Presentazione
Autore | Guido Alpa; Alarico Mariani Marini |
Occupazione dell'autore | Professore ordinario di Diritto civile. Università di Roma "La Sapienza"/Consigliere Nazionale Forense |
Pagine | 9-11 |
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Avvocati di venticinque Paesi dell’Unione Europea e del Mediterraneo riuniti a Roma per discutere e confrontarsi sulla formazione iniziale e continua dell’avvocato, la presenza di eminenti rappresentanti del Consiglio degli Ordini forensi di Europa (CCBE), e l’approvazione di una Dichiarazione1 conclusiva sulla formazione dell’avvocato costituiscono un evento di straordinaria importanza per l’avvocatura.
Ed anche un motivo di soddisfazione per il Consiglio Nazionale Forense e per la Scuola Superiore dell’Avvocatura che hanno promosso e organizzato la Conferenza.
Inoltre una numerosa partecipazione di avvocati italiani, impegnati nelle attività formative degli Ordini, ha sottolineato l’interesse di questo qualificato settore dell’avvocatura per i temi affrontati nella Conferenza.
Le venticinque delegazioni delle avvocature europee presenti hanno approvato una dichiarazione che disegna l’identità dell’avvocato nell’attuale società europea con indicazioni fortemente innovative in una prospettiva che va ben oltre il tema specifico della formazione.
La dichiarazione ha ribadito che l’avvocato, garante della giustizia, dei diritti e delle libertà fondamentali dei cittadini, deve esprimere elevati livelli di qualità e di etica professionale per raggiungere i quali sono necessarie forme obbligatorie di formazione iniziale e continua. Questa è anche la condizione per salvaguardare l’indipendenza del ruolo dell’avvocato, la sua funzione di interesse generale, e per contrastare il prevalere delle regole del mercato sulla specificità e la rilevanza pubblica della professione forense.
Si tratta di affermazioni di notevole rilievo in una fase contrassegnata dalla tendenza alla privatizzazione di funzioni legali di pubblico interesse e all’assunzione delle regole dell’economia e del mercato quali linee guida della società rispetto ai valori della persona e delle libertà fondamentali sancite dalle costituzioni e dalle convenzioni internazionali.
La professione forense ha infatti subito in questi anni la pressione delle regole del mercato che ne hanno minacciato i caratteri che storicamente la distinguono dal mero imprenditore di beni e servizi per il quale obiettivo, legittimo ma unico, è solo il profitto e dove la deontologia commerciale non è certo comparabile alla deontologia e all’etica richieste all’avvocato.
Questa logica, che minaccia di trasformare società democratiche con economie di mercato in società di mercato, ha mostrato in questi...
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