La prospettiva biologica

AutoreSergio Ortino
Occupazione dell'autoreProfessore ordinario di diritto dell’economia, Università di Firenze
Pagine107-146

Page 107

@1. Il continuo divenire del mondo organico

1.1. Nel XVII e XVIII secolo le ricerche dei geologi cominciarono a svelare un'età della Terra molto maggiore di quella fino a quel tempo immaginata: per spiegare come si era formato il paesaggio con le sue vallate scavate dai fiumi e con le sue montagne emerse dalle pianure, fu naturale ipotizzare processi lenti e graduali che presupponevano intervalli di tempo molto lunghi non di qualche migliaio, ma di qualche centinaia di migliaia - se non di milioni di anni. Nel frattempo la scoperta della fauna fossile estinta, come ad esempio enormi lucertole chiamate dinosauri, cominciò a far riflettere se ciò poteva essere una conseguenza del fatto che non tutti gli animali furono salvati dal diluvio universale, o piuttosto una smentita delle teorie cosmologiche che consideravano i corpi celesti sempre esistiti e immutabili o delle teorie creazioniste fondate sulla convinzione che il mondo fosse abitato da specie viventi immutabili, e quindi permanenti fin dal loro apparire sulla Terra. Page 108 Ê sufficiente ricordare come pionieri di queste nuove concezioni rispettivamente il geologo Charles Lyell, lo zoologo svizzero Konrad Gesner e lo scienziato britannico Robert Hooke.

Questi dati geologici e paleontologici portarono poco alla volta molti studiosi di varie discipline a concludere che anche il mondo organico, come il mondo inorganico, non era costante, ma mutava continuamente. Sebbene l'idea del divenire della vita e del collegamento biologico tra esseri viventi da generazione in generazione fosse rinvenibile in tutto il pensiero umano, fin dai primordi; sebbene il naturalista svedese Carlo Linneo nel 1753 avesse con la sua classificazione del mondo vegetale e del mondo animale, evidenziato le connessioni tra i vari gruppi tassonomici in un sistema gerarchico, che poteva anche far pensare a una discendenza comune di tutti gli esseri viventi; sebbene il naturalista francese Jean-Baptiste de Lamarck già nel 1809 avesse proposto una completa teoria evolutiva -, il punto di svolta per la nascita di un vero e proprio pensiero evoluzionista ebbe luogo intorno alla metà del XIX secolo in seguito agli studi di Alfred Russel Wallace e Charles Darwin. Venne così varata la teoria dell'evoluzione delle specie in base a una molteplicità di rilevazioni e prove, che sono sempre andate aumentando da allora in poi, fino a trasformarla (nell'opinione di molti studiosi) da teoria a fatto vero e proprio1.

Le conferme più significative alla teoria evoluzionista sono state in particolare quelle derivate dalla nuova scienza biologica della genetica. Il fondatore di questo nuovo tipo di studi biologici è considerato unanimamente Gregor Johann Mendel, il monaco agostiniano di lingua tedesca, nato in Moravia (ora Repubblica Ceca) nel 1822 per i suoi studi sulla pianta del pisello. Grazie ai suoi esperimenti di ibridazione, condotti nel giardino del suo convento a Brno, Mendel accertò che l'ereditarietà dei tratti di questa pianta seguiva particolari leggi che poi in seguito presero il suo nome. La rilevanza delle ricerche di Mendel sulla ereditarietà dei tratti distintivi trovò riconoscimento soltanto dopo trentacinque anni, all'inizio del XX secolo, dando vita alla genetica.

Questa nuova disciplina studia l'ereditarietà dei caratteri degli esseri viventi, ovvero il processo mediante il quale caratteri specifici vengono trasmessi dai genitori ai figli attraverso le generazioni. Il nucleo centrale di questi studi è costituito dal concetto fondamentale che l'ereditarietà di questi caratteri è controllata da determinati fattori, chiamati geni. Il gene è l'unità ereditaria fondamentale degli organismi viventi. Essa corrisponde a una sequenza Page 109 di acidi nucleici (DNA o, più raramente, RNA). Gli acidi nucleici sono le molecole più grandi presenti nelle cellule. La somma delle sequenze geniche, insieme a quelle non codificanti, è detta genoma. Nelle lunghissime biomolecole di DNA è racchiusa tutta l'informazione genetica necessaria alla vita della cellula e dell'organismo a cui essa appartiene2.

Ogni organismo vivente è costituito da unità strutturali dette cellule. Le più semplici forme di vita sono costituite da una cellula soltanto, e sono chia- mate unicellulari, mentre le forme di vita più complesse sono formate da un numero variabile di cellule e sono chiamate pluricellulari (un essere umano è ad esempio composto da circa 10 milioni di milioni di cellule). A seconda della loro struttura le cellule si distinguono in procariotiche ed eucariotiche. Le prime hanno come caratteristica principale il nucleo non separato in modo netto dal resto del materiale cellulare; esse costituiscono gli organismi unicellulari più semplici e più antichi; a questa categoria appartengono i batteri, gli esseri viventi più numerosi presenti sulla Terra e osservabili soltanto con l'ausilio di un microscopio. Le seconde sono racchiuse da una membrana cellulare, all'interno della quale si distingue materiale cellulare indifferenziato (il citoplasma) e un nucleo ben delimitato da una membrana nucleare; all'interno del citoplasma si trovano vari organelli, ognuno con sue specifiche funzioni; tra questi organelli figurano ad esempio i mitocondri3.

Negli organismi formati da cellule eucariotiche l'informazione genetica si distribuisce in un numero di molecole di DNA che varia a seconda della specie (nell'uomo sono 46) e che sono chiamate cromosomi. Ogni cellula che contiene il numero di cromosomi caratteristico della specie, viene chiamata aploide; ogni cellula che contiene una coppia di ciascun cromosoma viene invece chiamata diploide.

Nei decenni successivi alla pubblicazione del 1859 del libro di Darwin, la teoria dell'evoluzione si è così arricchita dell'apporto di varie discipline biologiche, in particolare della genetica, della sistematica, della botanica, della paleontologia: una sintesi moderna comunemente definita neodarwinismo.

Alla luce delle nuove ricerche e in termini semplificati e sintetici, può definirsi evoluzione un lento processo storico attraverso cui il mondo organico è stato formato, sulla base della connessione genealogica di tutti gli organismi e sulla base del principio della discendenza con modificazioni. Partendo da primordiali forme di vita e attraverso varie trasformazioni dovute a molteplici fattori come la selezione naturale, la lotta per l'esistenza, l'adattamento all'ambiente, l'uso degli organi e l'esercizio delle facoltà, e altri ancora, questo processo ha visto il passaggio da organismi semplicissimi a organismi sempre più complessi.

Tra le principali conseguenze di questa nuova interpretazione della storia della Terra e delle forme animali e vegetali che la popolano, elaborata nel corso di questi ultimi centocinquanta anni, si può ricordare in primo luogo quella di Page 110 aver dato una spiegazione scientifica unitaria, non soltanto alla stupefacente molteplicità degli organismi viventi che fino a quel momento parevano non essere assoggettabili ad alcuna legge o principio, ma anche alla stupefacente similarità dei percorsi di sviluppo fondamentali tra i grandi gruppi (i Phila, i gruppi tassonomici gerarchicamente inferiori al Regno e superiori alla Classe), nonostante il fatto che ciascuno di questi si sia evoluto indipendentemente per più di 500 milioni di anni e appaia molto diverso dagli altri per gli aspetti anatomici di base. Queste similarità tra Phila sono numerose. Ad esempio Stephen Jay Gould annota: "Gli stessi geni regolano la superficie superiore e quella inferiore negli insetti e nei vertebrati, per quanto nell'ordine opposto - dato che la nostra schiena, con il midollo spinale che corre sopra le viscere, dal punto di vista anatomico è equivalente all'addome di un insetto, in cui le catene nervose corrono lungo la superficie inferiore, al di sotto delle viscere"4. Veniva cioè data una interpretazione del mondo organico che riusciva a spiegare come mai il numero apparentemente infinito di esseri viventi, potesse essere ricondotto a comuni linee di origine e rivelare strette similarità in alcuni tratti essenziali.

Inoltre la teoria dell'evoluzione spiega come mai in circa 3.800 milioni di anni di vita sulla Terra, vi sia stato un continuo avvicendarsi delle specie dominanti e che, in particolare, il dominio degli esseri umani risale soltanto a qualche centinaio di migliaia di anni e occupa un minuscolo periodo di tempo di questa storia.

Sebbene il creazionismo sia radicato ancora in vasti strati della popolazione mondiale come conseguenza del fatto che ha rappresentato il modo più semplice per spiegare la vita sulla Terra, le teorie evoluzioniste sono oramai accolte come un fatto non soltanto dalla prevalente cultura scientifica5, ma anche da importanti religioni, sebbene con molta cautela6. Ciò non significa che l'evoluzione come fatto accertato, e non come semplice teoria, abbia cessato di far sorgere al suo interno varie e aspre discussioni. Ê qui sufficiente ricordare come la convinzione di Darwin di una evoluzione graduale e costante, sia stata messa in dubbio da quelle ricerche paleontologiche che non hanno trovato una corrispondente gradualità nel materiale fossile finora rinvenuto7; ovvero come la nozione secondo cui una specie deriva da un'altra sia stata considerata una teoria basata soltanto su prove indirette e circostanziali (un'obiezione che non è vera per quanto riguarda i microrganismi e quelle specie, come il moscerino della frutta, che, riproducendosi a un ritmo molto veloce, danno la possibilità di osservare l'evoluzione 'in diretta', cioè nel giro di pochi anni o decenni). Page 111

1.2. La definizione dell'unità vitale soggetta a pressioni selettive e la determinazione dell'incidenza di questa unità vitale sul funzionamento e sul comportamento dell'organismo nel suo complesso, rappresentano oggi due degli argomenti più controversi tra i seguaci dell'evoluzionismo darwiniano. Ma la natura di queste discussioni non ha mai...

Per continuare a leggere

RICHIEDI UNA PROVA

VLEX uses login cookies to provide you with a better browsing experience. If you click on 'Accept' or continue browsing this site we consider that you accept our cookie policy. ACCEPT