Presentazione

AutoreSara Tommasi
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PRESENTAZIONE
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PRESENTAZIONE
A distanza di molti decenni dalla codificazione civile italiana del
1942, non può negarsi, in una considerazione retrospettiva, che l’effet-
tiva novità intervenuta in quell’occasione, rappresentata dall’introdu-
zione dell’impresa e della sua attività, sia stata per troppo tempo trascu-
rata dalla civilistica italiana nel forgiare le categorie ordinanti su cui da
un lato fondare l’interpretazione del quadro normativo racchiuso nel
nuovo codice civile, dall’altro orientare lo stesso legislatore nei successi-
vi processi legislativi, sì da adeguarne la grammatica e la sintassi, pri-
ma ancora delle stesse opzioni circa i contenuti disciplinari da adottare.
Senza alcuna pretesa di rigorosa cronologia è sufficiente rammen-
tare, a titolo significativo, che negli anni sessanta del Novecento, in
cui pur si è manifestata un’indubbia esigenza di rinnovamento della
cultura civilistica italiana, l’acceso dibattito, peraltro ideologica-
mente orientato, in materia di negozio giuridico ben ha finito col
coesistere, senza traumi, con un generale approccio alla tematica
relativa al controllo delle condizioni generali di contratto, primo pi-
ano di indagine e di scoperta del consumerismo e delle esigenze di
tutela dei contraenti deboli. Tale approccio si è rivelato incapace di
emanciparsi dalla prospettiva tradizionale dell’atto e, in definitiva,
non in grado di recuperare sul piano dell’individuazione delle strut-
ture di base della società industriale, il senso e la portata delle “atti-
vità” economiche che pur erano alle spalle ed al tempo stesso ingloba-
vano il fenomeno dei c.d. contratti di massa.
Per altro verso, l’unificazione del diritto delle obbligazioni, al cen-
tro, prima della svolta del 1942, di un dibattito che avrebbe potuto
condurre ad esiti differenti, è stata, a ben vedere, acquisita per molto
tempo acriticamente, nonostante alcuni isolati caveat della dottrina
commerc ialistica. Sicché, la tradizionale unitaria prospettiva del negozio
giuridico, per quanto in prevalenza sostituita da quella fondata sul con-
tratto, ha, a sua volta, reso “invisibile” all’interprete la fenomenologia

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