Ragioni politiche e caratteristiche tecniche dell'intervento della regione puglia contro il lavoro nero

AutoreMarco Barbieri
Occupazione dell'autoreAssessore al Lavoro
Pagine5-12
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RAGIONI POLITICHE E CARATTERISTICHE
TECNICHE DELL’INTERVENTO
DELLA REGIONE PUGLIA
CONTRO IL LAVORO NERO
di Marco Barbieri
Con la legge regionale n. 28/2006, e con le conseguenti attività applicative delle
quali il volume dà un primo resoconto, nella più completa libertà intellettuale degli
autori, abbiamo segnato un punto rilevante dell’azione di governo della Giunta
Vendola.
Non si tratta solo del fatto che la Puglia sia stata la prima regione italiana a
darsi una legge specif‌ica per contrastare il lavoro nero1. Neppure si è trattato di
una tempestiva risposta all’emersione all’attenzione dei media di tutto il mondo dei
fenomeni estremi, ma purtroppo largamente diffusi, di sfruttamento del lavoro nelle
nostre campagne; che, lo ricordo, fu successiva di circa due mesi alla sottoposizione
della bozza della legge alla concertazione con le parti sociali.
Quello che mi pare rilevante sottolineare, in questa sede di primo bilancio di
quello che è stato fatto per attuare quel provvedimento legislativo e in concreto per
contrastare il lavoro nero sul territorio regionale, è la sua ispirazione non occasionale
e la sua novità tecnica, onde mettere a confronto la prima e la seconda con i primi
dati empirici sull’impatto che ha avuto la disciplina legislativa in questione.
L’ispirazione della legge è in un impianto di politica economica, che in tante altre
occasioni ha pervaso l’azione di governo dell’attuale legislatura regionale. Detto
in estrema sintesi, ci ha guidato la convinzione che la competitività del sistema
d’impresa pugliese non può essere fondata, né soltanto né principalmente, sui
fattori di prezzo. Non è dunque il costo del lavoro che deve essere compresso
per consentire un più largo respiro ai processi di sviluppo economico della Puglia;
processi che pure, negli anni di governo della Giunta Vendola, stanno conoscendo
risultati signif‌icativamente diversi e più positivi del resto del Mezzogiorno e talora del
resto del Paese, per tutti gli indicatori più rilevanti, ivi compreso il numero assoluto
1 Seguita, ad oggi, dal solo Lazio (l.r. 18 settembre 2007, n. 16).

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