Pirateria informatica e prospettive di tassazione della rete

AutoreAntonio Uricchio
Pagine333-376
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ANTONIO URICCHIO
Professore ordinario di diritto tributario
II Facoltà di Giurisprudenza - Università degli Studi di Bari Aldo Moro
PIRATERIA INFORMATICA E PROSPETTIVE
DI TASSAZIONE DELLA RETE
SOMMARIO: 1. Il cyberspazio quale ambiente giuridico nel quale si forma e mo-
vimenta ricchezza e nel quale la ricchezza può essere anche depredata da at-
tacchi informatici. - 2. Il dibattito sulla fiscalità della rete tra Iva e imposte
sul reddito. - 3. La proposta di istituzione della bit tax. - 4. Prospettive di ri-
forma della fiscalità di Internet: a) il tributo sulla registrazione dei domini. -
5. b) la tassa di concessione degli indirizzi ip. - 6. c) l’imposizione sulla
pubblicità on line. - 7. d) la Hit tax (l’imposizione sugli accessi). - 8. Una
nuova imposta sulla pirateria informatica?
1. Il cyberspazio quale ambiente giuridico nel quale si forma e
movimenta ricchezza e nel quale la ricchezza può essere anche
depredata da attacchi informatici
Il continuo e frenetico processo di evoluzione tecnologica e
della scienza informatica comportano inevitabilmente profonde
modificazioni negli assetti giuridici1, in quelli economici, nella vita
1 Per approfondimenti di carattere generale V. FROSINI, Cibernetica, diritto
e società, Milano, 1964; ID., Telematica e informatica giuridica, in Enc. dir.,
vol. XLIV, Milano, 1992, p. 60; G. Pascuzzi, Il diritto dell’era digitale, Tecno-
logie informative e regole privatistiche, Bologna, 2002; A.G. OROFINO, Forme
elettroniche e procedimenti amministrativi, Bari, 2008, p. 10, secondo cui
“l’evoluzione tecnologica da sempre influenza ed orienta quella giuridica. Il rap-
porto tra tecnica e diritto è simbiotico ed ha una duplice connotazione: da un lato
quest’ultimo è costretto ad inseguire gli sviluppi scientifici, fornendo una disci-
plina che sia utile alla tutela dei beni minacciati dal progresso e alla regolamen-
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quotidiana di relazione2. In particolare, l’information technology
influenza significativamente forme e modalità di produzione e cir-
colazione della ricchezza, dando un notevole impulso alla sua dema-
terializzazione intesa nel senso di perdita della tangibilità della stessa3.
È noto, infatti, che Internet costituisce non solo un sistema di comuni-
cazione di massa, ma rappresenta un modello di organizzazione socio
economica nel quale si realizza una forte interattività tra soggetti (pri-
vati e operatori economici) anche distanti i quali scambiano tra loro
parole, immagini, suoni ma anche capitali, beni o servizi.
In questo contesto si delineano forme di ricchezza intangibili e
poco controllabili consistenti nei flussi informativi e finanziari i
quali si sostituiscono a quella tangibile e localizzabile (cosiddetta
«economia senza peso»)4, travolgendo così la relazione con i terri-
tori. La fine del XX secolo e l’inizio del nuovo millennio appaiono,
infatti, contraddistinti sempre più dal passaggio dall’industrialismo
alla società dell’informazione (cd. informazionalismo), conseguen-
te alla diffusione delle nuove tecnologie (internet, reti satellitari,
ecc.) le quali da un lato sono idonee a rappresentare nuove forme di
tazione delle nuove situazioni che il progresso crea; dall’altro, però, è la tecnica a
porsi in posizione servente rispetto al diritto, offrendo una serie di mezzi idonei al
soddisfacimento di esigenze che da sempre connotano il mondo giuridico e che tro-
vano, con l’evoluzione dei sistemi comunicativi, nuove forme di appagamento”.
2 U. GALIMBERTI, Psiche e tecne - L’uomo nell’età de lla tecnica, Milano,
1999, secondo cui “Noi continuiamo a pensare la tecnica come uno strumento a
nostra dispos izione, mentre la tecnica è diventata l’ambiente che ci circonda e ci
costituisce secondo quelle regole di razionalità che, misurandosi sui soli criteri della
funzionalità ed efficienza, non esitano a subordinare le esigenze dell’uomo alle esi-
genze dell’apparato tecnico”. Ne risultano così rivisti “i concetti di individuo, identi-
tà, libertà, spazio, tempo di cui si nutriva l’età umanistica e che ora, nell’età della
tecnica, dovranno essere riconsiderati, dismessi o rifondati alle radici”.
3 Si veda, al riguardo, S. CIPOLLINA, I confini giuridici del tempo presente.
Il caso del diritto fiscale, cit. pag. 286, la quale, dopo aver precisato che l’uso
della locuzione “ricchezza dematerializzata” ha una finalità descrittiva empirica
e senza alcuna pretesa di categorizzazione, osserva che la privazione della mate-
rialità non coincide, dunque, con l’immaterialità, nel senso giuridico del termine,
ma con una più generica “intangibilità”. Su un piano più generale, si veda
l’ampio saggio di M. PIERRO, Beni e servizi nel diritto tributario, Padova, 2003,
dedicato ai riflessi fiscali dei processi di trasformazione della ricchezza e del-
l’affermazione delle c.d. new properties.
4 Così D. COYLE, The weightless world: strategies for managing the digital
economy, Cambridge, 1997.
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ricchezza e dall’altro a veicolare senza particolari ostacoli ricchez-
za finanziaria (capitali anche ingenti possono essere spostati con
l’uso della rete)5. Se la società industriale presentava un forte radi-
camento territoriale, necessitando di strutture fisiche ospitanti la
produzione (opifici) e impiegando lavoratori dipendenti, anch’essi
presenti sul territorio con le proprie famiglie e le proprie abitazioni,
la società dell’informazione è invece per sua natura insofferente ai
limiti spaziali, non adoperando strutture materiali e fisiche ma reti e
connessioni ad esse.
Dinanzi a tali fenomeni, mentre gli Stati nazionali si rivelano
troppo spesso incapaci di cogliere tali dinamiche e di elaborare
adeguati strumenti di regolazione, restando inerti se non addirittura
impotenti, alcuni soggetti utilizzano le nuove tecnologie per trarre
vantaggi economici o per mero diletto, ponendo in essere condotte
qualificabili in alcuni casi come lecite, in altri come illecite. Oltre
alle operazioni di commercio elettronico, diretto e indiretto, possono
essere richiamate, a mero titolo esemplificativo, pubblicità on line,
chattaggio, scambio di mail, partecipazione a social network, ma
anche duplicazione, riproduzione, trasmissione o diffusione di pro-
grammi o di opere d’ingegno di nastri e supporti analoghi, video-
cassette ed altro, in violazione della disciplina del diritto di autore o
della proprietà industriale e finanche l’accesso a programmi protetti
per fini di spionaggio industriale o per distruggere informazioni per
ragioni emulative.
Anche i mari virtuali della rete finiscono così per essere solcati
da onesti naviganti come da criminali informatici. In questo ambito
tende a delinearsi la pirateria informatica la quale si atteggia anche
in modo profondamente diverso a seconda delle modalità con cui
viene attuata. Accanto ai pirati domestici i quali duplicano pro-
5 Cfr. G. TREMONTI - G. VITALETTI, Il federalismo fiscale, Roma-Bari,
1994, p. 41 i quali richiamano tre fattori che caratterizzano i processi economici del
presente e del prossimo futuro: l’internazionalizzazione crescente dei rapporti e delle
ragioni di scambio, la finanziariazzazione dell’economia, il passaggio da una società
dei patrimoni a una società delle conoscenze; “in questo ambiente, in cui è stata mo-
dificata radicalmente la struttura della ricchezza, perché continua incessante la magia
mefistofelica del passaggio dall’oro alla carta, del passaggio di valore dalle cose ma-
teriali alle cose immateriali, è in questo ambiente che le strutture fiscali non possono
più restare le stesse pensate nella prima parte del secolo”.

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