La natura giuridica e i limiti dimensionali della conciliazione giudiziale tributaria

AutoreSalvatore Antonello Parente
Pagine65-84
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CAPITOLO TERZO
LA NATURA GIURIDICA E I LIMITI DIMENSIONALI DELLA
CONCILIAZIONE GIUDIZIALE TRIBUTARIA
SOMMARIO: 1. L’evoluzione del regime dei limiti della conciliazione tributaria.
L’opzione legislativa di riservare alle parti un ampio potere di conciliare
le controversie fiscali di fatto, di diritto, di valutazione, di dimostrazione,
sul quantum e sull’an. - 2. I parametri che possono influenzare la volontà
delle parti di addivenire alla conciliazione: la credibilità delle prove ad-
dotte dalla controparte; la componente giuridica della fattispecie; i fattori
di ordine economico e finanziario; l’esigenza di una sollecita riscossione
della pretesa tributaria. - 3. La natura giuridica della conciliazione giudi-
ziale tributaria e la controversa determinazione dei limiti legali dell’isti-
tuto. Il contrasto della presunta assenza di limiti alla conciliazione con il
principio dell’indisponibilità del credito tributario. La conciliazione delle
controversie di estimazione semplice e delle questioni di mero fatto. La
pretesa tributaria basata su stime, valutazioni o argomentazioni di tipo
presuntivo e il rigetto della natura transattiva della conciliazione. L’assi-
milazione della disciplina della conciliazione all’accertamento con ade-
sione nelle modifiche legislative successive e la connotazione della conci-
liazione giudiziale come strumento transattivo processuale. Il divieto per
l’Amministrazione finanziaria di accettare una proposta di conciliazione
riduttiva della pretesa tributaria. - 4. La verifica delle potenziali interfe-
renze tra la tecnica conciliativa e il principio di indisponibilità del-
l’obbligazione tributaria. - 5. Il tentativo di assimilare la conciliazione
giudiziale al contratto di transazione. Le divergenze tra la nozione di con-
cilia zion e giudizia le e la con figurazione de lla t ransazione civilistica. La
conciliazione quale is tituto processuale di estinzione consensuale della
lite fondato sul principio dell’autotutela amministrativa. - 6. Le diffe-
renze sistematiche tra il contratto di transazione e la conciliazione tri-
butaria: la transazione quale fattispecie contrattuale rimessa alla vo-
lontà delle parti; la conciliazione come strumento tipico di composi-
zione bonaria della controversia caratterizzato dall’intervento del giu-
dice tributario.
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1. L’evoluzione del regime dei limiti della conciliazione tributaria.
L’opzione legislativa di riservare alle parti un ampio potere di
conciliare le controversie fiscali di fatto, di diritto, di valutazione,
di dimostrazione, sul quantum e sull’an.
La definizione della natura e dei limiti della conciliazione giu-
diziale, applicata al contenzioso tributario, non può non risentire
dell’evoluzione dell’istituto, a partire dalla sua introduzione ad opera
del d.l. n. 452/1994.
Attualmente, come accennato, alla luce dell’art. 48 del D.Lgs.
n. 546/1992, non si rinviene alcun limite testuale alla conciliabilità,
per cui sembra plausibile conciliare qualsiasi tipo di controversia
tra il contribuente e l’Amministrazione Finanziaria1.
A seguito delle modifiche della normativa di settore, la stessa
Amministrazione Finanziaria2 adottò, in passato, un’interpretazione
ampia della disposizione, volta a ritenere definibile mediante conci-
liazione anche controversie per le quali non era consentito utilizza-
re l’accertamento con adesione3.
Pertanto, si è assistito, nel tempo, ad una progressiva evoluzio-
ne applicativa dell’istituto.
Il legislatore, nella prima versione della conciliazione giudizia-
le, contenuta nell’art. 20 bis del D.P.R. n. 636/1972, parlava di
1 Cfr. F. BATISTONI FERRARA, Conciliazione giudiziale: come, quando e
perché, in Boll. Trib., 1996, pag. 1575; C. GLENDI, Brevi note al d.l. 15 marzo
1996, n. 123 sul nuovo processo tributario, cit., 1996, I, pag. 390; L. FERLAZZO
NATOLI, A proposito del nuovo processo tributario. Una conciliazione inconci-
liabile?, in Il Fisco, 1996, pag. 5093; R. LUNELLI, La conciliazione giudiziale
nel nuovo processo tributario, in Il Fisco, 1996, pag. 5730; P.P. RIVELLO, La
conciliazione giudiziale. Natura dell’istituto e rapporti con il diritto penale, in Il
Fisco, 1996, pag. 8786; P. RUSSO, Problemi vecchi e nuovi del processo tributa-
rio, in Rass. Trib., 1996, pag. 537; L. TOSI, La conciliazione giudiziale, in AA.VV.,
Il processo tributario, Giurisprudenza sistematica di diritto tributario, diretta da
F. TESAURO, Torino, 1998, pag. 912.
2 Si veda, in particolare, la circolare ministeriale del 28 marzo 1996, n.
79/E, in Il Sole 24-Ore del 3 aprile 1996, Guida normativa.
3 Peraltro, in senso critico sulla possibilità di applicazione estensiva dello
strumento conciliativo anche alle ipotesi in cui non è possibile utilizzare
l’accertamento con adesione, si veda E. DE MITA, La conciliazione fiscale anco-
ra tutta da scoprire, in Il Sole 24-Ore, del 16 marzo 1996; F. TESAURO, Istitu-
zioni di diritto tributario, Parte generale, Torino, 1996, pag. 39.

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