Verso nuove forme di democrazia partecipativa: esperienze, metodologie e prospettive dell'e-Democracy

AutoreRoberta Nannucci, Maria Angela Biasiotti
CaricaPrimo ricercatore del CNR/Titolare di un assegno di ricerca
Pagine67-119

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ROBERTA NANNUCCI presta servizio presso l'istituto di Teoria e Tecniche dell'informazione Giuridica di Firenze;

MARIA ANGELA BIASIOTTI sul tema "Strumenti avanzati per la conoscenza del diritto nell'ambito dell'integrazione europea" presso lo stesso Istituto.

Sono da attribuire a Nannucci i paragrafi 1, 5, 6, 6.1, 6.2, 7; a Biasiotti i paragrafi 2, 3, 4, 8.1, 8.2, 8.3, 8.4. I paragrafi restanti sono stati elaborati congiuntamente.

La libertà non è star sopra un albero non è neanche il volo di un moscone la libertà non è un spazio libero libertà è partecipazione

G. Gaber Page 68

@Premessa

L'attuale evoluzione tecnologica ha reso possibile la disponibilità di tecnologie della comunicazione e dell'informazione sempre più potenti e ha consentito alle organizzazioni pubbliche e private di venire profondamente trasformate. Queste tecnologie sono diventate strumenti straordinari nelle mani dei governi nazionali per migliorare la qualità, rapidità e affidabilità dei servizi forniti dalle pubbliche amministrazioni ai privati cittadini e alle imprese (e-Government) e per migliorare, al tempo stesso, la partecipazione attiva dei cittadini nelle decisioni e azioni promosse dai pubblici poteri (e-Democracy), con l'obiettivo nel lungo periodo di realizzare la Società dell'informazione.

Partendo dallo studio delle politiche europee adottate per lo sviluppo della Società dell'informazione e dall'attuazione in Italia delle stesse (soprattutto riguardo all'e-Government), s'intende capire il significato reale delle tematiche relative all'e-Government e all'e-Democracy e il loro rapporto con altri concetti strettamente correlati, come ad esempio, quello di Democrazia, focalizzando l'attenzione su alcuni aspetti peculiari necessari affinchØ l'e-Democracy intesa come Democrazia partecipativa possa realizzarsi.

Verranno valutate le prospettive future riflettendo sul ruolo da attribuire, nella realizzazione di modelli di democrazia partecipativa, agli strumenti di comunicazione disponibili con le nuove tecnologie, all'elaborazione di standard tecnico-giuridici, al nuovo approccio Open Source e alle strategie educative di alfabetizzazione digitale e di promozione. Infine si cercherà di indagare in quale ambito specifico delle discipline giuridiche il fenomeno dell'e-Democracy debba essere inquadrato, come anche quello relativo alle altre e-Policies.

@1. Politiche europee per lo sviluppo della società dell'informazione

La realizzazione della Società dell'informazione è diventata nell'ultimo decennio l'imperativo categorico di tutte le politiche promosse sia a livello europeo che di governo nazionale, sinonimo quasi di rinnovamento degli attuali assetti della vita sociale sia pubblica che privata.

Il primo antecedente storico del percorso verso la realizzazione della Società dell'informazione è rappresentato dal programma quinquennale Page 69 Promise1, lanciato dal Consiglio europeo nel 1998 con una dotazione finanziaria di 25 milioni di euro per promuovere iniziative incentivanti la Società dell'informazione in Europa. Le attività di Promise hanno avuto obiettivi di carattere generale, cioè promuovere attività di sensibilizzazione incentrate su servizi informativi (bollettini, siti Web, studi e indagini, workshop e conferenze). Altra azione d'impulso di grande importanza è stata data dalla Commissione europea con la Comunicazione dell'8 novembre 1999, con la quale si promuoveva l'iniziativa eEurope - Una Società dell'informazione per tutti, in occasione del Consiglio europeo straordinario di Lisbona del 23 e 24 marzo 20002. Questi i principali obiettivi dell'iniziativa:

- fare in modo che ciascun cittadino, ciascuna abitazione, scuola, impresa e amministrazione entri nell'era digitale e disponga di un collegamento on-line;

- creare in Europa la padronanza degli strumenti dell'era digitale, con il sostegno di una cultura imprenditoriale pronta a finanziare e a sviluppare nuove idee;

- garantire che l'intero processo non crei emarginazione (digital divide), ma rafforzi la fiducia dei consumatori e potenzi la coesione sociale. Per conseguire questi obiettivi la Commissione ha proposto delle azioni, da realizzare in maniera

A tal fine la Commissione raccomanda l'utilizzo anche di carte intelli- Page 70 genti, che diano accesso ai servizi sanitari, ai pagamenti elettronici, a Internet mobile, ai trasporti pubblici, alla pay TV3.

Il Consiglio europeo di Lisbona, svoltosi nel marzo 2000, recependo quanto auspicato dalla Commissione e quanto gi" accennato da Promise, dispose che l'obiettivo strategico per l'Unione Europea potesse essere quello di diventare entro il 2010 l'economia più competitiva e dinamica basata sulla conoscenza nel mondo capace di dar luogo ad una crescita economica sostenibile. Per il raggiungimento di questo obiettivo due strategie sono state in particolare sottolineate: supportare e favorire l'innovazione e creare una Società dell'informazione per tutti.

Relativamente alla prima strategia il business europeo, specialmente se confrontato con il sistema americano, deve essere aperto a nuove idee, nuovi modi di operare, nuovi strumenti ed essere capace di utilizzarli per affrontare le nuove sfide dell'economia globale. Per questo scopo nel settembre 2000 la Commissione europea ha pubblicato una comunicazione su Innovation in a knowledge-driven economy, che ha stabilito gli obiettivi comuni per le politiche di rinnovamento dei Paesi membri.

Quanto alla seconda, per accellerare lo sviluppo digitale dei Paesi membri, nel giugno 2000, la Commissione europea promosse la pubblicazione dell'eEurope 2002 Action Plan.

Questo documento definiva le misure che gli Stati membri avrebbero dovuto adottare per trarre il massimo vantaggio dalle opportunità offerte dall'applicazione delle nuove tecnologie dell'informazione, tra cui estendere le connessioni Internet, stimolandone l'impiego e mettendo l'accento sulla formazione per investire sulle persone e sulle competenze quale elemento necessario per favorire il cambiamento.

La valutazione di eEurope 20024 permette di concludere che il piano Page 71 di azione ha raggiunto i suoi obiettivi principali. In generale, eEurope ha funzionato molto bene per aumentare la connettività del settore pubblico e delle imprese a Internet e creare un quadro giuridico per lo sviluppo di un'economia basata sulla conoscenza5.

Durante la riunione del Consiglio europeo tenutasi a Siviglia il 21 e il 22 giugno 2002 venne definito un nuovo eEurope 2005 Action Plan che sostituiva e migliorava il piano adottato nel 2000. Il nuovo piano mirava a portare a tutti i cittadini e alle imprese degli Stati membri i benefici di Internet, che diviene così un imperativo sociale per ogni governo6.

Le priorità introdotte da eEurope 2005 sono di assicurare ampia disponibilità e utilizzazione di Internet tramite connessioni a banda larga, sviluppare un modello di sicurezza ICT, fornire servizi amministrativi on-line completamente interattivi (e-Government), promuovere un ambiente e- Business dinamico e diffuso e servizi di e-Health e e-Learning molto sviluppati.

eEurope 2005 segue l'approccio inaugurato da eEurope 2002, cioè definire obiettivi chiari ed effettuare una valutazione comparativa dei progressi compiuti nonchè accelerare l'adozione di nuovi strumenti legislativi e riorientare i programmi esistenti verso le nuove priorità identificate.

Il termine e-Government che in anni precedenti non aveva una identità e rilevanza autonoma diventa quindi, dopo l'adozione del nuovo Action Plan europeo, una particolare parola chiave che abbraccia tutti gli Page 72 aspetti della Società dell'informazione collegati allo sfruttamento delle nuove tecnologie ICT nella modernizzazione e digitalizzazione delle amministrazioni pubbliche (e-Administration) e nello sviluppo della partecipazione dei cittadini (e-Democracy).

@2. Iniziative per l'attuazione della società dell'informazione in Italia

Negli ultimi anni il Governo italiano ha dimostrato grande sensibilità verso l'innovazione e il cambiamento e facendo seguito alle politiche europee per lo sviluppo della Società dell'informazione ha introdotto le relative problematiche tra le sue priorità.

I passi principali della strategia politica del governo italiano per raggiungere questi obiettivi sono l'adozione di un Piano d'azione per la Società dell'informazione approvato il 16 giugno 2000, integrato da un Piano d'azione più specifico sull'e-Government, approvato il 22 giugno dello stesso anno e l'adozione nel giugno 2002 delle Linee di governo per lo sviluppo della Società dell'informazione.

Secondo il primo documento la politica italiana si concentra su quattro maggiori aree d'intervento e cioè quelle che si riferiscono al capitale umano (formazione, educazione, ricerca e sviluppo), all'e-Government (servizi amministrativi pubblici), all'e-commerce (coordinamento, regole e procedure) e infine alle infrastrutture.

In base al documento specifico sull'e-Government, l'attenzione è data soprattutto al miglioramento dell'efficienza operativa delle amministrazioni, per offrire ai cittadini servizi più integrati e per assicurare loro un accesso rapido e facilitato all'informazione pubblica in rete.

Gli strumenti per raggiungere questi obiettivi risultano identificati nella generale interconnessione dei vari dipartimenti di governo e nella interoperabilità dei loro sistemi informativi. Questi due obiettivi possono essere raggiunti con l'implementazione di una rete extranet nazionale che colleghi tutte le reti dell'Amministrazione pubblica centrale, periferica e locale, con la contemporanea adozione di una carta d'identità elettronica per tutti i cittadini con la quale ciascuno potrà avere accesso ai servizi on-line messi a disposizione dalle pubbliche amministrazioni, nonchè con l'utilizzo della firma elettronica in modo che tutte le relazioni tra cittadi- Page 73 ni e Pubblica Amministrazione diventino legalmente effettive. Inoltre, per avere pieno accesso ai servizi e alle...

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