Mobbing e nesso causale

AutoreEdvina Ciccarelli
Pagine35-42
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MOBBING
E NESSO CAUSALE
La possibilità di intentare con successo una causa per risarcimen-
to danni causati da mobbing incontra la diff‌icoltà di provare il nesso
causale, ovvero la riconduzione della lesione all’integrità psicof‌isica
del lavoratore a comportamenti perpetrati sul posto di lavoro.
Le problematiche relative alla prova del nesso causale nei casi di
mobbing in una prospettiva di tipo risarcitorio attengono anzitutto
alla individuazione della normativa di riferimento.
La mancanza nel diritto civile di una puntuale def‌inizione del
nesso di causalità e dei suoi presupposti di esistenza ha fondato una
tendenziale “omologazione” della teoria civilistica a quella penalistica
della causalità, con un implicito rinvio alle norme ed ai principi che
regolano l’accertamento del collegamento causale in sede penale,
ossia agli artt. 40 e 41 c.p..
Insuff‌iciente è a riguardo l’art. 2043 c.c. che, descrivendo il rap-
porto tra condotta e danno utilizza l’espressione “cagiona” – presen-
te anche nell’art. 1227 c.c. - e rimanda al concetto di “è causa di”;
di Edvina Ciccarelli

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