Comunicazione e Pubblica Sicurezza: la Questura di Firenze tra cittadini e altre amministrazioni

AutoreGiulia Ragona
Pagine269-327

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    Il presente articolo è una parte rielaborata della tesi di laurea dell'Autrice dal titolo Comunicare Pubblica Sicurezza: strategie, strumenti, risultati nelle relazioni esterne della Questura di Firenze, discussa l'11/2/2003 presso la Facoltà di Economia dell'Università degli Studi di Firenze (relatore: prof. Cristiano Ciappei).

@1. L'amministrazione della pubblica sicurezza

Negli ultimi anni stiamo assistendo ad una graduale ma decisiva razionalizzazione di tutta la Pubblica Amministrazione, resasi necessaria dalla sempre più estesa consapevolezza dei cittadini di poter pretendere un servizio pubblico di qualità. La semplificazione amministrativa infatti si sta affermando con effetti positivi per tutti: in primo luogo per gli utenti, che possono risolvere prima e meglio i propri problemi; in secondo luogo per le amministrazioni, che sono così in grado di organizzarsi più convenientemente, in termini funzionali, ma anche economici e temporali. Una maggiore concentrazione, anzi una "rifocalizzazione", sulle precipue competenze dell'ente permette di non disperdere energie inutilmente e di trasmettere pertanto un'immagine di efficienza ed efficacia. Page 270

E di questo le nostre amministrazioni statali hanno particolarmente bisogno: basare su nuove fondamenta una reputazione sfaldatasi nel tempo, rinsaldare la fiducia nei propri confronti e creare una vantaggiosa cooperazione reciproca.

Rispettando i principi di buona gestione tipici dell'azienda privata, la Pubblica Amministrazione potrà passare da burocratica a manageriale, potrà avvicinarsi a modelli organizzativi e di gestione capaci di soddisfare nel migliore dei modi le proprie finalità istituzionali. È fondamentale, soprattutto quando in gioco c'è il benessere della collettività, seguire in maniera rigorosa le linee strategiche fissate dai vertici politici, cercare di raggiungere gli obiettivi tempestivamente e altrettanto rapidamente modificare gli eventuali scostamenti dei risultati ottenuti, grazie all'impiego di idonee tecniche di valutazione e verifica.

In questa direzione si sta muovendo l'amministrazione della Pubblica Sicurezza, che più di ogni altra deve essere sempre pronta a rispondere alle esigenze di tutela e di ordine della comunità. Esigenze che oggi, a seguito dei tragici eventi americani, si sono particolarmente acuite: la paura per la criminalità, l'allarme sociale che ne deriva e quindi il bisognodomanda di sicurezza crescono continuamente, nonostante i dati statistici più recenti segnalino una diminuzione dei reati.

D'altro canto, poter vivere nel proprio ambiente un'esistenza tranquilla e serena, non condizionata dalla presenza e dall'attività di criminali costituisce la condizione essenziale e determinante per il benessere collettivo. E in un'era in cui si tende con qualunque mezzo al miglioramento della qualità della vita, fondamentale contributo a tale miglioramento deriva appunto dal soddisfacimento delle diffuse esigenze di sicurezza.

Nata come apparato repressivo al servizio del potere esecutivo, la

Pubblica Sicurezza è divenuta tale solo 150 anni fa, quando fu istituito il corpo delle "Guardie di Pubblica Sicurezza" allo scopo di difendere le tanto agognate libertà democratiche.

A quel tempo l'organizzazione del sistema di sicurezza era di tipo mili tare, quindi fortemente rigida e gerarchica, e i principali difetti che ne sca turivano erano:

- il particolare uso che i regimi politici ne facevano,

- la mancanza di professionalità degli agenti,

- l'esclusione del poliziotto dal corpo sociale. Page 271

Col passare degli anni, fortunatamente, la situazione si evolve e si arriva alla riforma della polizia, iniziata negli anni Settanta e culminata nella legge di riordino dell'intera Istituzione, la n. 121 del 1981, ispirata a due principi cardine: la direzione unitaria delle Forze di Polizia e la vicinanza al cittadino.

Da questo momento si realizzano importanti interventi per snellire l'organizzazione, si compiono rilevanti progressi nel coordinamento delle forze in campo e soprattutto si diffonde una nuova concezione di sicurezza, intesa come valore collettivo da tutelare con il consenso di tutti: la sicurezza non è un problema solo degli operatori del settore, bensì un bene a cui tutti i membri di una comunità possono contribuire, se non altro perché tutti siamo sensori dell'ambiente in cui viviamo.

@@1.1. L'organizzazione dell'Ente a livello centrale

Definire il servizio di pubblica sicurezza equivale a definire l'attività di polizia: azione che tende ad assicurare l'ordine e la sicurezza pubblica attraverso la prevenzione e la repressione dei comportamenti illeciti, la vigilanza su persone ed attività a rischio, nonché su particolari settori dello sviluppo economico-sociale1.

L'attività di polizia, dunque, andando ad incidere sulle libertà costituzionalmente protette (come la libertà personale, art. 13 Costituzione), deve esercitarsi nel rigoroso rispetto delle leggi e dei regolamenti che la disciplinano. Primo fra tutti il Testo Unico delle Leggi in materia di Pubblica Sicurezza, approvato con r.d. 18 giugno 1931 n. 773, che si apre con l'indicazione degli organi e dei compiti dell'Autorità di pubblica sicurezza. Secondo l'art. 1, l'Autorità di pubblica sicurezza: a) provvede al mantenimento dell'ordine pubblico, alla sicurezza dei cittadini, alla loro incolumità e alla tutela della proprietà; b) cura l'osservanza delle leggi e dei regolamenti generali dello Stato, delle province e dei comuni, nonché delle ordinanze delle autorità; c) presta servizio di soccorso in caso di pubblici e privati infortuni; d) per mezzo dei suoi ufficiali e su richiesta delle parti, provvede alla bonaria composizione dei dissidi privati2. Page 272

L'Amministrazione della Pubblica Sicurezza oggi è sempre articolata secondo una gerarchia ben precisa che vede al vertice il Ministro dell'Interno, come Autorità nazionale di Pubblica Sicurezza, che ha la responsabilità politica e l'alta direzione dei servizi di ordine e sicurezza pubblica; sempre a livello nazionale troviamo il Dipartimento della Pubblica Sicurezza, cui è preposto il Capo della Polizia che provvede all'attuazione della politica dell'ordine e della sicurezza pubblica. Mentre a livello provinciale il Prefetto ha responsabilità amministrativa generale e sovrintende all'applicazione delle direttive in materia di ordine e sicurezza pubblica; il Questore infine ha la responsabilità tecnico-operativa.

Il Dipartimento di Pubblica Sicurezza si colloca quindi in una posizione di snodo tra il momento di indirizzo e il momento operativo, di raccordo tra l'Autorità politica, che definisce le linee strategiche guida da seguire, e le Forze di Polizia, alle quali spetta in concreto di assicurare la tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica sull'intero territorio nazionale.

La struttura organizzativa che caratterizza l'intero sistema di sicurezza sembra essere quella di "line and staff ", una forma gerarchica che però prevede la creazione e l'utilizzo di organi consultivi, con competenze specifiche su determinati oggetti, i quali si posizionano ai vari piani della piramide per essere di supporto agli organi istituzionali. In tal modo l'architettura risulta maggiormente funzionale ed anche il coordinamento è notevolmente favorito.

@@1.2. La struttura organizzativa a livello periferico: l'esempio della Questura di Firenze

Con l'entrata in vigore della "121" il Prefetto è diventato parte integrante dell'Amministrazione, autorità provinciale di pubblica sicurezza Page 273 che non rientra più nell'ambito generale di rappresentanza del Governo3, bensì titolare di competenze di impulso e coordinamento proprie nei confronti di tutti gli organi di pubblica sicurezza operanti nella provincia.

Pertanto è scomparso il tradizionale rapporto di subordinazione gerarchica Ministro-Prefetto e di conseguenza è stato scelto un diverso approccio operativo. Infatti è necessario che il Prefetto sia posto nella concreta possibilità di operare, dal momento che è chiamato a rispondere del buon andamento dell'ordine pubblico nella circoscrizione territoriale a lui affidata; a tale scopo provvede il terzo comma dell'art. 13 della l. 121 secondo cui il Prefetto deve essere informato tempestivamente su quanto abbia attinenza con l'ordine e la sicurezza pubblica nella provincia dal Questore e dai Comandanti provinciali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza.

Anche al Questore viene attribuita dall'art. 14 della stessa legge una nuova dimensione, autonoma e non più riflessa: è autorità provinciale di pubblica sicurezza con la responsabilità e il coordinamento a livello tecnico operativo dei servizi di ordine e sicurezza pubblica. Ne deriva che il Questore ha la potestà di fissare attraverso direttive gli obiettivi che si intendono raggiungere in un quadro di programmazione della materia della sicurezza e dell'ordine pubblico.

La Questura a sua volta è la proiezione sul territorio del Dipartimento della Pubblica Sicurezza e come tale garantisce lo svolgimento, la direzione e l'organizzazione di tutta l'attività della Polizia di Stato nella Provincia: uno specchio in cui si riflette l'incontro tra Polizia e cittadino.

Nei piccoli comuni e nei quartieri delle grandi città, i Commissariati costituiscono vere e proprie appendici della Questura, concepiti quali presidi territoriali di polizia per realizzare l'attività di prevenzione, investigazione e contrasto della criminalità. Il decentramento funzionale permette di determinare un controllo del territorio sempre più pianificato, armonico e organizzato.

A Firenze la Questura è organizzata come evidenziato nell'organigramma a pagina seguente. Page 274

[GRAFICO NON È INCLUSO]

Esaminiamo adesso per ogni ufficio e divisione della Questura quali siano i compiti e le specifiche competenze:

  1. Ufficio di Gabinetto: ordine e sicurezza pubblica, prevenzione generale e soccorso pubblico, affari generali - segreteria di sicurezza, organizzazione degli uffici...

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