Complessità sociale e ordinamento giuridico nella prolusione pisana di Santi Romano

AutoreD'Andrea L.
Pagine25-40
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Luigi D’Andrea
COMPLESSITÀ SOCIALE E ORDINAMENTO GIURIDICO
NELLA PROLUSIONE PISANA DI SANTI ROMANO*
SOMMARIO: I. Introduzione. - II. La prolusione pisana di Santi Romano tra centralità dello Stato e crescente
pluralismo sociale. - III. La lettura della prolusione pisana attraverso il prisma delle polarità dialetti-
che: 1. tra diritto e fatto; 2. tra unità e pluralismo. - IV. L’“eccessiva semplicità” come causa della cri-
si dello Stato nel pensiero di Santi Romano. Il positivismo e l’autosufficienza della r agione giuridica.
- V. La teoria istituzionalistica di Santi Romano come espressione del positivismo. - VI. La prolusione
pisana nella prospettiva del contemporaneo modello di Stato costituzionale. - VII. Conclusioni:
l’equilibrio come “cifra” dei sistemi costituzionali contemporanei.
I. Introduzione
Accade raramente che si celebri lanniversario della pubblicazione di un singolo
testo giuspubblicistico. Ma non è certamente senza ragione che il Consiglio di Stato e
lAIC abbiano inteso ricordare con una Giornata di studio il centenario della prolusio-
ne dellanno accademico 1909-1910, tenuta il 4 novembre 1909 da Santi Romano, in
qualità di docente di Dir itto costituzionale, nella Regia Università di Pisa, dal titolo Lo
Stato moderno e la sua cr isi1: questa si presenta come un testo fondante la cultura giu-
ridica nazionale, che forse non ha pari nella produzione giuspubblicistica italiana2.
Ed anche nellambito del percorso intellettuale del suo autore, in cui si è ravvisato il
protagonista della più straordinaria avventura intellettuale che giurista italiano del
Novecento abbia mai vissuto3, la prolusione pisana si pone come una tappa assai si-
gnificativa, capace di operare una feconda sintesi di alcune delle più significative ela-
borazioni svolte nei lavori precedenti e di proiettarsi con forza in avanti, prefigurando
per più di un aspetto la riflessione di teoria generale del diritto che è racchiusa nel libro
più significativo del Nostro4. Dunque, si tratta certamente di un testo classico della
letteratura giuridica italiana (e non solo …), perciò ancora oggi ricco di stimoli e sug-
* Testo rielaborato dell’Intervento svolto nell’ambito della Giornata di st udio “Lo Stato moderno e la
sua crisi” a un secolo dalla prolusione pisana di Santi Romano, Roma, Palazzo Spada, 30 novembre 2011.
1 Il testo della prolusione pisana di S. ROMANO fu pubblicato nell’Annuario della R. Università di Pisa
per la nno accademico 1909-1910, Pisa, 1910, 10 ss. Lo si può leggere anche in S. ROMANO, Pr olusioni e
discorsi accademici, Modena, 1 931, nonché in ID., Scritti minori, I, Diritto costituzionale, a cura di G.
ZANOBINI, Milano, 1950, 311 ss. ed in ID., Lo Stato moderno e la sua cr isi. Saggi di diritto costituzionale,
Milano, 1969, 5 ss. (da cui qui si riprendono le citazioni testuali). Infine, il testo della prolusione è pubblica-
to anche nella Riv trim. dir. pubbl., 2006, 97 ss., commentato da A. SANDULLI, Santi Romano, Orlando,
Ranelletti e Donati sull’”eclissi dello Stato Sei scritti di inizio secolo XX, 80 ss.
2 In questi termini, nellIntroduzione al presente Convegno, V. TONDI DELLA MURA, La realtà e
linquietudine. Unintroduzione a l centenario della prolusione p isana di Santi Romano, rispett. 1 e 12 del
paper. Secondo la significativa testimonianza di A.E. CAMMARATA, Ricordo, in S. ROMANO, Lo Stato mo-
derno e la sua crisi. Saggi di dir itto costituzionale, Milano, 1969, VII, è un testo sul quale ci siamo fatti le
ossa. Sul contributo di S. Romano allevoluzione delle diverse dottrine giuridiche, v. i contributi che sono
in AA.VV., Le dottrine giur idiche di oggi e linsegnamento di Santi Romano, a cura di P. BISCARETTI DI
RUFFÌA, Milano, 1977.
3 P. GROSSI, Scienza giuridica italiana . Un profilo storico 1860-1950, Milano, 2000, 109.
4 In questo senso P. GROSSI, Lo Stato moderno e la sua crisi (a cento anni dalla prolusione pisana
di Santi Romano), in Riv. trim. dir. pubbl., 2011, 3; naturalmente, il riferimento è al volume Lordinamento
giuridico, Pisa 1918 (e poi Firenze, 1946), del quale, ad avviso del maestro di S. Romano, V.E. ORLANDO
(Santi Romano e la scienza italiana del diritto pubblico, in S. ROMANO, Scritti minori, I, cit., XVI s.), la
prolusione pisana appartiene alla lunghissima maturazione.
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gestioni per il giuspubblicista (ed in generale per il giurista): anzi, come si avrà modo
di constatare alla conclusione della riflessione qui esposta, esso conduce davvero al
cuore di alcune delle più significative questioni che nel presente contesto si pongono
allattenzione della dottrina costituzionalistica.
II. La prolusione pisana di Santi Romano tra centr alità dello Stato e crescente plur a-
lismo sociale
La prolusione pisana di Santi Romano si presenta come incardinata su due pilastri,
due autentici fuochi di attenzione, non di rado reciprocamente relazionati, intorno ai
quali si dipana e si articola lintera riflessione ivi proposta: da un lato, la figura dello
Stato moderno, nella cui personalità impersonale Romano ravvisa il principio fon-
damentale del diritto pubblico moderno5; dallaltro lato, la crescente complessità so-
ciale, generata dal rapido moltiplicarsi di movimenti, gruppi, organizzazioni, soggetti
collettivi variamente denominati e qualificati, in cui carattere comune appare quello
di raggruppare glindividui col criterio della loro professione o, meglio, del loro inte-
resse economico6. Comè noto, proprio nellinarrestabile ascesa del pluralismo socia-
le, definito come il maggior fatto delletà contemporanea7, Romano individua un pe-
ricoloso fattore di crisi dello Stato, suscettibile di determinarne uneclissi8 e finan-
che la decomposizione9 (un rischio che si intravvede per così dire sullo sfondo),
in considerazione dellattitudine antistatale (o, se si vuole, antisistemica) dalle forze
economico-sociali esibita10.
Per quanto riguarda lo Stato moderno, in esso, senza alcuna esitazione e senza
lombra di un dubbio, Romano individua lassoluto dominatore della scena giuridica e
politico-istituzionale della modernità: è appunto lo Stato moderno lunica fonte, se
non lunico subietto, di ogni potere pubblico11, e la sua personalità impersonale si
pone come il principio fondamentale del diritto pubblico moderno12. La fisionomia
(o figura) dello Stato-persona viene ricostruita ed illustrata con accenti talora appas-
sionati e quasi lirici, che particolarmente colpiscono in un autore dalla prosa solitamen-
te lucida e pacata, aliena da ogni vuota retorica e quasi distaccata dalla materia oggetto
dellindagine: essa configura una persona immateriale, ma pur reale; unentità non fit-
tizia e immaginaria, ma che, pur non avendo corpo, riesce per mezzo di delicati e me-
ravigliosi congegni giuridici, a formarsi, manifestare e imporre una propria volontà;
5 S. ROMANO, Lo Stato moderno e la sua crisi, cit., 8.
6 Ivi, 12.
7 Ibidem; ha osservato A. SANDULLI, Santi Romano, Orla ndo, Ranelletti e Donati sull’”eclissi dello
Stato Sei scritti di inizio secolo XX, cit., 78 che se il secolo XIX è quello della sacralizzazione dellor-
dinamento statale, il secolo XX può essere definito quello della crisi dello Stato o, utilizzando la suadente
terminologia romaniana, dell’‘eclissi dello Stato . Secondo V. TONDI DELLA MURA, La realtà e linquie-
tudine. Unintroduzione a l centenario della prolusione pisa na di Santi Romano, ci t., 6 del paper , Romano
evidenzia le innovazioni ra dicali, che attestano il carattere epocale della svolta ordinamentale lungamente
incubata: non più dallalto verso il basso, secondo limpostazi one elitaria e paternalista di un modello stata-
le incapace di cogliere la complessità del sistema sociale sottostante, in quanto pervaso dallastrazione post-
illuministica e idealistica del sistema culturale dominante; al contrario dal basso verso lalto secondo le di-
verse necessità di un assetto ormai pluriclasse, colto nelle iniziali emergenze e contraddizioni proprio della
prolusione pisana.
8 S. ROMANO, Lo Stato moderno e la sua crisi, cit., 9.
9 Ivi, 17.
10 Le organizzazioni delle varie classi si moltiplicano in maniera prodigiosa. E moltissime assumono,
ora in modo larvato, ora apertamente, un atteggiamento antagonistico di fronte allo Stato (ivi, 15).
11 Ivi, 7.
12 Ivi, 8.

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