Nessun danno se la burocrazia sbaglia: ti rubano l'auto, ricevi multe su multe, ma si tratta di piccoli fastidi del mondo di oggi

AutoreUgo Terracciano
CaricaPresidente Fondazione ASAPS per la Sicurezza Stradale e Urbana
Pagine167-169
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Arch. giur. circ. ass. e resp. 2/2019
(*) Questo numero della nostra Rivista pubblica contributi provenienti da Asaps - Associazione Sostenitori Amici Polizia Stradale, i contributi sono stati pubblicati nel corso
del 2018 sulla Rivista “Il centauro”, organo ufciale Asaps, ed. Sapidata.
Pagine ASAPS
NESSUN DANNO
SE LA BUROCRAZIA SBAGLIA:
TI RUBANO L’AUTO,
RICEVI MULTE SU MULTE,
MA SI TRATTA DI PICCOLI
FASTIDI DEL MONDO DI OGGI
di Ugo Terracciano (*)
Non basta il danno di aver subìto il furto, ma l’auto ru-
bata può essere fonte di guai e preoccupazioni davanti alle
quali si può rimanere indifesi. Chiedetelo a quel signore di
Milano a cui avevano rubato l’automobile ben diciotto anni
fa, che per tutti gli ulteriori danni subìti ingiustamente per
colpa della Pubblica Amministrazione ha cercato giustizia (o
ingiustizia), riuscendo ad ottenere risposta solo nel maggio
di quest’anno (Cass. civ. Sez. III, 10 maggio 2018, n. 11244).
A parte Kafka è diff‌icile trovare qualcosa di simile in
letteratura, con la differenza che mentre il buon Josef K.
(quello del famoso processo) viveva solo nella fantasia
dell’autore, qui la storia invece è tristemente vera.
Subire il furto non è un fatto strano in un Paese come l’I-
talia dove (secondo lo studio di Lojak 2018) di auto ne spa-
riscono 274 al giorno. E il dato più signif‌icativo, però, è che
4 veicoli rubati su 10 spariscono (si fa per dire) nel nulla.
Pensare che, invece, l’auto del nostro sfortunato citta-
dino milanese era stata ritrovata, ma senza che lui potesse
in alcun modo gioirne. Ma andiamo con ordine.
La vicenda - Il furto era avvenuto il 30 maggio 2000,
data nella quale, appunto, il malcapitato aveva perduto il
possesso dell’auto. In data 13 giugno 2000, veniva annotata
la perdita di possesso del veicolo presso il PRA, ma non
anche nell’Archivio nazionale degli autoveicoli. L’auto, poi,
era stata ritrovata dai Carabinieri in data 8 settembre 2000
e successivamente aggiudicata all’asta, il 27 marzo 2003.
Solo che tale passaggio intermedio non risultava annotato,
come invece avrebbe dovuto essere. Nel frattempo erano
f‌ioccate contravvenzioni su contravvenzioni tutte notif‌i-
cate al primo proprietario, perché evidentemente i ladri
si erano dimostrati poco rispettosi del codice ed il nuovo
proprietario pure. Bello disporre di un veicolo esente-mul-
te, nel senso che da qualche parte c’è un remoto signore
che dovrà poi pagarle senza averne colpa. Insomma, come
si dice, oltre al danno la beffa. Ogni volta un ricorso, una
decisione del giudice di pace, spese e disagi a non f‌inire.
L’ACI aveva ragione e il Ministero non aveva torto -
Stanco di tutto questo il poveretto fa causa avanti al Tri-
bunale di Milano, richiedendo il risarcimento dei danni
per prestazioni di assistenza legale, spese relative ai giu-
dizi nei quali era stato oggetto di sanzioni amministra-
tive e per tutti i disagi personali e logistici subìti. Come
controparti due colossi: l’ACI e il Ministero dei Trasporti.
Costituitosi l’ACI aveva sostenuto di avere provveduto ad
annotare tutte le vicende relative al veicolo. Come dire:
abbiamo fatto ciò che ci competeva. Il Ministero convenu-
to contestava la fondatezza della domanda e il Tribunale
di Milano, con sentenza del 4 maggio 2012 respingeva le
pretese dell’attore, ritenendo insussistente il nesso di cau-
salità fra il danno lamentato e la condotta dei convenuti.
Perché prendersela con ACI e Ministero? Si sa che la bu-
rocrazia a volte è imperfetta. In particolare, il malcapitato
– secondo il Tribunale – non poteva pretendere a titolo di
risarcimento le spese processuali poste a suo carico nei
procedimenti giudiziari, mentre il mero fastidio o disagio
restava estraneo all’area del danno risarcibile.
Insomma, l’ACI aveva ragione, il Ministero dei trasporti
non aveva tutto questo torto e il nostro automobilista mi-
lanese, rimasto senz’auto, continuava a pagare le multe a
dispetto di ogni logica, dal momento che era evidente che
qualcosa nel meccanismo delle annotazioni burocratiche
non avesse funzionato.
Ci si sarebbe aspettati una passiva accettazione dell’i-
neluttabilità di una giustizia che funziona come un feno-
meno f‌isico, con sue logiche autoreferenziali e insondabili,
contro cui – come nell’opera kafkiana – a nulla servono la
razionalità e la lucidità del soggetto.
Che dire: un danno e una beffa per il nostro kafkiano
Josef K. in versione milanese, il quale però, senza perdersi
d’animo, decide di ricorrere in seconda istanza. E qui, cla-
morosamente, la situazione si ribalta.
Sorpresa: l’ACI è colpevole il Ministero lo è ancora di
più - la Corte d’appello di Milano, con sentenza del 18 ago-
sto 2014, dichiarava gli appellati responsabili in solido dei
danni subìti per le errate annotazioni relative al rientro
in possesso dell’auto e li condannava al pagamento della

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