La regolamentazione uniforme delle secured transactions

AutoreLaura Costantino
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@1. Il sistema statunitense dei finanziamenti all 'impresa agricola

Oltre un ventennio fa, un lavoro proposto da due economisti americani analizzava l'evoluzione del settore agricolo individuando tre fasi, in ognuna delle quali l'agricoltura appare sempre più dipendere da risorse di capitale1.

La rivoluzione meccanica ha visto l'introduzione di macchina-ri agricoli sempre più sofisticati, portando, di conseguenza, ad un significativo aumento dei costi di questi beni.

Una seconda rivoluzione, definita tecnologica, introducendo l'utilizzo di nuovi fertilizzanti ed incrementando drammaticamente l'uso della chimica, ha accresciuto la quantità di produzione, così come i costi legati alla stessa.

La terza ed ultima rivoluzione, attualmente in corso, la c.d. financial and business revolution, è caratterizzata da un sempre maggiore ricorso al credito e dalla conseguente evoluzione di sofisticate tecniche di concessione dei finanziamenti.

I soggetti istituzionali finanziatori dell'impresa agricola hanno creato, negli ultimi anni, sistemi di concessione del credito estremamente facilitati; per contro, si registrano pareri discordanti sulla capacità delle imprese agricole di ripagare il debito2.

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Nell'esperienza americana, i principali soggetti finanziatori sono la Federal Land Bank, che concede finanziamenti a lungo termine per l'acquisto di immobili; le banche e le farmer-owned production credit associations (PCAs), che concedono gran parte dei finanziamenti a breve e medio termine; e la Farmers Home Administrations (FmHA), un'agenzia dell'USDA che amministra vari programmi di concessione di credito a quelle imprese che non riescono ad ottenere altrove finanziamenti per immediate esigenze di produzione.

Le garanzie collegate alla concessione di finanziamento a breve e medio termine sono disciplinate dall'art. 9 dell'Uniform Commercial Code; esse possono avere quale "collaterale"3 una pluralità di beni, quali il raccolto, il bestiame ed i prodotti di questi ultimi, le attrezzature, i macchinari e un vasto assortimento di beni intangibili.

L'Uniform Commercial Code rappresenta senz'altro un importante apparato legislativo, in continuo adattamento alle nuove esigenze mostrate dalla prassi applicativa nei diversi States.

Appare, quindi, utile premettere una breve descrizione della nascita del Codice uniforme, con particolare riguardo alla disciplina delle secured transactions.

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@2. Le secured transactions nell'esperienza giuridica nordamericana: le origini della regolamentazione uniforme

Com'è noto, l'Uniform Commercial Code rappresenta la più grande opera legislativa uniforme statunitense, nata a seguito di un lungo lavoro di compilazione e continue revisioni4.

Nel 1944 la National Conference of Commissioners on Uni-form State Laws (NCCUSL), una Commissione creata ad hoc alla fine del secolo precedente, insieme all'American Law Institute (ALI), cominciò il lungo lavoro di generale revisione delle leggi a governo delle transazioni commerciali.

Il primo testo ufficiale dell'Uniform Commercial Code risale al 1952, e fu subito sottoposto ad una prima revisione, per essere pubblicato nel 1957; tra questa data e il 1961, 17 Stati adottarono il testo, apportandovi, però, una serie di emendamenti. Al fine di scoraggiare l'adozione di norme non uniformi da parte degli Stati, venne creata la Permanent Editorial Board per provvedere a continue revisioni del Codice; nel 1972 venne emanato un nuovo testo ufficiale, modificato sulla base delle raccomandazioni presentate dall'Editorial Board. Quest'ultimo fu adottato in tutti i 50 Stati.

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La nascita del Codice non fu certo dovuta all'esclusiva volontà dei suoi redattori; come ricorda lo stesso Gilmore5, al quale si deve il maggior contributo nella preparazione e nella redazione del Codice Uniforme, l'adozione dell'art. 9 costituisce il punto di arrivo di un intenso e perdurante lavoro.

Nella seconda metà degli anni '30 le diverse parti sociali a vario titolo coinvolte nell'utilizzo di transazioni commerciali, cominciarono a lamentare la mancanza di uniformità nella legislazione sulle garanzie su personal property, dovuta ad una complessa evoluzione giuridica ormai in atto da oltre un secolo. Nei primi anni dell'Ottocento, infatti, ilpledge costituiva l'unica garanzia su personal property. Le Corti consideravano la creazione di garanzie non possessorie su tali tipi di beni un tentativo di frode, nonostante la pratica degli affari vi ricorresse sempre più frequentemente; col passare del tempo, la giurisprudenza dovette arrendersi alle necessità della lex mercatoria e, insieme ad essa, le legislazioni di alcuni Stati americani cominciarono a riconoscere e regolamentare diversi tipi di garanzie non possessorie6.

Il lungo lavoro di creazione del Codice uniforme, quindi, risponde alle esigenze di snellimento e semplificazione della costituzione di garanzie su beni mobili7, al fine sia di eliminare il requisito dello spossessamento dei beni, che di estendere il sistema di garanzie ad altri beni8.

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L'art. 9 dell’Uniform Commercial Code già nella sua prima versione risponde a queste esigenze9, pur considerando l'impatto che l'estensione della portata applicativa della norma a diversi tipi di transazioni commerciali avrebbe avuto sulle istituzioni e sull'intera società. D'altra parte i redattori del Codice erano ben consapevoli di dover ritagliare una "zona franca" all'interno del collaterale, a tutela dei creditori non coperti da alcuna garanzia e, per così dire, involontari (si pensi ai lavoratori, o ai creditori di somme patrimoniali dovute a titolo di risarcimento danni). Il risultato fu la creazione di un testo sostanzialmente invariato fino all'ultima riforma del 1998.

La disciplina dell'art. 9 in materia di secured transactions si prefigge, in primo luogo, di sostituire i diversi tipi di garanzie esistenti prima della sua emanazione (si pensi al pledge, chattel mortgage, conditional sale, trust receipt e altre ancora) con un'unitaria figura: il security interest10.

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Se ci si accosta allo studio di questo istituto, ci si accorgerà ben presto che la scelta di introdurre un linguaggio nuovo per la regolamentazione dell'unitaria tipologia di garanzia appositamente creata, è stata quanto mai idonea11. Quello che i redattori del Codice volevano evitare è che i destinatari di tale regolamentazione continuassero a ragionare sui precedenti istituti, pur utilizzando una nuova tipologia di garanzia.

La Section 1-201 (37) della versione originale del Codice definisce il security interest come "... an interest in personal property or fixtures which secures payment or performance of an obligation ...". L'art. 9, poi, contiene le definizioni di securedparty, debtor, collateral12 ed introduce i termini attachment e perfection, concetti anch'essi necessari per il funzionamento del security interest.

Per attachment si intende l'opponibilità della garanzia nei confronti del debitore; la regola generale richiede la...

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