Regolazione del mercato e interessi di riferimento: dalla protezione del consumatore alla protezione del cliente?

AutoreVincenzo Roppo
Pagine19-35
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rivista di diritto privato Saggi e pareri
3/2010
Regolazione del mercato e interessi
di riferimento: dalla protezione
del consumatore alla protezione del cliente?*
di Vincenzo Roppo
SOMMARIO: 1. Consumatore, o anche altro? – 2. Dalla protezione del consumatore
alla protezione dell’impresa “debole”: a livello interno. – 3. … e a livello comunita-
rio. – 4. Sulle pratiche commerciali scorrette: ovvero, ciò che vale per le relazioni B2C
dovrebbe valere anche per le relazioni asimmetriche B2B. – 5. … e viceversa. – 6.
Dalla protezione del consumatore alla protezione del cliente: la ratio. – 7. … e i ri-
scontri: sul piano comunitario. – 8. … e sul piano dell’ordinamento interno: i “de-
creti Bersani”. – 9. … e altro ancora. – 10. Regolazione del mercato e gura del
consumatore: gli scenari possibili. – 11. … e i parametri di giudizio: cinque repliche
a Zoppini. – 12. Conclusioni.
1. Consumatore, o anche altro?
L’opinione comune dà per scontato che tra i ni ultimi della disciplina antitrust la
protezione dei consumatori occupi una posizione di assoluta centralità. E chi sia il “con-
sumatore” – in senso proprio e tecnico – è chiarito dalle denizioni legislative: “la per-
sona sica che agisce per scopi estranei all’attività imprenditoriale, commerciale, artigia-
nale o professionale eventualmente svolta” (art. 3, lettera a) del codice del consumo).
Ma l’area degli interessi rilevanti, di cui l’antitrust si dà carico, non può essere
delimitata da un recinto così angusto. Le politiche di protezione del mercato e della
concorrenza guardano a un orizzonte più vasto di quello denito dalla categoria dei
consumatori in senso stretto. Di questa prospettiva più larga danno segno le stesse
formule normative: il benessere dei consumatori è sì indicato come parametro delle
valutazioni antitrust dagli artt. 3, comma 1, lettera b) e 4, comma 1 della legge n.
287/1990; ma quando gli artt. 2, comma 2, lettere c) e d) e 3, comma 1, lettere c) e
d) fanno riferimento alla posizione di “altri contraenti” da tutelare contro intese re-
strittive o pratiche abusive, evocano classi di soggetti che all’evidenza non si identi-
cano necessariamente con i consumatori. Chi sono questi “altri contraenti”? Posso-
* Contributo destinato al volume promosso dall’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato a celebrazione
del ventennale dell’Autorità.
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no essere consumatori; ma possono essere anche soggetti non persone siche
(società, enti non prot, enti pubblici), o comunque soggetti che agiscono sul mer-
cato per scopi non già estranei, bensì del tutto inerenti alla propria attività impren-
ditoriale o professionale – dunque, soggetti che non sono consumatori.
Il tema qui trattato è precisamente questo: se, e per che vie, la market regulation
dei nostri tempi – e dunque l’azione antitrust, che della regolazione del mercato è
fattore eminente – estenda l’area dei soggetti e degli interessi protetti al di là della
categoria dei consumatori, per coprire con le proprie politiche protettive anche sog-
getti e interessi diversi1.
Di una siatta estensione si colgono – a mio avviso – segni molto chiari negli
sviluppi della legislazione, a livello così domestico come europeo. Il processo sembra
muoversi in due distinte direzioni. E il suo risultato è che la scena della regolazione
del mercato – tradizionalmente monopolizzata dai consumatori – viene a popolarsi
di nuovi attori, di nuove rilevanti gure soggettive.
2. Dalla protezione del consumatore alla protezione dell’impresa “debole”:
a livello interno
È indiscutibile che le discipline di market regulation si dirigono per gran parte a
rapporti B2C, con l’obiettivo di proteggere i consumatori, identicati come la parte
“debole” per eccellenza nello scenario delle relazioni di mercato. Ma esistono anche
– e non sono trascurabili – previsioni dirette invece alla regolazione di rapporti B2B,
in cui la parte meritevole di protezione non è un consumatore bensì è un’impresa
che per asimmetrie informative o altri fattori di “debolezza” sore strutturalmente
di un decit di forza contrattuale nel rapporto con un’impresa “dominante” (d’ora
in avanti designerò le relazioni di mercato caratterizzate da siatto squilibrio come
relazioni “asimmetriche”, e chiamerò “asimmetrici” i corrispondenti contratti).
È, tipicamente, il caso del subfornitore nei confronti dell’assembler suo commit-
tente; o del franchisee nei confronti del franchisor. E la legge n. 192/1978 sulla sub-
1 Al tema (considerato nella specica prospettiva del diritto dei contratti) ho dedicato nell’arco degli ultimi
anni ricerche e riessioni, a cui mi permetto di fare rinvio per un sovrappiù di argomentazione e documen-
tazione: V. Roppo, Contratto di diritto comune, contratto del consumatore, contratto con asimmetria di potere
contrattuale: genesi e sviluppo di un nuovo paradigma, in Rivista di diritto privato, 2001, pagg. 769 segg. (ora
anche in V. Roppo, Il contratto del duemila, 2° ed., Giappichelli, Torino, 2005, pagg. 23 segg.); Id., Parte
generale del contratto, contratti del consumatore e contratti asimmetrici (con postilla sul “terzo contratto”), in
Rivista di diritto privato, 2007, pagg. 669 segg.; Id., Prospettive del diritto contrattuale europeo. Dal contratto
del consumatore al contratto asimmetrico?, in Corriere giuridico, 2009, pagg. 267 segg.; e inne, con maggio-
re ampiezza, Id., From Consumer Contracts to Asymmetric Contracts: a Trend in European Contract Law?, in
European Review of Contract Law, 2009, pagg. 304 segg.

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