La pirateria nei mari: un'analisi geopolitica

AutoreNicolò Carnimeo
Pagine113-120
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NICOLÒ CARNIMEO
Professore aggregato di diritto della navigazione
Università degli Studi di Bari Aldo Moro
LA PIRATERIA NEI MARI: UN’ANALISI GEOPOLITICA
Si stima che nel 2008 gli attacchi pirati nei mari del mondo
siano incrementati del 10% rispetto all’anno precedente passando
da 263 a 293, ma non può affermarsi che il fenomeno abbia subito
un escalation rispetto al passato. Il numero più alto di incidenti ne-
gli ultimi anni si è verificato nel 2003 quando, in base a dati
dell’International Maritime Bureau (IMB) di Londra, se ne erano
registrati ben 4451. Ciò dimostra che la pirateria marittima2 è un fe-
nomeno che non è mai stato debellato, cambia solo zona e latitudini
e fiorisce dove si creano condizioni favorevoli, ovvero dove manca
uno stato come avviene oggi in Somalia, oppure dove gli apparati sta-
tali sono corrotti come in Nigeria o Indonesia. Sono questi ultimi tre i
paesi che da anni detengono il record degli abbordaggi, bisogna, però,
considerare che i numeri indicati non sono riferibili ad atti di pirateria
riconducibili alla nozione contenuta nella Convenzione delle Na-
zioni Unite sul Diritto del Mare del 1982 (UNCLOS)3, ma com-
1 L’IMB diretta emanazione della Camera di Commercio internazionale non
è l’unico organismo che si occupa di monitorare gli attacchi di pirateria. Una del-
le istituzioni più importanti è l’International Maritime Organizationa (IMO),
sotto l’egida dell’ONU. All’IMO già negli anni Ottanta venne affidato il compito
di investigare sul fenomeno e proporre misure di contrasto tramite il Maritime
Safety Commitee (MSC). Tutte le iniziative IMO e le statistiche aggiornate degli
attacchi sono disponibili sul sito www.imo.org.
2 Sul fenomeno della pirateria moderna v. NICOLÒ CARNIMEO, Nei mari dei
pirati, Milano, 2009
3 Sulla nozione di pirateria cfr tra gli altri FABIO CAFFIO, Glossario del di-
ritto del mare in www.marina.difesa.it “Costituiscono pirateria, secondo nozione
consuetudinaria recepita nella Convenzione del Diritto del Mare del 1982, gli atti
di depredazione o di violenza compiuti in alto mare o in zone non soggette alla

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