Open Pedestrian Maps: un 'riutilizzo ecologico

AutoreCorrado Druetta - Stefano Leucci
CaricaResearch fellow del NEXA Center for Internet & Society (Politecnico di Torino) - Studente presso l'Università degli Studi del Piemonte Orientale, Facoltà di Giurisprudenza, e stagista presso l'Istituto di Teoria e Tecniche dell'Informazione Giuridica del CNR.
Pagine445-452
Open Pedestrian Maps: un “riutilizzo ecologico”
CORR ADO DRU ETTA , STEFA NO LEUCCI
SOMM ARI O:1. Un inquinamento “sottile” – 2. Il primo livello di sviluppo – 3. Eco-
sostenibile, quindi sostenibile? – 4. Conclusioni
1. UN IN QUI NAM ENTO S OTT ILE
Il progetto OpenPM (Open Pedestrian Maps) nasce per dare una rispo-
sta ad un problema che aff‌ligge Torino così come altre aree metropolitane,
con pesanti ricadute sull’ambiente e sulla salute pubblica: l’inquinamento
atmosferico da polveri sottili.
I rilevamenti effettuati in modo costante dall’ARPA Piemonte1eviden-
ziano come elevate concentrazioni di elementi quali ozono, biossido di azoto
e particolato sospeso f‌ine siano oramai parte integrate dell’aria che respiria-
mo ogni giorno.
Recenti dati mostrano infatti come la concentrazione media di polveri
sottili nella zona di Torino in gennaio/febbraio 2011 sia stata rilevata attor-
no a 77 µg/m3; situazione in netto peggioramento rispetto ai medesimi mesi
del 2010 dove era di 68 µg/m3. Inoltre, nell’analizzare la situazione non bi-
sogna dimenticare di considerare la sua posizione geograf‌ica. Torino, infatti,
si trova in una specif‌ica zona pedemontana, circondata da numerosi rilievi
montuosi, che formano una sorta di “sacco” proprio in corrispondenza del
capoluogo di regione. Questa conformazione geograf‌ica non agevola la di-
spersione di tali elementi nocivi, i quali restano invisibili nell’atmosfera in
forti concentrazioni.
Da considerare che proprio la loro invisibilità2ha portato in passato
la popolazione a sottovalutare il problema, trascurando l’importanza della
“qualità” dell’aria cittadina. Solo recentemente, da quando le ricerche scien-
tif‌iche hanno dimostrato che l’esposizione a queste sostanze inquinanti è for-
temente connessa con l’insorgere di patologie respiratorie (tosse e bronchi-
C. Druetta è research fellow del NEXA Center for Internet & Society (Politecnicodi To-
rino), S. Leucci è studente presso l’Università degli Studi del Piemonte Orientale, Facoltà di
Giurisprudenza, e stagista presso l’Istituto di Teoria e Tecniche dell’Informazione Giuridica
del CNR.
1Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente (http://www.arpa.piemonte.it).
2Il Decreto Ministeriale del 2 aprile 2002, n. 60 f‌issa in 40 µg/m3il valore limite su media
annuale.

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