Regole di organizzazione degli enti pubblici

• Autore: G. Morri - F. Pontrandolfi - S. Tenca
• Pagine: 95-103

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REGOLE DI ORGANIZZAZIONE

DEGLI ENTI PUBBLICI

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Ambito di riferimento e principi

Il pluralismo della pubblica amministrazione non consente di deli-

neare regole organizzative comuni per tutti gli enti pubblici. In que-

sto capitolo saranno, quindi, illustrati solo quei principi organizzati-

vi contenuti nel D.Lgs. n. 165/2001 (che costituisce il Testo Unico

delle norme generali sull’organizzazione degli uf‌f‌ici, sui rapporti di

lavoro e di impiego alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche,

emanate dopo la fondamentale riforma di cui al D.Lgs. n. 29/1993) e

applicabili alla maggioranza degli enti, quali le amministrazioni dello

Stato, ivi compresi gli istituti e scuole di ogni ordine e grado e le

istituzioni educative, le aziende ed amministrazioni dello Stato ad or-

dinamento autonomo, le Regioni, le Province, i Comuni, le Comunità

montane, e loro consorzi e associazioni, le istituzioni universitarie, le

camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura e loro as-

sociazioni, tutti gli enti pubblici non economici nazionali, regionali e

locali, le amministrazioni, le aziende e gli enti del Servizio sanitario

nazionale, l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche

amministrazioni (ARAN) e le Agenzie di cui al D.Lgs. n. 300/1999,

salve le peculiarità di ciascuna di esse.

I principi e i criteri su cui si fonda l’organizzazione degli enti sopra

indicati sono:

a) l’organizzazione degli uf‌f‌ici e dei servizi su stampo privatistico;

b) la distinzione tra politica e amministrazione;

c) i poteri e le responsabilità gestionali dei dirigenti;

e) il sistema dei controlli interni e la valutazione della performance.

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L’organizzazione degli uff‌ici e

dei servizi su stampo privatistico

Questo principio muta radicalmente lo scenario organizzativo delle

pubbliche amministrazioni strutturato, prima del 1993, su stampo