Obbligo deontico e «obbligo tecnico»

AutoreGiovanni Sartor
Pagine113-146

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@1. Introduzione. Ontologia della logica deontica e obbligo tecnico

Georg von Wright ha recentemente abbandonato la tesi che le norme deducibili da norme valide (esistenti) debbano ritenersi anch'esse valide (esistenti), in forza della loro deducibilità (cfr. Von Wright 1983; 1984a).

Questa concezione «ontologica» della logica deontica 1 era stata accolta in precedenti lavori dello stesso autore (cfr. Von Wright 1963, 134 ss). Infatti, Von Wright aveva affermato che le nozioni formali di compatibilita (compa-tibility), incompatibilità (incompatibility) e di implicazione (entailment) tra norme avevano un «aspetto o significato ontologico». In particolare, l'aspetto ontologico della nozione di compatibilita o coerenza (consistency) tra due o più norme era la possibilità della loro coesistenza; l'aspetto ontologico della nozione di incompatibilità o incoerenza (inconsistency) tra due o più norme era l'impossibilità della loro coesistenza; l'aspetto ontologico della nozio-Page 114 ne di implicazione tra una norma ni ed una norma n2consisteva nel fatto che l'esistenza di ni implicasse necessariamente l'esistenza di ni2.

Questo aspetto delle nozioni logiche comportava l'assimilazione della validità delle norme (intesa come esistenza in un ordinamento) alla verità delle proposizioni descrittive: come due proposizioni descrittive logicamente incompatibili non possono essere entrambe vere, cosi due norme incompatibili non potevano essere entrambe valide; come la verità di un insieme di premesse descrittive comporta necessariamente la verità delle loro conseguenze logiche, cosi la validità di un insieme di premesse normative comportava necessariamente la validità delle norme deducibili da quelle premesse.

Il ricorso alla logica delle proposizioni normative consentiva di superare i problemi connessi con l'applicazione diretta della logica alle norme 3. Infatti, l'ontologia dei concetti logici fondava una duplice interpretazione della logica deontica. La medesima logica poteva essere interpretata sia come logica delle norme che come (una parte della) logica delle proposizioni normative (norm propositions), cioè delle proposizioni che descrivono il fatto consistente nell'esistenza di una certa norma 4.

Ora, invece, come egli stesso rileva, da una concezione non cognitivista delle norme e dei valori, Von Wright è condotto ad una visione «nihilistica», «antirazionalistica» della relazione tra norme e logica.

Tuttavia, egli afferma che tale visione rappresenta un prerequisito per unaPage 114 comprensione razionale della natura delle norme e del loro ruolo nella vita umana. Questa prospettiva è, inoltre, «del tutto compatibile con la possibilità di sviluppare una logica deontica che sia interessante come logica e utile come strumento nella filosofia del diritto e della morale» 5. Le leggi della logica deontica non riflettono principi ontologici, ma sono i criteri di una legislazione razionale, cioè di una legislazione che realizzi un corpus normativo logicamente soddisfacibile 6.

Corrispondentemente, Von Wright propone concetti «analogici» di contraddizione e implicazione tra norme. Tali concetti sono applicabili anche ai rapporti tra norme, solo se intesi in un senso diverso da quello che è loro proprio nella logica degli enunciati descrittivi7. La contraddittorietà di un corpus normativo viene ricondotta all'insoddisfacibilità dello stesso. Anche la nozione di implicazione tra norme è definita mediante la nozione di soddi-sfacibilità 8.

Von Wright (1983, 153 ss.) delinea brevemente un'altra via per sviluppare una logica del discorso prescrittivo 9: da ciascuna norma, o dovere deontico (deontic Ought) è possibile estrarre asserti (statements) di dovere tecnico (te-chnical Ought). Gli asserti di dovere tecnico esprimono proposizioni alle quali si addicono valori di verità e alle quali sono applicabili sistemi di logica modale aletica.Page 116

Nelle pagine seguenti si svilupperà quest'ultima indicazione, esaminando le possibilità di usare il concetto di obbligo tecnico per l'analisi logica dei contesti normativi.

Dapprima si introdurrà tale concetto, e lo si considererà nell'ambito della problematica della riduzione della logica deontica alla logica modale aletica.

Quindi, si approfondirà il problema della necessità pratica espressa dagli obblighi tecnici. Il concetto di obbligo tecnico sarà correlato alle usuali definizioni dei concetti deontici e sarà usato per collegare concetti normativi e concetti naturalistico-causali.

Infine, si applicherà tale concetto a norme particolarmente problematiche per la logica deontica e per la teoria del diritto: le norme condizionali (o ipo-tetiche), e le norme generali e astratte.

@2. Il concetto di obbligo tecnico

Von Wright chiama «asserti anancastici» (anankastic statements) gli asserti nei quali: «c'è la menzione di due stati di cose o eventi, uno dei quali è detto essere (o non essere) una condizione necessaria dell'altro» (Von Wright [1965] 1983, 73).

Gli enunciati anancastici e le proposizioni anancastiche sono, rispettivamente, gli enunciati usati per fare tali asserti, e le proposizioni che questi enunciati esprimono (Von Wright 1963, 10 s.) 10.

Von Wright ([1963] 1983, 14) da la definizione seguente del concetto di obbligo tecnico o derivato:

Un obbligo derivato è qualcosa che deve (must) essere fatto al fine di poter adempiere un altro obbligo (derivato o primario).

Dalla norma o dover essere deontico

Odp

(è deonticamente obbligatorio che p)

e dalla proposizione anancastica secondo la quale lo stato di cose o evento q è condizione necessaria dello stato di cose o evento p, è «inferibile» la proposizione

O,q

(è tecnicamente obbligatorio che q).Page 117

L'enunciato Otq afferma il dovere tecnico o «dovere derivato» 11, o la «necessità pratica» di q. Esso esprime una proposizione cui si addicono valori di verità 12.

Il dovere tecnico rende possibili inferenze come la seguente:

  1. La persona A ha il dovere (deontico) di rendere abitabile il rifugio.

  2. Se A non riscalda il rifugio, non potrà renderlo abitabile.

  3. A ha il dovere (tecnico) di riscaldare il rifugio (cfr. Von Wright [1963] 1983, 13) 13.

    In una prima approssimazione, il concetto di obbligo tecnico può essere definito come segue.

    In relazione ad un certo ordinamento ordi, un soggetto s ha l'obbligo tecnico di far si che sussista lo stato di cose p se e solo se p è condizione necessaria al rispetto delle norme di ordi (cioè, se e solo se - < p è condizione sufficiente della violazione di almeno una delle norme di ordi).

    Cosi, ad esempio dalle due prescrizioni (o obblighi deontici) del padre

    devi restare a casa!,

    devi eseguire tutti i compiti!,

    il bambino Carlo potrà inferire l'obbligo tecnico di eseguire il compito di matematica. Infatti se Carlo non adempisse quest'obbligo egli violerebbe necessariamente una delle prescrizioni del padre (devi eseguire tutti i compiti!). La redazione del compito di matematica è condizione necessaria del rispetto del corpus normativo costituito dalle prescrizioni del padre.

    Il concetto di obbligo tecnico potrebbe essere formalizzato nel modo seguente 14.Page 118

  4. ViOdp = df ->p

    («è violata la norma Ojp» equivale per definizione a «si verifica che non P») 15-

  5. Viordj = df 3tii (ni Euros ordi A Vini)

    («è violato l'ordinamento ordi» significa per definizione «esiste una norma appartenente ad ordi che è violata»).

  6. Otordip = df N(-ip -> Viordi)

    («è tecnicamente obbligatorio che p, rispetto all'ordinamento ordi» significa per definizione «è necessario che, se non p allora è violato ordi») 16o, in altri termini,

  7. O,ordip = df (-ip =» Viordi)

    (non p implica strettamente che sia violato ordi).

    Il concetto di obbligo giuridico (Og) può essere definito come segue:

  8. Ogp = df O [Ordinamento__giuridico(p)

    («è giuridicamente obbligatorio che p» equivale per definizione a «è tecnicamente obbligatorio che p, rispetto all'ordinamento giuridico», cioè, «non p implica strettamente una violazione dell'ordinamento giuridico»).

    Chiariamo questa definizione con un esempio concernente norme individuali.

    Supponiamo che un'ordinanza del sindaco, emanata in base alla normativa urbanistica, ordini a Marco la demolizione di tutte le costruzioni su un certo fondo, che chiamo con il suo indirizzo «Via Verdi 3», e la riduzione in pristino del fondo stesso, in formula

    OdVx(SituaVerdi 3] -> (Demolisce[Marco,x] A Ripristina[Marco,Via Verdi 3])).

    Da questa prescrizione (dover essere deontico) Marco potrà inferire obblighi tecnici. Ad esempio, l'obbligo di demolire la tettoia (OgDemolisce[Mar-co.Tettoia]), situata nel fondo di cui trattasi, e l'obbligo di ridurre in pristino il fondo Via Verdi 3 (OgRipristina[Marco,Via Verdi 3]).

    Tali obblighi non sono norme, ma affermazioni relative al rapporto tra un certo insieme di norme (l'ordinamento giuridico) e uno stato di cose o un

    Nelle pagine seguenti si introdurranno, inoltre, i seguenti simboli: Vi per «è stato violato»; Ad per «è stato adempiuto»; R per «ha realizzato; Cn per «il contenuto di».

    Si osserva la seguente convenzione: le variabili (proposizionali o individuali) si rappresentano con sequenze di caratteri che iniziano per una lettera minuscola; le costanti (proposizionali, o individuali), con sequenze di caratteri che iniziano con la lettera maiuscola. Iniziano con la lettera maiuscola anche i simboli di predicato e i simboli di funzione.

    Le variabili rii, n2, ... fanno riferimento a norme; le variabili ordi, ord2 ..., ad ordinamenti (porpora) normativi; le variabili Si, s2, ..., a soggetti; le variabili t1; t2, ..., ad istanti nel tempo (occasioni).Page 119 evento. Dire che lo stato di cose o l'evento (comportamento, azione) p è giuridicamente obbligatorio (nel senso appena definito) equivale ad affermare che p è condizione necessaria del rispetto dell'ordinamento giuridico (se p non si verificasse, sarebbero violate una o più norme giuridiche) 17.

    @3. Logica deontica e logica dell'obbligo tecnico

    Più di trent'anni fa Alan Ross Anderson...

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