Attività professionali e diritto del lavoro. Spunti di riflessione da alcuni recenti interventi normativi

AutoreGiampiero Proia
Pagine957-971
Giampiero Proia
Attività professionali e diritto del lavoro.
Spunti di rif‌lessione da alcuni recenti interventi normativi
S: 1. Premessa. - 2. La Direttiva sul riconoscimento delle qualif‌iche professionali. - 3. La Direttiva
Bolkestein. - 4. Gli interventi del legislatore nazionale. - 5. Tre considerazioni f‌inali.
1. Questo scritto non intende esaminare in modo organico l’evoluzione del qua-
dro normativo, comunitario e nazionale, in materia di liberalizzazione dei servizi e di
disciplina delle professioni1 che ha già formato oggetto anche di recenti, approfondite
analisi2.
L’attenzione è, invece, indirizzata soltanto ad alcuni dei più recenti interventi nor-
mativi con l’obiettivo di individuare i punti di contatto, o di possibile incidenza, tra
questi interventi (e le forme di esplicazione dell’attività umana che in essi sono conside-
rate) ed il diritto del lavoro (ed i problemi di qualif‌icazione e di disciplina che questo
studia ed af‌fronta).
Il tema, ovviamente, non è nuovo.
Da sempre, la dottrina si interroga sui problemi di qualif‌icazione del lavoro umano
e sui modelli più idonei a disciplinare le diverse forme in cui esso può essere prestato. Ma
la attenzione, oramai da molti anni, è quasi esclusivamente, e comprensibilmente, rivol-
ta verso quella che è stata def‌inita la “zona grigia” tra autonomia e subordinazione, ove
si presentano, con maggiore intensità e con più rilevanti implicazioni concrete, i proble-
mi di regolamento dei conf‌ini” tra le diverse fattispecie, e di equità nella distribuzione
delle tutele disponibili.
Una “zona grigia” che, non a caso, è stata recentemente interessata sia da interventi
legislativi (il riferimento è chiaramente alla vicenda delle collaborazioni coordinate e
continuative, in parte ricondotte alla nuova disciplina del lavoro a progetto), sia da un
acceso dibattito progettuale (pensiamo, in particolare, all’idea dell’elaborazione di un
nuovo Statuto dei lavori, e più in generale al dibattito sulla precarietà, e sui percorsi di
rientro dalla precarietà).
La prospettiva nella quale, in questa sede, viene esaminato il problema qualif‌icato-
rio e dei modelli di disciplina è, invece, certamente meno consueta, perché essa non
viene “focalizzata” sul lavoro subordinato, o sui suoi immediati dintorni, bensì sul suo
tradizionale “antagonista” costituito dal lavoro certamente autonomo e, in particolare, a
1 In generale, e per tutte le problematiche di inquadramento e di disciplina che non verranno qui esamina-
te, si veda, nell’ampia letteratura, Santoro Passarelli 1967, 23 ss.; Riva Sanseverino 1968; Sandulli 1986;
Giacobbe 1987, 1065 ss.; Perulli 1996.
2 Cfr., in particolare, le relazioni svolte da Magnani (2007), Gragnoli (2007) e Carinci (2007) nel Conve-
gno su Lavoro autonomo e riforma delle professioni, svoltosi a Ravenna il 16.3.2007 (i cui atti sono in
corso di pubblicazione in Quad. ADL). L’intervento che ebbi modo di svolgere nell’ambito di quel Conve-
gno ha costituito l’occasione per il presente scritto.

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