo detto, nel modo seguente. Il primo Sottoprogetto, dedicato all'industria nazionale del settore, fu diviso in tre aree di intervento: la prima orientata ai sistemi di mini- e micro-informatica, la seconda dedicata all'ingegneria del software, la terza al software matematico per piccoli calcolatori. Suddivise il secondo Sottoprogetto, finalizzato alle esigenze della PubblicaPage 43 Amministrazione, in tre aree di attività: la prima dedicata ai sistemi informativi per la Pubblica Amministrazione periferica, la seconda alle basi-dati distribuite, la terza alle tecniche per la classificazione, la visualizzazione e la memorizzazione dei dati del territorio. E infine articolò il terzo Sottoprogetto, dedicato al mondo industriale, in due aree: la prima in parte sovrapposta alla prima area del primo Sottoprogetto, orientata ai sistemi di mini- e micro-informatica distribuita per il controllo dei processi industriali e la seconda alle tecniche di progettazione con l'ausilio di calcolatori.

Seguirono due anni di dibattiti. L'approvazione del CIPE venne soltanto il 25 gennaio dell'anno scorso con la richiesta di un'estensione dei temi di ricerca.

In primo luogo, il CIPE richiese che un'area di attività fosse rivolta al concatenamento con le ricerche che in diversi ambiti si svolgono sul tema dele reti di calcolatori. In secondo luogo, auspicò che l'intervento sulla Pubblica Amministrazione periferica si estendesse a casi applicativi della Pubblica Amministrazione centrale. Infine richiese, come sottoprodotto dell'attività del Progetto, la creazione di una banca-dati del settore informatico relativa a produzione, import-export, e mercato del lavoro.

In quel momento iniziale - estate del '79 -, ci trovammo di fronte ad una difficoltà: o partire immediatamente, correndo dei rischi, o perdere un altro anno, quindi un altro finanziamento, e, soprattutto, tempo prezioso per approfondire meglio il discorso sulle aree di intervento.

Noi optammo per la prima scelta. Ritenemmo che l'intervento del CNR fosse divenuto (per l'evoluzione rapidissima della tecnologia e le nuove tendenze a livello organizzativo) così urgente da non consentire ulteriori perdite di tempo. Quindi ritenemmo di dover correre il rischio di numerosi errori (che spero comunque non siano stati troppi), ed elaborammo, in un arco di tempo di circa tre mesi, il Programma Esecutivo del 1979, per i quattro mesi che rimanevano partendo dal settembre, e del 1980.

Tre settimane furono spese per il Programma Esecutivo '79, nel mese di luglio, e occorse un mese e mezzo per elaborare il Programma Esecutivo del 1980,

Ragioni tecnico-burocratiche impongono purtroppo di elaborare il Programma Esecutivo di un anno prima che Ftttività dell'anno precedente sia stata, non dico conclusa, ma in qualche caso neppure iniziata.

Ora, quali furono le scelte di base che si adottarono in quel momento per il Progetto Finalizzato? Come prima scelta decidemmo che si dovessero impostare ricerche di carattere avanzato, ma su temi applicativi; ossia escludemmo di fare del semplice sviluppo industriale in quanto questo tipo di attività dovrebbe istituzionalmente essere coperta dai finanziamenti (di un ordine di grandezza superiore ai nostri) del Fondo per la Ricerca Applicata gestito dall'IMI, ma escludemmo anche di dover impostare una semplicePage 44 operazione culturale. Noi ritenemmo - e riteniamo tuttora - che una delle ragioni del ritardo tecnologico del nostro Paese, come peraltro per moltissimi Paesi del Terzo Mondo e della stessa Europa, sia dovuta al distacco che si è venuto a creare tra la ricerca scientifica avanzata e la tecnologia industriale, relativamente arretrata. Se questo distacco diventa troppo ampio, la ricerca scientifica perde potere di trascinamento. Quindi dovemmo combattere le tendenze troppo avanzate del mondo accademico nazionale, cercando di riportarlo su obiettivi concreti e di immediata applicabilità.

Affermammo poi che il Progetto Finalizzato CNR, nato in ambiente accademico, dovesse avere come scopo fondamentale quello di integrare le competenze del...

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