n. 2 RICORSO PER CONFLITTO DI ATTRIBUZIONE 23 novembre 2018 -

Ricorso per conflitto di attribuzione tra i poteri dello Stato nell'interesse della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino, in persona del Procuratore della Repubblica e del Procuratore aggiunto del medesimo ufficio, titolare del procedimento penale n. 2017/3922, rappresentati e difesi giusta delega a margine del presente atto dal prof. avv. Federico Sorrentino ed elettivamente domiciliati presso il suo studio in Roma, Lungotevere delle Navi, n. 30;

Nei confronti: della Commissione bicamerale d'inchiesta sulle attivita' illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati, istituita con legge 7 gennaio 2014, n. 1, in persona del suo Presidente pro tempore;

della Camera dei deputati, in persona del suo Presidente pro tempore;

del Senato, in persona del suo Presidente pro tempore, in relazione: alla deliberazione del 3 maggio 2017 della Commissione bicamerale d'inchiesta sulle attivita' illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati istituita con legge 7 gennaio 2014, n. 1, relativa al mantenimento del regime di segretezza apposto sul verbale contenente l'audizione dinanzi alla Commissione dell'ing. Fortini del 2 agosto 2016;

al non accoglimento dell'istanza di desecretazione inoltrata alla Commissione dalla Procura di Torino in data 23 giugno 2017. Fatto 1. - In data 16 dicembre 2016, veniva depositata presso il Commissariato di P.S. - Palazzo di Giustizia di Roma una querela/denuncia a firma dell'on. Stefano Vignaroli in relazione ad un articolo a firma della giornalista Grazia Longo, pubblicato in data 3 ottobre 2016 sul quotidiano La Stampa, dal titolo «Anche Vignaroli finisce nel mirino per le presunte pressioni su Tronca. Commissione Ecomafie e pm potrebbero ascoltare il deputato». Questo il tenore dell'articolo: «l'inchiesta di Monnezzopoli e' legata sempre piu' a quella di Mafia Capitale, ma anche gravata da ombre di intrighi del M5S sulla gestione dei rifiuti. A partire dal ruolo ancora tutto da chiarire di Stefano Vignaroli, deputato pentastellato, vice presidente della Commissione Ecomafie. E' lui l'uomo ombra dell'assessora all'ambiente Paola Muraro, indagata per reati ambientali e concorso in abuso d'ufficio (...) Nel frattempo rimane aperto il capitolo Vignaroli che insieme alla compagna la senatrice Paola Taverna e' stato lo sponsor della Muraro come assessore. Ha avuto anche lui un rapporto privilegiato con Cerroni (indagato per associazione a delinquere e traffico illecito di rifiuti) C'e' un episodio sul quale occorre far luce. Lo scorso 30 giugno fu proprio Vignaroli fare da garante nell'accordo per assegnare duecento tonnellate di rifiuti in eccedenza (ma entro i limiti gia' autorizzati) all'impianto di Tmb della societa' di Manlio Cerroni e scongiurare in questo modo l'emergenza dei cumuli di spazzatura nella citta' (...) ma non e' escluso che anche la magistratura voglia accertare la rilevanza del ruolo di Vignaroli. Soprattutto alla luce delle dichiarazioni alle Ecomafie di Daniele Fortini... Secondo Fortini l'ex direttore generale Ama Alessandro Filippi non sarebbe stato riconfermato «per le pressioni esercitate sul commissario straordinario Francesco Paolo Tronca da parte di Stefano Vignaroli». Ci sono altri motivi per far fuori l'ingegner Filippi Fu proprio quest'ultimo a ridimensionare la Muraro bloccando l'assegnazione di lavori a societa' esterne senza gara d'appalto. Filippi era troppo «fastidioso» per vedersi rinnovato l'incarico Il presidente delle Ecomafie Alessandro Bratti non ha ricevuto alcuna disponibilita' «dal M5S o da Stefano Vignaroli sull'audizione dello stesso deputato e sulla scelta di altre modalita'» diverse da un'audizione formale». 2. - Nella sua querela-denuncia, l'on. Vignaroli contestava alla giornalista Grazia Longo il reato di diffamazione aggravata di cui all'art. 595, commi 1, 2 e 3, cod. pen., sostenendo che ella aveva, in detto articolo, posto arbitrariamente in relazione l'inchiesta cd. di Monnezzopoli e quella cd. di Mafia Capitale, nonche' addebitato al Movimento Cinque Stelle «ombre di intrighi», da un lato, alludendo alla sua relazione sentimentale con la sen. Paola Taverna ed a loro presunti rapporti con la dott.ssa Paola Muraro (ex assessore all'ambiente del Comune di Roma, della quale l'articolo sottolineava la qualita' di indagata per reati ambientali e concorso in abuso d'ufficio) e, dall'altro, riferendo che - secondo quanto dichiarato dall'ing. Fortini nel corso della sua audizione dinanzi alla Commissione bicamerale d'inchiesta sulle attivita' illecite connesse al ciclo dei rifiuti - l'on. Vignaroli avrebbe fatto pressioni sull'allora Commissario straordinario di Roma Capitale, Prefetto Tronca, per l'allontanamento dell'ex direttore generale dell'AMA, dott. Alessandro Filippi. L'on. Vignaroli contestava alla giornalista Grazia Longa anche il reato di rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio di cui all'art. 326 codice penale, in concorso con soggetto non identificato ex art 110 c.p. Cio' faceva asserendo che di «tale vicenda l'articolista deve aver appreso, violando il segreto preteso dal medesimo Fortini ed apposto alle sue dichiarazioni dal presidente della Bicamerale», sicche' «codesto ufficio inquirente deve accertare come mai nell'articolo compare tale questione, oggetto appunto di tale segretazione, e guarda caso secondo la falsa ricostruzione dei fatti offerta dal Fortini». L'on. Vignaroli contestava quindi sia la violazione del segreto apposto dalla Commissione bicamerale sulle dichiarazioni dell'ing. Fortini, sia la non veridicita' della «ricostruzione dei fatti offerta» da quest'ultimo, allegando alla querela la «dichiarazione resa, nell'ambito di indagini espletate dal difensore del querelante ..., dal generale De Milato, sub commissario con delega ai rifiuti nel commissariamento Tronca, il quale smentisce recisamente che l'onorevole Vignaroli abbia esercitato pressioni per allontanare l'ing. Filippi dal suo ruolo in AMA». 3. - Le doglianze del querelante erano quindi diverse ed involgevano: a) il tenore, ritenuto diffamatorio, dell'articolo di stampa;

b) la diffusione del contenuto di dichiarazioni che - secondo quanto dichiarava lo stesso on. Vignaroli, che e' vice-presidente della Commissione d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti - erano state bensi' rese dall'ing. Fortini in sede di audizione presso la Commissione d'inchiesta, ma con richiesta di secretazione;

c) la non veridicita' di tali dichiarazioni. Conseguentemente, la querela/denuncia era rivolta sia nei confronti della giornalista che aveva firmato l'articolo e del direttore responsabile pro tempore del quotidiano La Stampa (quest'ultimo per il reato di cui all'art. 596-bis codice penale, in relazione all'art. 57 codice penale e all'art. 13 della legge n. 47/1948), sia nei confronti «di tutti coloro che si sono resi responsabili del reato di diffamazione», nonche' di «tutti coloro che si sono resi responsabili del reato di rivelazione del segreto d'ufficio» punito, ai sensi dell'art. 5 della legge n. 1/2014, dall'art. 326 c.p. 4. - Il procedimento veniva trasmesso per competenza alla Procura della Repubblica di Torino, risultando il quotidiano stampato nel circondario del Tribunale di Torino. 5. - In data 28 febbraio 2017, la Procura richiedeva formalmente alla Commissione d'inchiesta copia del verbale contenente l'audizione dell'ing. Fortini del 2 agosto 2016, chiedendo di chiarirle «se, quando e in quali termini tale atto sia...

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