Prima prefazione

AutoreAntonio Incampo
Pagine9-11
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Prima prefazione
Una filosofia del dovere giuridico è scienza dell’universale.
Traccia linee simili a quelle di una pittura astratta (penso a Piet
Cornelis Mondrian): linee semplici, ora orizzontali, ora verticali
o oblique di un oggetto originariamente multiforme, a volte di-
sperso; linee sufficienti, però, a rilevare il corpo di una defini-
zione o di un’idea universali. Non ci si perde, insomma, nei par-
ticolari, e se chiamiamo in causa singoli fenomeni, lo si fa uni-
camente per la loro possibilità, e non perché accaduti realmente
qui e adesso. I fatti, altrimenti, sarebbero solo dei fatti, non un
concetto.
Il libro intende dimostrare, a dispetto di ogni giuspositivismo
ingenuo sempre rinascente e che generalmente ignora l’oggetto del
quale si occupa, che la vita del diritto non è solo quella della vo-
lontà particolare di chi “comanda” (fosse anche del legislatore).
Gli atti giuridici, e lo stesso ordinamento, sono, prima di tutto,
un’idea universale [e‹dov eîdos] che genera doveri necessari. Doveri
chiamati “pragmatici”, se relativi ad atti; “sintattici”, se ordinamenta-
li. Doveri, in ogni modo, necessari che esprimono anche il senso mo-
rale del diritto, poiché si determinano intorno alla funzione essenziale
(si direbbe di nuovo: “universale”) di quest’ultimo. D’altronde, è la
funzione un bene ed una perfezione di qualche cosa.
Con quale conseguenza? Quella di sapere fino a che punto
possa spingersi il potere, una forza che nei fatti giuridici è più
metafisica che fisica, giacché non sposta semplicemente dei gra-

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