Comunicato relativo alla deliberazione 3 marzo 2005 della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano, recante: ??Accordo, ai sensi dell'articolo 4 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, tra il Ministro della salute e i Presidenti delle Regioni e delle Pro...

ERRATA-CORRIGE

Comunicato relativo alla

3 marzo 2005 della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le

regioni e le province autonome di Trento e Bolzano, recante: «Accordo,

ai sensi dell'articolo 4 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, tra il Ministro della salute e i Presidenti delle Regioni e delle Province autonome,

concernente il Nuovo Piano Nazionale Vaccini 2005-2007.». (Deliberazione

pubblicata nel supplemento ordinario n. 63 alla Gazzetta Ufficiale - serie generale

- n. 86 del 14 aprile 2005).

Nell'allegato A alla deliberazione citata in epigrafe, pubblicata nel sopra indicato supplemento ordinario, sono apportate le seguenti correzioni

alla pag. 6, prima colonna, nel terzo capoverso del Sommario, al secondo rigo, dove e' scritto: «... in moda sostanziale...», leggasi: «... in modo sostanziale...»; alla pag. 30, prima colonna, all'Appendice 1, dopo la tabella relativa all'«Intervallo minimo fra le dosi», sono riportati i seguenti periodi

1. La sistematica identificazione dei soggetti inadempienti va eseguita al 3°, 6° e 12-14° anno Appendice 3 Standard di qualita' per lo svolgimento delle attivita' di immunizzazione

Premessa.

I paragrafi di seguito riportati hanno un'impostazione di carattere generale e vogliono suggerire criteri organizzativo-operativi che le Regioni e PP.AA. possono modulare ed adattare alle proprie realta' territoriali.

Il contenuto di questa Appendice. pur non volendo essere intrusivo o in contrasto con le competenze regionali, e' dettato dall'opportunita' di fornire indicazioni, in base all'evidenza di una disomogenea realta' nazionale in tale ambito, per richiamare l'attenzione sui criteri di qualita' che devono indiscutibilmente caratterizzare anche le attivita' di immunizzazione svolte nella Aziende USL, e che non sempre sono adeguatamente considerati.

Si invita pertanto a voler considerare questa Appendice come un possibile modello standard cui ispirarsi per accrescere, o consolidare, se gia' buona, la qualita' delle attivita' di immunizzazione.

1. Garantire un servizio di qualita'.

La qualita' nell'attivita' vaccinale.

Il PNV definisce, pur in modo non analitico, i criteri minimi per l'esercizio dell'attivita' vaccinale, in ambito pubblico e privato, in ordine a

Strutture ed attrezzature; Organizzazione: protocolli operativi (buona pratica, controindicazioni, igiene delle mani, ......), gestione emergenze, registrazione e tutela della privacy; Requisiti professionali e relative responsabilita'.

Ciascuna regione, nell'ambito dei criteri di cui sopra, definisce, nel quadro di processi di accreditamento dei servizi sanitari regionali, eventuali caratteristiche aggiuntive, nonche' le linee organizzative di carattere generale, tra cui

Modalita' di informazione ed educazione sanitaria, compresa la definizione di campagne informative su scala regionale; Criteri per la formazione ed aggiornamento del personale addetto ai servizi di vaccinazione; Strategie per aumentare l'adesione alle vaccinazioni; Modalita' di erogazione per le vaccinazioni al di fuori dei calendari vaccinali promossi (es.: profilassi internazionale, vaccinazioni in ambito lavorativo, vaccinazioni per la protezione individuale ...).

La qualita' di un servizio vaccinale e' un fattore importante in quanto condiziona l'effettivo raggiungimento degli obiettivi inerenti la sua «mission» e cioe' i livelli di copertura ottimali per un adeguato controllo delle malattie bersaglio. Fino ad oggi la qualita' e' stata poco considerata nei servizi vaccinali anche perche' il vincolo dell'obbligatorieta' ha rappresentato una sorta di freno per l'avvio di processi di miglioramento. La qualita' nei servizi vaccinali va definita sotto quattro dimensioni

- strutturale; - organizzativa; - professionale; - relazionale.

La dimensione strutturale.

Riguarda la qualita' delle strutture dove viene espletata l'attivita' vaccinale, siano esse entro i servizi pubblici oppure entro i servizi privati/convenzionati coinvolti nella strategia vaccinale locale. Ogni struttura va sottoposta ad un procedimento di certificazione e di accreditamento in relazione agli aspetti normativi nazionali e regionali, tenendo conto anche delle raccomandazioni delle societa' scientifiche.

La dimensione organizzativa.

Riguarda i processi operativi inerenti le varie fasi dell'attivita' vaccinale che dovrebbero essere coerenti con quanto indicato nel capitolo sulle azioni efficaci, evidence-based, per migliorare le coperture vaccinali.

La dimensione professionale.

Riguarda le conoscenze e le competenze tecnico professionali di tutti gli attori coinvolti nelle attivita' vaccinali. Tali conoscenze e competenze vanno continuamente aggiornate sia all'interno della routine operativa che attraverso corsi di formazione e/o aggiornamento formali. L'istituto dell'Educazione Continua in Medicina (ECM) dovrebbe costituire il riferimento normativo per garantire in modo equo, per tutti gli operatori, l'accesso alle fonti informative e documentali aggiornate e validate scientificamente.

La dimensione relazionale.

Riguarda la capacita' di interagire in modo efficace ed empatico con la popolazione e rappresenta oggi un fattore fondamentale per garantire il passaggio delle informazioni e favorire l'empowerment del cittadino. La capacita' di comunicare, fattore in genere trascurato e poco presidiato nei curricula formativi pre e post-laurea, dovrebbe essere massimizzata.

I primi standard operativi globali proposti per i servizi vaccinali sono quelli del National Vaccine Advisory Committee degli Stati Uniti d'America, nell'aprile 1992 e approvati dal United States Public Health Service, maggio 1992, sottoscritte dall'American Academy of Pediatrics, maggio 1992 e raccolte in Standards for Pediatric...

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