Recensioni

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L'Introduzione degli elaboratori nei paesi in via di sviluppo

Nel 1963 le Nazioni Unite condussero un'indagine (preliminare, in un certo numero di paesi in via di sviluppo, per accertare quali fossero le loro esigenze nel campo dell'erborazione automatica delle informazioni. Da allora interesse per questi problemi è andato via via crescendo.

Giànel 1966, in base ai dati raccolti nell'indagine iniziata tre anni prima, si giungeva ad un risultato concreto: l'organizzazione di un corso di orientamento per alti funzionari di governo. Questo corso fu organizzato dal Public Administration Brandi delle Nazioni Unite con l'assistenza della Management Analysis Division della Canadian Civil Service Commission e si tenne ad Ottawa, nel Canadaf dal 12 al 21 ottobre 1965. Il corso comprendeva il manuale, intitolato: Orientation Course in Mechanized Data Processing (New York, United Nations, 1966, pp. 129) ed una serie di pelicole come sussidio visivo.

Lo scopo di questo corso era duplice. Da un lato esso voleva fornire quel minimo bagaglio di informazioni, necessario per comprendere come funzioni e quali prestazioni sia in grado di offrire un sistema di elaborazione automatica delle informazioni. Dall'altro lato, tenendo conto delle persone cui era rivolto, esso tendeva a fornire totte- quelle nozioni pratiche ed organizzative necessarìe «per l'installazione di un centro -di elaborazione. Veniva così sottolineata l'esigenza di creare apposite strutture organizzative a livello governativo; venivano illustrati i eriteri in base ai quali procedere nella scelta delle apparecchiature; venivano fornite indicazioni sul come scegliere e addestrare il personale per l'elaborazione meccanica dei dati, ecc.

Lo sforzo compiuto dalie Nazioni Unite non si esauriva però nell'organizzazione di questo corso. Negli -anni successivi vennero condotti «numerosi altri studi e ricerche e il campo di indagine si estese dalle apparecchiature per l'elaborazione dei dati -a quale -per la trasmissione delle informazioni, È noto infatti come -flou si possano organizzare efficienti sistemi informativi se l'elaborazione elettronica non è affiancata da una rete di comunicazioni in grado di permettere la trasmisssione a distanza dei dati elaborati.

La polemica sorta in Giappone circa la trasmissibilità dei dati per mezz delle linee telegrafiche o telefoniche1 indica, ad un tempo, la misura e laPage 201 gravita del problema del rapporto tra telecomunicazione e informatica.

L'importanza dì questi problemi per i paesi in via di sviluppo è dunque ben comprensibile se consideriamo i problemi di diffusione delle informazioni che si sono verificati in un paese tecnologicamente avanzato «quale è il Giappone.

I problemi relativi alla comunicazione e diffusione delle informazioni, sono affrontati da Ithiel De Sola Pool, Philip Stone e àlexader Szalai nel volume: Communications, Computers and Auiomatìon for Depelopment, in « IMITAR Research Reparts », n. 6, «dito dall'United Nations Institute for Training and Research (New York, 1971, pp. 61).

Il problema invece del contributo che i paesi tecnologicamente avanzati possono fornire mi paesi in via di sviluppo è -analizzato, per quanto riguarda il Giappone, dallo studio di Terutomo Ozawa: Transfer of Technology fratti Japan to Developing Countries, in « UNITAR Research Reporters », n, 7, edito dall'United Nations Institute for Training and Research (New York, 1971, pp. 50),

Questa pubblicazione, non a caso, si «occupa in -modo specifico del rapporto tra Giappone e paesi in via di sviluppo. Una delle indicazioni che il MITI (Ministero dell'Industria e del Commercio Estero Giapponese) fornisce al proprio gowemo per uscire dall'attuale crisi economica consiste appunto ia un impegno per una sempre maggiore e-sportazione di tecnologia d'ogni genere nei paesi in via di sviluppo, come ha recentemente confermato il prof. Tatnotsu Matsuura in un seminatico tenuto il 14 febbraio 1975 presso l'Università Bocconi di Milano.

Anche il volume The Application oft Computer Technology for Development (New York, United Nations, 1971, pp. 122) affronta i problemi relativi alla diffusione ed applicazione degli elaboratori nei paesi in vìa di sviluppo. La seconda parte del libro (pp. 59 ss.), in particolare, tratta dei problemi legali connessi all'introduzione degli elaboratori; « Cavetts, barriers and inceri tives »,

Benché tutte queste pubblicazioni non trattino - l'informatica giuridica in modo specifico, ho ritenuto importante segnalarle ugualmente per diverse ragioni,

I paesi in via di sviluppo hanno forse problemi di ordine economico più gravi e prioritari rispetto a quello rappresentato dall'introduzione dell'informatica, tuttavia, se è vero che l'automazione è uno dei pilastri dell'economia dei paesi economicamente più avanzati, e se è vero che lo sviluppo economico porta con sé l'esigenza di ricorrere all'informatica, è bene che i paesi in via di sviluppo affrontino già fin d'ora un serio e ampio discorso sull'informatica.

Da questo punto di vista non dobbiamo trascurare il fatto che ì paesi in via di sviluppo hanno il vantaggio di partire da realtà economico-sociali ancora relativamente poco complesse ed articolate rispetto a quelle dei paesi industrializzati e che quindi, per questa ragione, essi possono affrontare e risolvere il problema in modo più funzionale e globale. Per queste ragioni anche gli ostacoli di tipo legislativo sono meno insormontabili,

È dunque necessario, come indicano chiaramente le pubblicazioni cui abbiamo fatto riferimento, che i singoli paesi provvedano tempestivamente a creare organismi centrali che si occupino fin d'ora di elaborare piani generali per -la creazione dei singoli sistemi informativi. Il trascurare questo tipo di iniziativa finirebbe inevitabilmente per ri-Page 202solversi in un ulteriore motivo di acretràtezza per i paesi in via di sviluppo, poiché ne frenerebbe lo sviluppo economico. Informatica giuridica vuoi dire. Infatti anche razionalizzazione, e quindi maggiore efficienza, dell'apparato pubblico, cioè in definitiva, dei centri decisionali. Infatti, nei paesi in via di sviluppo, l'industria è in parte statalizzata, e quindi ogni razionalizzazione dell'amministrazione pubblica si ripercuote immediatamente nell'ambito economico-produttivo.

Ermanno Bonazzì

Ornella Menchi, Manuale PL/1, Pisa, Università degli studi, 1972.

I due volumi (117 pagine il primo, 131 il secondo) di cui si compone'il lavoro della Menchi compaiono nella collana delle opere edite a cura del CNUCE (ex Centro Nazionale Universitario di Calcolo Elettronico di Pisa, ora inserito nel CNR), collana che si divide in tre serie riconoscibili dal colore della copertina. Scopo degli scritti che appaiono Bella « serie celeste » è quello di introdurre gli utenti del CNUCE all'uso dei sistemi di elaborazione dei dati di cui esso dispone. Nella « serie arancione », che si rivolge prevalentemente al personale specializzato del CNUCE, troviamo invece volumi dedicati alla descrizione di nuove funzioni dei sistemi...

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