Le politiche per il mezzogiorno dopo il 1992
Autore | Salvatore Chiri |
Pagine | 339-383 |
Capitolo9
LEPOLITICHEPERILMEZZOGIORNO
DOPOIL1992
diSalvatoreChiri
1. Introduzioneepiano dellavoro1
Allafine del 1992, dopo oltre quarant’anni, è cessato l’intervento
straordinarioperil Mezzogiorno. Sebbene non fosse venuta meno la
suaragiond’essere,ossial’esistenzadiunfortedivariodisviluppofra
Nord e Sud, ormai erano state messe in discussione molte delle sue
tradizionaligiustificazioni,dicarattereequitativoediefficienzaecono-
mica. Inoltre, era stata contestata radicalmente l’efficacia degli stru-
mentiutilizzatifinoadallora,giungendoaproporreinloroveceinter-
venti del tutto automatici, addirittura un diverso tasso di cambio, se
nonl’abolizionedi qualsiasi intervento, ritenuto superfluo e persino
dannoso.Infine,sulpianopoliticoeragiuntaamaturazioneuna nuo-
va “Questione settentrionale”, determinata dal diffondersi nel Nord
del Paese della percezione della inadeguatezza della rappresentanza
politicadegliinteressidellecategorie produttivedel Nord,a frontedi
uneccessodi assistenzialismoalSudedigravamifiscali.
Inluogodell’interventostraordinarioperilMezzogiorno,nel1992
venivavarata unapoliticaperle “aree depresse”,indirizzataa tutte le
areedelPaeserelativamentesvantaggiateoindeclinoindustriale.Sop-
pressol’interventostraordinario,lapoliticaperleareedepresseveniva
inscritta in una nuova cornice istituzionale incentrata sul coordina-
mentofraRegioni,StatoeCommissioneeuropea.L’impegnofinanzia-
riopubblicoperlo sviluppo del Mezzogiorno veniva ridimensionato.
Alcontempoeranoindividuatealcune azioni focalizzate sul contesto
economico,istituzionale esociale.Tornaval’ispirazioneoriginariade-
gliannicinquanta,basata suunapolitica dell’offertaingrado diinci-
deresullepre-condizionidellacrescitaeconomicaedellacompetitività
delterritoriomeridionale.Simiravaarimuoverelediseconomieester-
1Leopinioni espressesono personalienon impegnanola Bancad’Italia.Si desidera
ringraziareLuigiCannari eFabioPanetta peri commentiricevutisu unaprecedentever-
sionedellavoro.
340Ilsistemafinanziario eilMezzogiorno
ne,considerandolo unobiettivopreferibile,a paritàdicosti,a quello
dioffrirepure esemplicicompensazionimonetarie.
Sul perseguimento di questo obiettivo ha inciso negativamente
l’esigenzadirisanarelafinanzapubblica.Poichégliorizzontitempora-
lilunghiinsitinellapoliticadell’offertapotevanotollerareaccelerazio-
nierallentamentidell’azione,einoltreoccorrevadefinireleprioritàe
ilquadronormativodell’intervento,ildisegnocomplessivohafaticato
atrovareattuazione.
Questoritardo attuativo e la sospensione dell’intervento straordi-
nariosembranoaverprodottoinunarcodi temporelativamente bre-
ve alcune interessanti discontinuità nei comportamenti delle forze
produttive. In particolare, è stata intaccata – non però estirpata - la
perniciosaattitudinealladipendenzadall’interventopubblico, benvi-
sibilenellescelteimprenditorialielavorativedilargapartedelMezzo-
giorno.Dallafinedell’interventostraordinario,dopounarretramento
iniziale,lasocietàel’economiameridionalihannomostrato unanuo-
vavitalitàdelleenergie imprenditoriali private, con un’accelerazione
dellademografiad’impresa.Probabilmentenonèazzardatoaffermare
chenei primi anni novanta laminaccia della cessazione di ognisov-
venzionepubblicaabbiaincisosull’economiameridionalepiùdiqual-
siasistrumentotradizionale.
Lo studio si articola in un resoconto della svolta e dell’opera di
costruzione istituzionale della politica per il Mezzogiorno. Segue un
excursussulleragionieconomichedell’intervento.Siesaminanopoigli
interventi per l’accumulazione dicapitale e per abbattere i costi del
lavoro,nonchéquellisulcosiddettocapitalesociale.Infine,sioffrono
alcuneconclusioni.
2. Lacesuradel1992:ivincolieuropeielacrisipoliticainterna
Lasoppressionedell’interventostraordinario vienedisposta allafi-
nedel 1992 (Legge n. 488) anche nell’intento di prevenire l’esito di
un referendum abrogativo promosso un anno prima, che mirava a
cancellarel’apparato istituzionale dell’intervento. Con questo attole-
gislativo si chiude un anno che per molti versi aveva costituito uno
spartiacquenellavitadelPaese.Lasequenzadegliavvenimentièim-
pressionante:frafebbraioesettembre cambia l’assetto politico italia-
no,mutalacostituzioneeuropea,siavvialaconcertazioneconleparti
sociali,scoppialacrisidellalira nelloSME (Rossi,2000,pp.93-97);si
effettuanoleprimeprivatizzazioniesiintensifical’operadirisanamen-
todella finanzapubblica.Il processosiintreccia coniprimi passidel
Capitolo9.LepoliticheperilMezzogiornodopoil1992341
federalismofiscale,spintodall’affermazionepoliticadellaLegaNord
(GaetaniD’Aragona,2000, pp.76-79).
NelMezzogiornolacadutadelladomanda interna, più grave che
nelrestodelPaese,ponelepremesseperunarretramento,primadel-
l’industria,poideisettoricollegatieinfinedellebanche.Lapoliticadi
riequilibriofraleduegrandiareedelPaeseentrainunostatodiincer-
tezzaistituzionalee siimpoveriscedirisorse.
Inunorizzontetemporalepiùlungo,lacrisidell’interventostraor-
dinario va vista nella sua progressiva perdita di efficacia - anche per
l’insinuarsidi“interferenzepartitiche”-enellacattivaconduzionedel
costoso intervento di ricostruzione seguito al terremoto del 1980-81
(Cafiero,2000). Classicaèdivenuta laperiodizzazionedell’intervento
disviluppopropostadaCafieroeMarciani(1991),iqualiindividuano
cinquefasi:1)fasedellapre-industrializzazione(Legge646/1950); 2)
politica dell’industrializzazione (Legge 634/1957); 3) intervento di
programmazioneeconomica(Legge 717/1965); 4) intervento straor-
dinario con un primo concorso delle Regioni (Legge 183/1976); 5)
fasedeldecentramento (Legge64/1986).
Sesiguarda alle politiche che sono statecondotte- sia pure con
piùdiun ripensamento, tanto che secondo alcunidopo l’intervento
straordinario c’è stato solo un altalenante disimpegno pubblico - si
puòparlare di una fase6):fasedell’interventoordinario e della pro-
grammazione negoziata (Leggi 488/1992 e 341/1995, D. Lgs. 430/
1997e provvedimenti successivi)o,se si vuolcogliereunodei princi-
paliaspetti di novità, fasedellaeuropeizzazionedelle politiche di svi-
luppo.
PerMasera(1995)gliannicinquantaesessantasarebberoaccomu-
natidal sostegnodell’accumulazione,prima pubblica,poiprivata. Gli
annisettantaeottantasarebberoaccomunatidalcrescenteuso degli
incentivi al lavoro, automatici e compensatori dell’abolizione delle
“gabbiesalariali”(dal 1969), e dal rafforzamento delruolodelle Re-
gioni.Glianninovantasisarebberoinfinecontraddistintiperil“ruolo
rafforzatodelleautoritàcomunitarie”,nelfinanziare e monitorare le
politichedisvilupporegionalideipaesimembri.AncheperAronicae
Flaccadoro (1998) negli anni novanta è il ruolo della Commissione
europeaafare ladifferenzarispettoalpassato.
Concorde è l’indicazione del 1992 come un anno di cesura. In
quell’annosi rendedefinitivol’intento dieliminareunospecifico ap-
paratoistituzionale,ormaiinvoluto,perfondarsi invece sul concorso
ditreprincipali attori istituzionali “ordinari”: le Regioni, laPubblica
amministrazionedello Statoela Commissioneeuropea,nella cornice
diregole fissatedaquest’ultima. Residuanosoloalcuniorganismi mi-
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