Procreazione medicalmente assistita e giurisprudenza: caduta di divieti

AutoreVincenzo Pugliese
Pagine11-38

Page 11

@1. Introduzione

La società è attraversata da processi che superano le frontiere. La tecnoscienza compie opere straordinarie. La biologia è tutta protesa ora a leggere la mappa genica del Dna, ora a studiare i moti dell’animo, ancora nella loro vastissima maggioranza inaccessibili all’introspezione1. Rivolgimenti scientifici e culturali che oltrepassano la contrapposizione tra le due visioni sull’inizio della vita: se la vita cominci al momento della fecondazione oppure si ponga in un momento successivo all’unione dei gameti, in quale preciso istante un agglomerato di cellule si trasformi in un essere ad altissima complessità.

Anche le libertà e i diritti umani hanno conosciuto una rilevante estensione alla luce delle Costituzioni nei diversi Stati, nel solco tracciato dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948 e della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. Ne formano la trama profonda, “una trama che fa emergere libertà e dignità nella duplice dimensione individuale e sociale, legandole indissolubilmente …”.2 Quindi una dignità aliena all’imposizione di valori e visioni del mondo limitativi della libertà.

Le odierne Costituzioni, pur non negando la possibilità di accedere alla verità, ben lontane dalla dittatura del relativismo, si collocano in una visione aperta della verità, affermano la sostenibilità di una posizione dialogica per dirimere i conflitti tra quanti si ritengono portatori di verità diverse, e si volgono a forme, sebbene più deboli, di razionalità procedurale e consensuale. Il politeismo dei valori di weberiana memoria rimane un orizzonte insuperabile e uno strumento di conoscenza indispensabile per le democrazie odierne.3

Lo stesso conflitto, depurato del ricorso alla violenza, portato sul piano dialogico, mediante adeguati strumenti di composizione, è capace di far maturare principi universalistici o almeno soluzioni compromissorie. Tuttavia lo Stato deve ritenere irrilevanti le confessioni religiose in quanto istituzioni e le loro visioni del mondo.4 Ogni volta che si presentano più comportamenti possibili, ispirati a concezioni filosofiche diverse, non può adottarne uno a scapito di altri. Riconoscendo uguali tutte le religioni, deve accontentarsi di soluzioni anche parziali e provvisorie, purché non faziose. La democrazia è il luogo dove ferve il maggior numero di opinioni possibili. L’essere esposti da parte dei cittadini, lungi dal dividere, diviene fattore di coesione sociale. Si realizza così il presupposto politico dell’idea liberale di Stato: un organismo che consente e garantisce la coesistenza e la competizione fra diverse concezioni del mondo.5

Si vive in un’epoca, in cui questioni di diritto e dilemmi etici si richiamano a vicenda. Nuove problematiche investono il campo dei rapporti tra la religione e la politica, ben al di là dell’ottica delle relazioni tra Stato e confessioni religiose.6 D’altronde non stupisce il vivo interesse della istituzione religiosa verso ogni questione, che riguarda il corpo. “Il corpo è da concepire come una delle componenti che danno consistenza alla vita religiosa e non come una semplice realtà illuminata o nobilitata dal religioso ... A seconda dei differenti orizzonti di senso propri di ciascuna cultura, i meccanismi del potere religioso si concretano proprio in interventi sul corpo”.7

È inevitabile, quando gravi interrogativi sorgono intorno a dolorose scelte nella vita, quali la fecondazione artificiale o l’aborto, che le persone si appellino al potere regolativo della norma. Sul fronte opposto a quanti sostengono l’approvazione di qualsiasi legge, anche cattiva, non manca chi teme l’invadenza dello strumento legislativo in ambiti da riservare alla libera determinazione delle persone.8 Allora sul terreno della formulazione legislativa avviene lo scontro tra diversi sistemi di valori. La ricerca della “ragione pubblica” diviene la strada maestra verso la democrazia. Essa è la sfera ideale per una convivenza in società caratterizzate dalla compresenza di plurime visioni del mondo, in quanto attiva procedure deliberative, in vista di ragionevoli accordi tra cittadini quali cittadini, a prescindere dalla loro fede politica o religiosa.9

La legge è legge laica che rifugge dalle verità assolute, per dare spazio alle ragioni degli uomini, si fonda su basi razionali, non su argomenti di fede, aborre la violenza, in quanto include le opinioni della minoranza. Aperta all’ap-Page 12porto di tutti, non è aliena alla verità, purché si traduca in motivazioni pubbliche. È vitale per un ordinamento democratico l’«uscita» nella ragione pubblica, quando le visioni del mondo nel confronto risultano incompatibili. Se però mancano gli argomenti idonei a persuadere, la libertà deve prevalere, quantunque con certi limiti.10

Pertanto alla morale cattolica è più congruo indicare un metodo che argomentare nel merito. “La Chiesa, ancora una volta, deve misurarsi con una della contraddizioni più acute della modernità: quella tra il bisogno irresistibile e irriducibile di libertà e la sua regolazione. Se già questo appare difficile, pensare di imbrigliarlo, quel bisogno di libertà, non sembra proprio possibile”.11

Certamente è da salvare l’autonomia del soggetto nelle scelte fondamentali. Dall’altra non si deve scartare il diffuso timore per lo sviluppo delle biotecnologie nel loro potere manipolatorio del destino umano. La sovranità su di sé e sul proprio corpo comunque resta indiscussa, proprio quando sembra persistere la tragica illusione, quella di credere che “tutto ciò che viene concordato dalla maggioranza sia per definizione giusto”.12 Sorge quindi il quesito: la maggioranza, quando vota le leggi nella opportuna sede parlamentare, fino a che punto può esercitare i suoi poteri sovrani? La sovranità comporta massima discrezionalità? Inoltre, in uno stato democratico, in cui vige la divisione dei poteri, l’attività legislativa è insindacabile da parte del giudice o trova un limite non valicabile nei diritti fondamentali riconosciuti dalla Costituzione?13

Non è irrilevante poi l’attuale momento politico, in cui contro un’opposizione dalle deboli possibilità di controllo si appalesa schiacciante la superiorità del governo sul parlamento, a causa della legge elettorale che premia la coalizione vincente, del sistematico ricorso alla decretazione d’urgenza, della prassi di blocco degli emendamenti.14

Occorre inoltre riformare lo stesso ministero della Giustizia, non certo per abolirlo, bensì per trasformarlo in un moderno ministero della Legislazione, capace di prestare costante attenzione all’evoluzione del sistema giuridico al passo con lo sviluppo della coscienza sociale e la costituzionalizzazione della persona. Senza questo obiettivo prioritario la semplificazione legislativa rischia di ridursi a un’etichetta.

Non è da trascurare che il diritto è strettamente connesso alla politica, anzi rappresenta la formalizzazione delle scelte politiche. Mediante l’esame delle norme giuridiche è dato di misurare in un determinato momento storico il livello qualitativo di valori costituzionali, quali la tutela della libertà e della personalità individuale e il rispetto del principio di uguaglianza. La stessa tenuta della democrazia si rivela con chiarezza in tutti i suoi risvolti.15 Necessita pertanto una regola giuridica flessibile, attenta alla singolarità della vita e rispettosa delle scelte della persona, nelle cui mani è posto il governo della vita.16

Nel medesimo tempo urge che l’amministrazione della giustizia recuperi la funzionalità. La questione capitale sulla efficienza della macchina giudiziaria deve precedere le riforme costituzionali, che riguardano la separazione delle carriere dei magistrati, l’obbligatorietà dell’azione penale, la riforma del Csm.17

Venendo a trattare più da vicino l’argomento proposto, è da notare che la decodifica del Dna ha segnato ormai un punto di non ritorno non solo nella storia della medicina, ma anche nell’epoca dei cosiddetti diritti di quarta generazione, che riguardano tutte le fasi della vita umana, dalla nascita alla morte.18 Con il permetterci di risalire sempre più indietro nei processi di origine e sviluppo della vita e quindi delle malattie, ha trasformato la medicina da arte esclusivamente terapeutica ad arte predittiva. Un enorme salto in avanti. La medicina non solo si propone di salvare la vita umana, ma mira anche a rafforzare e a conservare il più a lungo possibile la libertà dalla malattia e dal dolore. Certo non ci è ancora donato il sogno di una vita senza dolore né la speranza di non ammalarci più, ma la scienza è intervenuta a spostare sempre più in là i confini fra salute e malattia, fra guaribile e non guaribile. Il significato della parola malattia va indicando uno “stato biologico” diverso da quello di oggi.

Le grandi tappe sono note. Per primi i vaccini hanno determinato la scomparsa della peste, vaiolo, colera, tubercolosi, difterite, tetano, poliomielite. Poi grazie agli antibiotici è stata eliminata buona parte delle malattie infettive e ridotta sensibilmente la mortalità infantile. Nel cammino della medicina come terzo fattore è intervenuto il controllo dell’ambiente, non ancora pienamente valorizzato: dall’istituzione di una rete fognaria alla bonifica del suolo, dove si vive e si lavora, alla cura delle sorgenti d’acque fino al controllo degli alimenti. Il quarto traguardo è segnato dalla storia dei trapianti d’organo. Prima del rene, poi del cuore. Un’ulteriore conquista è costituita dalle cellule staminali, cellule totipotenti in grado di reintegrare qualsiasi tipo di tessuto, efficaci nelle terapie contro le malattie cronico-degenerative.

Oggi però la sfida è prevenire la malattia, intervenire prima che essa dispieghi il suo potere devastante, con lo strumento della diagnosi preimpianto. Sono sconfitte le malattie ereditarie e le malformazioni. Nel primo agglomerato di cellule, formato dall’embrione, prima della nascita vengono individuati i geni...

Per continuare a leggere

RICHIEDI UNA PROVA

VLEX uses login cookies to provide you with a better browsing experience. If you click on 'Accept' or continue browsing this site we consider that you accept our cookie policy. ACCEPT