Per il Liber Amicorum di Bruno Veneziani

AutoreTiziano Treu
Pagine317-319
Per il Liber Amicorum di Bruno Veneziani
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Bruno Veneziani ha spesso costruito le sue analisi di diritto del lavoro in una
prospettiva comparata ed europea. Perché è convinto, come sono anch’io, che
una simile prospettiva ha sempre arricchito la nostra materia. Anzi, oggi è essen-
ziale per farla crescere, e forse sopravvivere, soprattutto in Europa.
Un diritto del lavoro europeo non è all’orizzonte. Anche le spinte all’ar-
monizzazione da Bruxelles che ci parevano decisive si sono afevolite, se non
estinte. Questo non signica che l’Europa non ci inuenzi. Lo fa in altro modo,
tramite quella che è stata chiamata “armonizzazione orizzontale” (J. V)
spinta dal raffronto e dalla competizione fra i sistemi nazionali. La competizione
può avere segni diversi; può determinare tendenze all’indebolimento delle con-
dizioni di lavoro, se non al dumping sociale, ma può essere virtuosa e tendere
al “progresso”, più tortuoso di quello lineare auspicato nei decenni “gloriosi”
dell’Europa sociale.
Per questo la comparazione fra sistemi è più che mai preziosa e può servire a
promuovere una armonizzazione orizzontale realistica ma “progressista”. Que-
sto vale sia per il diritto dei rapporti individuali di lavoro sia, forse ancora di più,
per le regole delle relazioni industriali.
Entrambe sono aree di comparazione a lungo frequentate da Bruno Venezia-
ni, non solo sulla base dei testi normativi o contrattuali ma anche delle prassi e
delle tendenze sociali.
Le relazioni industriali, e i sindacati che ne sono protagonisti, soffrono in
particolare della concorrenza fra sistemi. Per questo occorre valorizzare le buone
pratiche e le regole comuni, anche con l’aiuto della comparazione.
Le vicende recenti delle relazioni industriali italiane offrono insegnamenti
emblematici al riguardo, in parte di segno positivo, in parte devianti dal modello
sociale europeo.
Mi riferisco a due testi, vicini ma diversi; l’accordo interconfederale del 28
giugno 2011 e l’art. 8 del decreto 138/2011 (legge 148/2011).
L’accordo interconfederale del 28 giugno 2011 e, in modo diverso, l’art. 8 del
decreto 138/2011 hanno cambiato radicalmente il quadro, introducendo regole
che avvicinano, per questi aspetti, il nostro sistema a quello dei maggiori paesi
europei. Ma alcune sfasature fra i due testi non favoriscono la certezza delle re-
gole; mostrano una armonizzazione parziale e per certi versi distorta.
Esamino i punti che mi sembrano più controversi e su cui occorre che si eser-
citi la nostra analisi critica, anche per favorire le necessarie correzioni.

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