n. 13 ORDINANZA (Atto di promovimento) 17 ottobre 2016 -

IL TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE PER LA LIGURIA (Sezione Seconda) ha pronunciato la presente ordinanza sul ricorso numero di registro generale 193 del 2016, proposto da: Fiorenzo Biagi, rappresentato e difeso dagli avvocati Alberto Carbonaro, Salvatore Azzaro, quest'ultimo anche in proprio con domicilio eletto presso Alberto Carbonaro in Genova, via I. Frugoni, 15/7;

contro Ministero della giustizia, in persona del Ministro pro tempore, rappresentato e difeso per legge dall'Avvocatura dello Stato, domiciliato in Genova, viale Brigate Partigiane n. 2;

per l'ottemperanza al decreto della Corte d'appello di Genova 28.4.2015 n. 271/15 cron. 203, rep.651;

Visti il ricorso e i relativi allegati;

Viste le memorie difensive;

Visti tutti gli atti della causa;

Visto l'atto di costituzione in giudizio di Ministero della Giustizia;

Relatore nella camera di consiglio del giorno 29 settembre 2016 il dott. Roberto Pupilella e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale;

Con decreto n. 651 del 28.4.2015, emesso nell'ambito del procedimento rubricato sub R.G.V.G. n. 271/15, la Corte d'Appello di Genova ha riconosciuto al sig. Fiorenzo Biagi il diritto a ricevere l'equo indennizzo per la durata eccessiva di un processo di cui il medesimo e' stato parte, ai sensi della legge 24/03/2001, n. 89 (c.d. legge Pinto), contestualmente liquidando la relativa somma, oltre alle spese legali distratte in favore dell'avv. Salvatore Azzaro, antistatario. Come risulta dalla certificazione depositata, detto decreto e' passato in giudicato. Notificato il titolo esecutivo in data 8.5.2015, risulta altresi' decorso inutilmente il termine dilatorio di 120 giorni, previsto dall'art. 14 del D. L. 31/12/1996, n. 669 (convertito con modificazioni nella L. 31/12/1996, n. 305) quale condizione di procedibilita' delle azioni di esecuzione forzata nei confronti delle Pubbliche Amministrazioni. Con ricorso ex art. 112, comma 2, lett. c) del D. Lgs. 2/7/2010, n. 104 (giudizio di ottemperanza), notificato in data 29.2.2016 e depositato il successivo 3.3.2016, il sig. Fiorenzo Biagi e l'avv. Salvatore Azzaro hanno quindi adito l'intestato Tribunale Amministrativo Regionale per conseguire l'attuazione del decreto della Corte d'Appello di Genova. I ricorrenti hanno altresi' formulato domanda di nomina di un commissario ad acta, cui affidare il compito di provvedere in sostituzione dell'Amministrazione intimata, in caso di persistenza dell'inadempimento. Si e' costituito in giudizio il Ministero della Giustizia, eccependo l'improcedibilita' del ricorso. In particolare, l'Amministrazione resistente ha evidenziato che il nuovo art. 5-sexies della L. n. 89/2001 (inserito dall'art. 1, comma 777, della legge 28/12/2015, n. 208, c.d. legge di stabilita' per il 2016), con decorrenza dal 1° gennaio 2016 ha introdotto a favore dell'Amministrazione debitrice un termine dilatorio di sei mesi per effettuare il pagamento delle somme liquidate, termine che non decorre prima che il creditore abbia provveduto ad una serie di adempimenti indicati dal comma 1 del medesimo art. 5-sexies. Inoltre, la difesa erariale ha osservato che il comma 7 dell'art. 5-sexies preclude al creditore di proporre ricorso per l'ottemperanza del provvedimento liquidatorio, prima che sia decorso il termine semestrale di cui al sopra citato comma 5. Alla camera di consiglio del 29.9.2016 la causa e' stata trattenuta in decisione. Il collegio dubita della costituzionalita' dell'art. 5-sexies della L. n. 89/2001 (come introdotto dall'art. 1, comma 777, della legge n. 208/2015), per contrasto con gli articoli 3, 24, commi primo e secondo, 111 commi primo e secondo, 113 comma secondo e 117 primo comma della Costituzione. 1. Le disposizioni normative della cui incostituzionalita' si tratta. Le disposizioni normative sospettate di incostituzionalita' sono i commi 1, 4, 5, 7 e 11 dell'art. 5-sexies. Il comma 1 e' cosi' formulato: «Al fine di ricevere il pagamento delle somme liquidate a norma della presente legge, il creditore rilascia all'amministrazione debitrice una dichiarazione, ai sensi degli articoli 46 e 47 del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, attestante la mancata riscossione di somme per il medesimo titolo, l'esercizio di azioni giudiziarie per lo stesso credito, l'ammontare degli importi che l'amministrazione e' ancora tenuta a corrispondere, la modalita' di riscossione prescelta ai sensi del comma 9 del presente articolo, nonche' a trasmettere la documentazione necessaria a norma dei decreti di cui al comma 3». Il comma 4 prevede che «Nel caso di mancata, incompleta o irregolare trasmissione della dichiarazione o della documentazione di cui ai commi precedenti, l'ordine di pagamento non puo' essere emesso». Ai sensi del comma 5, «L'amministrazione effettua il pagamento entro sei mesi dalla data in cui sono integralmente assolti gli obblighi previsti ai commi...

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