Presentazione
Autore | Antonio Uricchio |
Occupazione dell'autore | Preside della II Facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Bari Aldo Moro sede di Taranto |
Pagine | 13-15 |
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PRESENTAZIONE
La ricerca che ho il piacere di presentare e di annoverare nella Colla-
na della II Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Bari
Aldo Moro riguarda un tema di grande rilievo, che resta tale, nonostante
l’attuale battuta di arresto che esso ha subito anzitutto in conseguenza
del sopraggiungere di una imponente crisi nanziaria globale (su que-
sto tema si consenta il rinvio al mio volume “il federalismo della crisi o
la crisi del federalismo?” pubblicato in questa collana).
Il Governo ha, infatti, recentemente ritenuto che uno degli strumenti
di attenuazione degli effetti deleteri per l’economia delle famiglie e per
il nostro debito pubblico, “già altissimo”, potesse essere rappresenta-
to dalla vendita diretta, da parte di una nuova Società “di risparmio”
dal Governo stesso promossa, di beni demaniali e in generale dei beni
pubblici sul libero mercato: con la relativa entrata percepita dal mi-
nistero dell’economia e delle nanze per l’intero valore di scambio e
non, come prevede il decreto legislativo n. 85/2010 sul c.d. federalismo
demaniale, nella misura del 25% del ricavo del trasferimento attuato
dall’ente territoriale in favore di un acquirente di bene pubblico ottenu-
to gratuitamente dallo Stato.
La ricerca, pertanto, si addentra nelle ragioni del federalismo de-
maniale e nella vicenda della sua crisi e del suo abbandono, forse non
denitivo. Emerge, infatti, dalla situazione analizzata nella ricerca un
episodio di nuovo centralismo che ha meritato l’aggettivo di provviso-
rio applicato al tramonto del federalismo demaniale da parte della prof.
M.T. Paola Caputi Jambrenghi, associata di diritto amministrativo nel
dipartimento ionico, nel titolo del suo primo contributo (il secondo ha
ad oggetto il demanio idrico nella prospettiva federalistica), che può
denirsi subito di grande interesse anche per i riferimenti all’esempio
francese di una gestione centralizzata ma efciente del demanio marit-
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