Proprietà E Libertà

AutoreCorrado Sforza Fogliani
Pagine117-117
117
Arch. loc. cond. e imm. 1/2018
Varie
PROPRIETÀ E LIBER
di Corrado Sforza Fogliani
La dittatura del relativismo ha avuto, a succederle, la
dittatura del pensiero unico. Ormai i giornali cantano lo
stesso ritornello; diffondono, per esempio, l’idea che la
proprietà immobiliare sia una proprietà statica, che vive
di rendita, come vuole la teorizzazione marxista. Noi, in-
vece, constatiamo come la proprietà, tanto più in questo
momento, non sia mai acquisita, ma vada riconquistata
giorno per giorno, come si dice della libertà. Lo consta-
tiamo sulla nostra pelle, perché ciascuno di noi avverte
sulla propria pelle la tassazione. Ebbene, il pensiero unico
vuole la tassazione del valore anziché dei redditi. Confedi-
lizia ha organizzato l’anno scorso a Firenze un convegno
per celebrare l’anniversario del varo in Italia dell’imposta
reddituale. Lo Stato liberale è sempre ricorso a un’impo-
stazione f‌iscale di carattere reddituale, proprio facendo
riferimento a quel concetto che è consacrato nella Co-
stituzione della Repubblica tedesca e che non è invece
consacrato nella Costituzione della Repubblica Italiana.
Il principio per cui un bene non può essere tassato oltre
il reddito che produce non è stato introdotto nella nostra
Costituzione, lasciando una breccia attraverso cui passano
tutte le peggiori offese alla proprietà. Noi lo sappiamo da
un punto di vista pratico e i teorici lo sanno da un punto di
vista generale: invocare una tassazione sul valore è auspi-
care sempre una tassazione complessivamente espropria-
tiva, perché non rispetta il limite di tassazione del reddito
che il bene produce.
Diversamente da quel che avviene in Germania (la
cui economia non a caso è più solida) abbiamo un’espro-
priazione surrettizia. Il vero nemico, oggi, della proprietà
è l’espropriazione surrettizia, attraverso queste forme di
tassazione che vengono insinuate da queste teorie che
sono fortemente progressiste e f‌intamente scientif‌iche,
ma che in realtà sono solo teorizzazioni politiche di una
volontà espropriativa che sottostà a questo pensiero unico
dominante. Sono interessi di carattere internazionale con-
tro la proprietà immobiliare e i diritti immobiliari, perché
tutti gli organismi internazionali, che hanno tutti la stessa
cultura, ossia quella burocratica e latamente marxista,
sono adagiati su questo tipo di tassazione che invocano
reiteratamente.
La nostra Organizzazione cerca di impedire che questo
pensiero unico avanzi. Con il lavoro attento e incessante
di Confedilizia, si sono evitate molte corbellerie, altre sono
state limitate, ma purtroppo restano e avanzano le pro-
poste che maggiormente ci dispiacciono. Sul notiziario di
Confedilizia trovate non solo notizie di carattere tecnico,
ma anche prese di posizione per una battaglia culturale,
proprio perché ritengo che la proprietà debba essere di-
fesa prima di tutto sul piano delle idee. Oggi, l’opinione
pubblica ha un’importanza eccezionale e le idee, anche se
non sembra così, hanno una grande presa e una grande
capacità d’incidere nella realtà. Noi, con la Confedilizia
centrale e attraverso le ramif‌icazioni e le associazioni più
attive, cerchiamo di reagire prima di tutto proprio sul pia-
no ideale, nel senso che questo è un principio essenziale.
Naturalmente, abbiamo contro di noi questo modo di con-
cepire le cose: è il pensiero unico che ci attanaglia. Però,
questa battaglia è importante perché, oltre ad essere una
difesa di legittimi interessi, è anche una difesa degli ideali
riguardanti la proprietà.
Praticamente, la f‌ilosof‌ia si è sviluppata partendo dai
concetti di proprietà: alcuni f‌ilosof‌i la difendevano, altri
vi si opponevano. Platone non la difendeva, non a caso è
l’ideatore dello stato totalitario. Solo con Locke la pro-
prietà ha trovato una ragione f‌ilosof‌ica, cui è seguita la
teorizzazione liberale di Ludwig Von Mises, che intende-
va la proprietà non solo come modo di corrispondere ad
interessi economici e materiali, ma come una via per as-
sicurare l’indipendenza del pensiero. L’uomo proprietario
è l’uomo indipendente, che non ha bisogno di altri né di
servire il tiranno di turno. L’uomo proprietario ha una sua
libertà e possiamo anche dire che proprio per questo la
proprietà non è apprezzata e la si vuole distruggere insie-
me alla borghesia e al ceto medio. C’è un disegno politico e
ideologico, che si può def‌inire di carattere internazionale
perché è il pensiero unico, che vuole omologare il pensie-
ro. Distruggere la proprietà è il modo migliore per riuscire
in questa omologazione.

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