I profili di carattere generale

AutoreGiuseppe Morgese
Pagine68-279

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@1. L'integrazione "positiva" e il principio della protezione minima. Il punto di equilibrio tra la tutela della proprietà intellettuale e la regolamentazione multilaterale degli scambi commerciali.

Il testo dell'Accordo TRIPs rappresenta il punto di equilibrio, o meglio una serie di punti di equilibrio1, tra le diverse e spesso contrapposte istanze emerse durante il negoziato dell'Uruguay Round.

Innanzitutto, esso contiene uno specifico punto d'incontro tra la disciplina della proprietà intellettuale e la regolamentazione internazionale degli scambi di merci. L'Accordo TRIPs obbliga infatti i Membri OMC a predisporre nei rispettivi ordinamenti nazionali una tutela «effective and adequate» dei diritti di proprietà intellettuale in modo da ridurre «distortions and impediments to international trade»2. A tal fine viene predisposta, da un lato, l'estensione del principio "negativo" di non-discriminazione proprio del GATT 1994 e delle preesistenti convenzioni internazionali in materia di proprietà intellettuale3. Dall'altro, si introducono alcuni obblighi minimi "positivi" a carico dei Membri in materia di esistenza, àmbito ed esercizio dei diritti di proprietà intellettuale attinenti al commercio4, di mezzi appropriati ed efficaci per tutelare tali diritti5 e di procedure rapide ed efficaci per la prevenzione e la risoluzione multilaterale delle controversie tra i Membri6. Page 69 Dall'altro ancora, vi sono specifiche disposizioni attinenti alle merci contraffatte7.

Già in base a questi cenni, si può notare come l'Accordo TRIPs si differenzi dagli altri accordi facenti parte del sistema OMC, e principalmente dal GATT 1994, per il fatto di prevedere una disciplina basata in larga misura sull'integrazione "positiva" tra i suoi Membri8. Ciò rappresenta una rilevante novità nella regolamentazione giuridica del commercio internazionale, che si è retto per quasi cinquant'anni sul sistema multilaterale provvisorio dell'Accordo generale del 1947. Il tratto peculiare di quest'ultimo risiedeva nella previsione di divieti a carico delle sue Parti contraenti. Il GATT 1947 aveva infatti dato luogo a una forma di integrazione prevalentemente "negativa", comportante la multilateralizzazione dei due principî di non-discriminazione tra le merci nazionali e straniere (principio del trattamento nazionale) e tra diverse merci straniere (principio del trattamento della nazione più favorita), insieme alla riduzione progressiva dei dazi doganali e all'obbligo di non porre in essere ostacoli di carattere non-tariffario.

Il sistema OMC, pur confermando la tradizionale filosofia liberalizzatrice dell'Accordo generale del 1947, vi affianca forme più approfondite di collaborazione tra i suoi Membri. Tralasciando le novità consistenti nella predisposizione di una struttura istituzionale stabile e di un sistema di risoluzione delle controversie a carattere tendenzialmente esclusivo, che pure evidenziano la volontà di coordinare in maniera più stretta le questioni relative alla politica commerciale internazionale, ci si riferisce piuttosto ad alcuni aspetti di diritto materiale.

Innanzitutto, nel sistema OMC è possibile notare il definitivo accoglimento dell'idea, già alla base di alcuni sviluppi del GATT 1947, secondo cui è necessario correggere determinate manifestazioni dell'impostazione puramente liberoscambista (free trade) con la previsione di norme multilaterali basate sulla "equità" degli scambi (fair trade). A tal proposito, viene in mente la disciplina sulle sovvenzioni e sulle misure compensative, oppure quella sul dumping, o ancora quella relativa alle varie misure di salvaguardia, che hanno in comune tra loro la finalità di permettere a un Membro di rimediare ad alcune pratiche suscettibili di incidere in maniera negativa sul normale flusso degli scambi commerciali oppure sul generale andamento dell'economia nazionale9. Le discipline appena ricordate, pur rappresentando specificazioni della più ampia regolamentazione dell'Accordo generale e nonostante non mettano in discussione il principio di non-discriminazione di quest'ultimo, apportano nondimeno taluni correttivi alla pura e semplice libertà di scambio delle merci. Page 70 Un'altra forma di collaborazione più intensa tra i Membri OMC rispetto al passato riguarda poi lo scambio dei servizi disciplinato dall'Accordo GATS, nel quale il principio di non-discriminazione del GATT viene esteso a settori non-merceologici10.

La terza forma di maggiore collaborazione tra Stati prevista nel sistema OMC, invece, a nostro avviso va invece decisamente oltre la tradizionale impostazione liberoscambista. Essa infatti affianca al principio "negativo" di non-discriminazione alcune modalità di integrazione "positiva" tra i Membri11. Espressione di questo parziale mutamento di prospettiva ci sembra essere la disciplina prevista nell'Accordo sugli ostacoli tecnici agli scambi (Accordo TBT)12, quella dell'Accordo sulle misure sanitarie e fitosanitarie (Accordo SPS)13 e infine quella dell'Accordo TRIPs. I primi due accordi rappresentano l'evoluzione, in due testi normativi vincolanti tutti i Membri OMC, dell'unitario "Codice sugli ostacoli tecnici agli scambi" (c.d. Standard Code), adottato al termine del Tokyo Round, il quale intendeva abbracciare tutte le misure nazionali di carattere tecnico aventi l'effetto di ostacolare la libera circolazione delle merci tra le Parti contraenti del GATT 1947. Questi accordi, benché incorporino i tradizionali divieti di discriminazione dell'Accordo generale, hanno tuttavia come obiettivo quello di ridurre gli effetti restrittivi del commercio internazionale derivanti dall'esistenza di regolamentazioni tecniche e standards nazionali tra loro divergenti. Di conseguenza, essi impongono ai Membri OMC di armonizzare le loro norme tecniche nonché le loro legislazioni in materia sanitaria, alimentare e ambientale sulla base degli standards internazionali di volta in volta rilevanti14.

A differenza degli accordi TBT e SPS che impongono ai Membri OMC di "basarsi" sugli standards internazionali, l'Accordo TRIPs non si limita a disporre un certo grado di armonizzazione tra le diverse discipline nazionali. Esso piuttosto si propone di creare le condizioni per il funzionamento di un "mercato globale" dei prodotti artistici e tecnologici, prevedendo a carico dei Membri l'obbligo positivo di tutelare i titolari di diritti di proprietà intellettuale secondo quanto previsto nella disciplina da esso predisposta15. L'Accordo TRIPs quindi non svolge una funzione esclusivamente "liberalizzatrice", in quanto solo in parte obbliga ad aprire i mercati nazionali e a garantire l'accesso alle merci straniere su base paritaria. Esso svolge anche e soprattutto una funzione "regolatoria", per mezzo della previsione di un livello minimo globale di tutela sostanziale e processuale dei diritti di proprietà intellettuale Page 71 che ogni Membro deve riconoscere all'interno del proprio ordinamento giuridico16.

Da questo punto di vista, dunque, l'Accordo TRIPs rappresenta senza dubbio l'espressione più evoluta dell'attuale trend di regolazione del commercio internazionale. Tra le varie forme di integrazione positiva astrattamente configurabili, l'Accordo predilige quella della regolamentazione minima avente lo scopo di uniformare il contenuto di base delle diverse legislazioni in materia di diritti di proprietà intellettuale dei Membri OMC in modo da ridurre «distortions and impediments to international trade». Le disposizioni materiali contenute nelle parti II e III dell'Accordo non possono pertanto qualificarsi come norme di diritto uniforme. Esse infatti non disciplinano anche la soglia massima bensì solo quella minima di protezione dei diritti di proprietà intellettuale17, a meno che l'ulteriore tutela più elevata disposta a livello nazionale non sia a sua volta di ostacolo al commercio internazionale.

Ê importante sottolineare tuttavia che tali obblighi minimi uniformi - benché, lo ripetiamo, non abbiano l'effetto tipicamente liberoscambista di eliminare o limitare le misure nazionali restrittive del commercio, ma quello regolatorio diretto a tutelare il mercato globale dei prodotti dell'ingegno18- rappresentano solo un mezzo per raggiungere la finalità di una migliore disciplina degli scambi commerciali. In altri termini, la funzione regolatoria dell'Accordo TRIPs appare funzionale alla tutela del più generale sistema commerciale internazionale cui è preordinato il sistema OMC.

Nel primo capitolo di questo lavoro si sono ripercorse le motivazioni storiche, politiche ed economiche che hanno portato gli Stati industrializzati a proporre l'inserimento della tutela della proprietà intellettuale nell'alveo dei Page 72 negoziati commerciali dell'Uruguay Round. In particolare, è stata evidenziata l'importanza dei beni ad alto contenuto creativo e tecnologico sulla quota nazionale di scambi commerciali dei Paesi più progrediti nonché il peso sempre maggiore che l'inadeguata tutela dei titolari di tali beni sui mercati esteri rivestiva nei confronti del crescente deficit della bilancia dei pagamenti di tali Paesi. Si è dunque insistito sull'importanza per tali Stati di una migliore tutela internazionale della proprietà intellettuale, rispetto alle pur fondamentali ma "datate" convenzioni di Berna e di Parigi, per evitare distorsioni o impedimenti degli scambi commerciali internazionali.

Per questi motivi ci pare che l'Accordo TRIPs, nonostante per molti versi si discosti dalla tradizionale impostazione liberalizzatrice del GATT basata prevalentemente sul principio di non-discriminazione, non debba qualificarsi come uno strumento regolatorio fine a se stesso. Esso è stato invece concepito con l'obiettivo principale di fornire una soluzione multilaterale al problema della distorsione e dell'impedimento dei flussi commerciali internazionali derivante da una tutela inadeguata dei diritti sui beni immateriali19, e dunque di garantire attraverso la regolamentazione minima globale...

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