Prefazione

AutoreBelsito, Antonio
Pagine13-16
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Prefazione
L’ultimo decennio del secolo scorso e questi primi anni dell’attuale,
insieme ad un profondo stravolgimento degli assetti produttivi
e degli equilibri economico-sociali, ha visto un nuovo e profondo
riassetto dei rapporti tra datori di lavoro e loro collaboratori. In tutto
l’occidente capitalistico, l’impresa, per lo meno quella industriale, è
mutata radicalmente e si è trasformata al suo interno: dimensioni,
tecniche produttive, beni prodotti e, ancor più, cambiamento della
rappresentanza degli interessi individuali e di quelli collettivi, anzitutto
sotto la spinta di interventi legislativi importanti e profondi.
Si pensi all’enorme rilievo che dai primi anni ’70 fino almeno alla
metà degli anni ’90 del secolo scorso ha avuto lo Statuto dei Diritti dei
Lavoratori, nel concretizzare principi costituzionali volti a ridurre la
disuguaglianza storica tra datore di lavoro e lavoratore subordinato e
a dare effettività a principi fondamentali a tutela della libertà e dignità
del cittadino, pur se lavoratore subordinato.
Si pensi anche al grande sostegno (si è parlato infatti felicemente
di “legislazione di sostegno”) offerto al sindacato come storico e
tradizionale soggetto portatore ed insieme gestore degli interessi dei
lavoratori.
La realtà, però, come si può leggere nell’agile lavoro di Belsito, è
oggi ben più complessa: in particolare perc, accanto alla legge, si
sono create forze che hanno ugualmente inciso sul rapporto datore/
lavoratore e che hanno inevitabilmente segnato un nuovo equilibrio
nelle relazioni industriali, chiarendo e limitando i poteri datoriali.
La legislazione, la giurisprudenza e, in larga misura, la dottrina
hanno negli ultimi anni sistematizzato e definito questi poteri ed hanno
conseguentemente contribuito a creare una nuova concezione della

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