Problemi definitori

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CAPITOLO PRIMO
PROBLEMI DEFINITORI
SOMMARIO: 1. Il trasferimento di clientela professionale a titolo oneroso: le
suggestioni derivanti dallesperienza francese. - 2. Definizione della fatti-
specie nel prisma dellordinamento giuridico italiano. - 2.1 La clientela. - 2.2
Sulla nozione di libera professione e libero professionista. - 2.3 Trasferi-
mento. Alla ricerca di un preciso significato giuridico.
Il dichiarato intento di approfondire lanalisi del rapporto tra
operazioni di trasferimento di clientela professionale dietro corri-
spettivo e nostro ordinamento e quindi, in ultima analisi, di verifi-
care la possibile negoziabili di quella stessa clientela, necessita
di adeguate premesse utili a chiarire la natura degli elementi costi-
tutivi di quelle operazioni negoziali.
Appare, cioè, prioritario comprendere cosa sia o comunque co-
sa nel seguito si intenderà per clientela, libera professione (e dun-
que libero professionista) e trasferimento.
Proprio nella prospettiva di una necessaria precisazione dei ter-
mini del discorso, gioverà, inoltre, ulteriormente premettere brevi
cenni comparativi, in particolar modo attinenti allesperienza francese.
Quello dOltralpe rappresenta infatti un sistema assai rilevante
poiché latore di una cultura giuridica affine alla nostra e, soprattut-
to, per il fatto che la questione in esame vi risulta tuttaltro che a-
cerba. Essa, al contrario, impegna gli operatori del diritto ormai da
svariati decenni1.
1. Il trasferimento di clientele pr ofessionali a titolo oneroso: le
suggestioni derivanti dallesperienza francese
Nellaccostarsi allesperienza francese è assolutamente neces-
sario precisare che, a differenza del nostro, quellordinamento non
1 Per unefficace ricognizione dellevoluzione delle riflessioni sul tema
compiuta in Francia da dottrina e giurisprudenza, v. Cimino, La trasmissione di
clientele delle professioni liberali nellesperienza francese, in Rass. forense,
1997, p. 497 ss.
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contempla una netta divisione tra attività libero-professionale e at-
tività imprenditoriale, prospettandone invece una disciplina per
larghi tratti comune.
Questa diversa impostazione concettuale si rivela temporal-
mente contestuale alla (precoce) maturazione, in Francia, della rifles-
sione giuridica moderna, il che la fa collocare già nel XIX secolo.
Ad una prima sommaria comparazione già si può ottenere la
riprova di quanto la (più o meno) comune regolamentazione di at-
tività professionale ed imprenditoriale comporti la naturale emer-
sione del problema del trasferimento a titolo oneroso di clientele
afferenti alla prima.
È infatti sin dallOttocento che in quel contesto dottrina e
giurisprudenza2, incessantemente, si intrattengono su tale fenome-
no, così consentendo il confronto con una vastità di contributi che
permette di ricreare artificialmente un modello sul quale proiettare
e verificare taluni profili problematici emergenti nella nostra odierna
realtà locale.
Questultima proficua opportunità, che permette altresì di ri-
muovere il rischio di indugiare in speculazioni meramente astratte
sul tema in questione, viene offerta dalla ricchezza dellimpegno
profuso Oltralpe, un impegno foriero di riflessioni la cui ricono-
sciuta maturità reca, però, insito un subdolo rischio: quello di in-
durre a guardare direttamente alle soluzioni offerte, trascurando il
fatto che in ogni caso esse provengono da contesti diversi dal
nostro e presentano pertanto peculiarità insopprimibili e (soprattut-
to) intrasferibili.
La volontà di resistere a quella tentazione induce, quindi, a so-
prassedere, almeno per il momento, dal rappresentare quali siano
le concrete modalità mediante le quali effettivamente la circola-
zione di clientele professionali si realizza oggi in Francia, privile-
giando, invece, al fine di evitare un acritico appiattimento su di es-
se, unagile rassegna e breve disamina dei fondamentali nodi pro-
blematici il cui scioglimento ha poi condotto alladozione delle
predette soluzioni.
2 È addirittura del 25.2.1846 la pronuncia più risalente di cui si abbia trac-
cia (Trib. Civ. de la Seine, in Dalloz périodique 46.3.62, S 46.2.142).

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