Velo e non velo: comunicare cosa?

AutoreLuana Scialpi
Pagine601-618
LUANA SCIALPI
VELO E NON VELO: COMUNICARE COSA?
S: 1. Comunicare attraverso il velo. – 2. Etimologia del termine. – 3. I veli
dell’Islam. – 4. Breve storia del velo in Turchia, Iran, Egitto, Algeria e Tunisia.-
5. Il velo nell’Unione Europea. – 6. L’identità del velo. – 7. Conclusioni.
…racconterei loro dell’impossibile
di un mondo arabo nuovo,
dove uomini e donne avvinti in un abbraccio,
volano nella danza,
via, senza più frontiere tra loro, né paure…
li condurrei per mano
a camminare dove la differenza non pretende veli
i corpi delle donne si muovono con naturalezza
e i loro desideri non portano dolore.
FATIMA MERNISSI
1. Il presente contributo nasce dall’idea di s-velare i meccanismi attraver-
so cui il “Noi” occidentale definisce e crea l’“Altro” musulmano1, senza però
avere la pretesa di dare una risposta alla domanda se sia giusto o meno indos-
sare il velo.
Quando in Occidente si parla di Islam, la rappresentazione che più spesso
viene utilizzata è quella di una donna con il capo coperto. Il passaggio di
questa immagine, racchiude in sé due errori. Da un lato, si tende a far passare
l’Islam come un complesso monolitico, pur trattandosi di un universo reli-
gioso e culturale molto diversicato; dall’altro lato, si nisce per identicare
un indumento quale “simbolo ufciale” di una religione e di una cultura, ed
in particolare, delle donne di questa religione.
1 Cfr. S. R, Sotto il velo dei media. Semiotica dell’hijab tra Oriente e Occidente, in
Quaderni di Donne & Ricerca, n. 25/2012, p. 2.
602 Annali della Facoltà di Giurisprudenza di Taranto — Anno V
Per questo motivo appare preliminarmente indispensabile una precisazio-
ne sull’erroneo utilizzo dell’espressione “donna islamica”. La donna islami-
ca, come concetto unitario e onnicomprensivo, non esiste, esistono invece le
donne islamiche e ciascuna di esse deve essere considerata nella sua speci-
cità.
La precisazione è importante perché da questo errore di fondo si innesca
un meccanismo a catena. Oggi il velo fa discutere perché a portarlo sono
donne medio-orientali, perché erroneamente ci ricorda l’Islam e i suoi pre-
cetti, perché lo riconduciamo a un estremismo religioso, al terrorismo. Inol-
tre, vederlo nelle strade ci impone il riconoscimento di qualcuno diverso da
noi, che si muove e vive nelle nostre città, ma che spesso riutiamo.
Parlare di velo oggi non signica parlare esclusivamente di Islam, di don-
ne o di relazioni di genere, signica affrontare alcune questioni tra le più
spinose del nostro tempo, quali il rapporto fra Stato e religione, fra libertà
individuali e collettive, fra culture.
Il velo, o sarebbe meglio dire, i veli, sono simboli profondamente signi-
canti che, malgrado si iscrivano sul corpo delle donne, passano attraverso
e sopra di esso. Non sono semplici pezzi di stoffe varie, ma rappresentano
segni di identità o, in alcuni casi, di alterità; veicolano storie, tradizioni, con-
cezioni sociali, politiche, culturali, estetiche.
Oggi, nel dibattito politico sul velo erroneamente si prende in conside-
razione solo quella parte di donne musulmane che vivono in Occidente, ma
riteniamo che il nostro punto di vista debba riguardare anche quello delle
donne che portano il velo nel loro Paese di origine e che spesso, per diverse
ragioni, non hanno modo di far sentire la loro voce. Eppure una voce e una
identità ce l’hanno e noi abbiamo il dovere di ascoltarla.
Questo approccio può aiutare a comprendere come il velarsi sia portatore
di una molteplicità di signicati, quali: una precisa scelta di auto rappresen-
tazione nello spazio pubblico, scelta religiosa, identitaria e ancora, una scelta
non individuale e personale, ma costrizione per legge, per cultura. Inoltre,
può essere indice di una scelta prettamente estetica. Infatti, indossare il velo
in un modo piuttosto che in un altro, così come la preferenza per un determi-
nato colore o materiale, sono elementi che quasi mai vengono presi in esame.
Il velo non è un indumento sempre uguale a se stesso, in ogni luogo e in
ogni tempo; è un segno di tradizione, ma allo stesso tempo di reinvenzione,
in quanto espressione del gusto personale delle donne che lo indossano, della
loro idea di bellezza, oltre che del contesto geograco e sociale, della classe,
delle condizioni economiche e culturali.
Indossare o non indossare il velo costituisce anche il prodotto di dina-
miche storiche e di pratiche di potere ben determinate. Ogni scelta veicola
messaggi differenti. Messaggi che non possiamo tralasciare o tradurre con
eccessiva approssimazione.
Tuttavia, questa ricerca, non potendo avere lo scopo ultimo di compren-
dere la totale “realtà dei veli dell’Islam”, compito a dir poco difcile, con-
siderata la complessità del mondo islamico da un punto di vista geograco,

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