Mediazione e accesso alla giustizia

AutoreGiovanni Armone
Pagine363-368
GIOVANNI ARMONE
MEDIAZIONE E ACCESSO ALLA GIUSTIZIA
1. Il discorso sulla mediazione civile e, più in generale, sugli strumenti di ri-
soluzione alternativa delle controversie incontra solitamente sulla sua strada il
tema dei diritti fondamentali quando si tratta di stabilire se, e a quali condizioni,
tali strumenti siano compatibili con l’accesso alla giustizia e il diritto di difesa, o,
per usare la terminologia della Corte di giustizia e della Carta di Nizza, il diritto
a un ricorso giurisdizionale effettivo.
Se guardiamo alla giurisprudenza della Corte costituzionale e delle corti so-
vranazionali, e anche al recente dibattito sulla legittimità costituzionale del de-
creto legislativo n. 28 del 2010, constatiamo che l’angolo prospettico è sempre
quello di un potenziale conflitto tra ADR e garanzie, innescato da previsioni di
diritto positivo che prevedono forme obbligatorie di conciliazione.
Tale prospettiva affonda le sue radici in quel movimento dottrinale che sotto-
lineava come la crescita delle ADR rischiasse di andare a discapito delle garan-
zie, che solo il giudice e il processo pubblico sarebbero in grado di assicurare1.
Periodicamente riproposti (v. alcuni dei saggi pubblicati in L’altra giustizia, a
cura di V. Varano, Milano, 2007), tali argomenti hanno un loro indubbio fonda-
mento e ci aiutano a non illuderci circa la possibilità di attribuire alla mediazione
capacità risolutive globali, anche se ho l’impressione che la loro maturazione
avvenga a ridosso di ordinamenti giuridici profondamente diversi da quello ita-
liano, nei quali l’attenzione alle garanzie non conosce le nostre esasperazioni.
2. In ogni caso, credo che affrontare il tema della mediazione in prospettiva
solo difensiva, con l’accompagnamento di slogan più o meno suggestivi quali
privatizzazione della giustizia e fuga dalla giurisdizione, sia perlomeno riduttivo.
3. Il presente intervento mira a evidenziare che la mediazione civile e gli
ADR in generale possono anche costituire un fattore di promozione dei diritti
fondamentali.
1 M. FISS, Against settlement, 93, Yale Law Journal, 1984, p. 1073.

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