Massimario di legittimitá

AutoreCasa Editrice La Tribuna
Pagine665-671

    I testi dei documenti qui riprodotti sono desunti dagli Archivi del Centro elettronico di documentazione della Corte di cassazione. I titoli sono stati elaborati dalla redazione.


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@Abuso d'ufficio - Elemento psicologico - Dolo - Dolo intenzionale

In tema di abuso di ufficio, nella formulazione dell'art. 323 c.p. introdotta dalla legge 14 luglio 1997, n. 234, l'uso dell'avverbio «intenzionalmente» per qualificare il dolo ha voluto limitare il sindacato del giudice penale a quelle condotte del pubblico ufficiale dirette, come conseguenza immediatamente perseguita, a procurare un ingiusto vantaggio patrimoniale o ad arrecare un ingiusto danno. Ne deriva che, qualora nello svolgimento della funzione amministrativa il pubblico ufficiale si prefigga di realizzare un interesse pubblico legittimamente affidato all'agente dell'ordinamento, (non un fine privato per quanto lecito, non un fine collettivo, né un fine privato di un ente pubblico e nemmeno un fine politico), pur giungendo alla violazione di legge e realizzando un vantaggio al privato, deve escludersi la sussistenza del reato. (Fattispecie relativa alla condotta del sindaco di un comune sito in zona turistica che aveva rilasciato un certificato di abitabilità e di agibilità di un complesso turistico in violazione delle norme in materia urbanistica e sanitaria che imponevano il previo rilascio di una concessione edlizia in sanatoria, subordinata a nulla osta ambientale, allo scopo di perseguire il fine pubblico di assicurare la stagione turistica del comune che fonda la sua economia esclusivamente sul turismo).

    Cass. pen., sez. VI, 18 dicembre 2002, n. 42839 (ud. 22 novembre 2002), Casuscelli di Tocco A. (C.p., art. 323; c.p., art. 43; L. 14 luglio 1997, n. 234, art. 2). [RV222860]


@Abuso d'ufficio - Elemento soggettivo - Dolo - Dolo intenzionale

In tema di abuso di ufficio, la volontà colpevole può assumere solo la forma del dolo intenzionale e non anche quella del dolo eventuale, giacché l'illecito si configura come reato di evento e l'elemento soggettivo consiste nella coscienza e volontà del pubblico ufficiale o dell'incaricato di pubblico servizio di abusare dei poteri inerenti alle sue funzioni ed il danno altrui o l'ingiusto vantaggio devono essere, alternativamente o congiuntamente, presi di mira dall'agente e non semplicemente cagionati come risultato accessorio della sua condotta.

    Cass. pen., sez. VI, 11 ottobre 2002, n. 34264 (c.c. 20 settembre 2002), P.G. in proc. Cadenzo. (C.p., art. 43; c.p.p., art. 323; L. 16 luglio 1997, n. 234). [RV222751]


@Appello penale - Decisioni in camera di consiglio - Procedimento - Impedimento dell'imputato

Nel giudizio di appello in camera di consiglio, l'udienza deve essere rinviata quando vi è un legittimo impedimento dell'imputato che, sottoposto alla misura dell'obbligo di soggiorno in un comune diverso da quello del luogo di svolgimento del giudizio, abbia manifestato la volontà di comparire e non abbia ottenuto autorizzazione dal giudice competente. Ne consegue che la sentenza pronunciata all'esito dell'udienza - celebrata nonostante l'impedimento dell'imputato a comparire - è viziata dalla nullità prevista dall'art. 178 lett. c) c.p.p., a regime intermedio ex art. 180 dello stesso codice.

    Cass. pen., sez. VI, 4 giugno 2002, n. 21561 (ud. 29 gennaio 2002), Buraglia. (C.p.p., art. 178; c.p.p., art. 180). [RV222742]


@Atti preliminari al dibattimento - Decreto di citazione - Consegna all'interessato da parte dell'ufficiale giudiziario di fotocopia del decreto che dispone il giudizio priva dell'attestazione di conformità all'originaleNullità

In virtù del principio di tassatività della nullità, la consegna all'interessato da parte dell'ufficiale giudiziario di fotocopia del decreto che dispone il giudizio priva dell'attestazione di conformità all'originale ma completa di tutti i requisiti di cui all'art. 429, comma 1, c.p.p. non determina la nullità del decreto.

    Cass. pen., sez. IV, 18 novembre 2002, n. 38501 (ud. 11 settembre 2002), Celeste. (C.p.p., art. 601; c.p.p., art. 429). [RV222787]


@Atti processuali penali - Lingua italiana - Persona offesa straniera - Ricezione di denuncia orale in assenza di interprete

In tema di ricezione di denuncia orale e di successiva ricognizione fotografica della persona offesa di nazionalità straniera, la mancata nomina di un interprete, trattandosi di dichiarazioni e atti compiuti da persona diversa dall'imputato, non è causa di inutilizzabilità né di nullità degli atti medesimi. (In applicazione di tale principio la Corte ha ritenuto legittimamente utilizzabili, a seguito di lettura dibattimentale per sopravvenuta impossibilità di ripetizione, la denuncia della persona offesa e la ricognizione fotografica effettuata da straniera assistita da connazionale, capace di esprimersi in lingua italiana).

    Cass. pen., sez. fer., 18 novembre 2002, n. 38508 (ud. 13 settembre 2002), Albanese. (C.p.p., art. 143; c.p.p., art. 178; c.p.p., art. 512). [RV222795]


@Azione penale - Querela - Dichiarazione e forma - Requisiti

La presentazione alla polizia giudiziaria dell'atto di querela privo di sottoscrizione deve ritenersi equiparata alla presentazione orale della querela stessa, ammessa dall'art. 337, primo comma, c.p.p., e l'atto di ratifica equivale ad una conferma della narrazione dei fatti contenuta nell'atto scritto, sicché la sottoscrizione del verbale di ratifica equivale alla sottoscrizione della querela orale prevista dal secondo comma dell'art. 337 stesso codice.

    Cass. pen., sez. VII, ord. 24 settembre 2002, n. 31646 (c.c. 28 maggio 2002), Capristo. (C.p.p., art. 337). [RV222839]


@Azione penale - Querela - Dichiarazione e forma - Requisiti

La denuncia formalmente presentata per un fatto originariamente qualificato come persegibile d'ufficio e poi ritenuto integrativo, invece, di reato perseguibile a querela, è da considerare idonea ad assumere anche valore di querela, sempre che essa non si limiti alla mera esposizione dei fatti, ma esprima la volontà che, indipendentemente dalla loro apparente qualificazione giuridica, si proceda nei confronti del responsabile. (Fattispecie in tema di estorsione, poi diversamente qualificata come esercizio arbitrario delle proprie ragioni).

    Cass. pen., sez. VI, 26 luglio 2002, n. 28851 (ud. 14 maggio 2002), D'Uggento. (C.p., art. 120; c.p.p., art. 336; c.p.p., art. 337). [RV222745]


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@Bellezze naturali (Protezione delle) - Competenza delle - Province di Trento e Bolzano in materia di tutela del paesaggio - Fattispecie penale di cui all'art. 163 D.L.vo n. 490 del 1999 - Esclusione

Le disposizioni contenute nel piano urbanistico per la Provincia di Trento emanate in attuazione dell'autonomia normativa riconosciuta, in materia di tutela del paesaggio, alle Province di Trento e Bolzano (ex art. 8 dello Statuto speciale per il Trentino-Alto Adige - D.P.R. 31 agosto 1972, n. 670) non spiegano alcuna rilevanza ai fini di escludere la sussistenza del reato ambientale di cui all'art. 163 D.L.vo n. 490 del 1999.

    Cass. pen., sez. III, 5 dicembre 2002, n. 40961 (c.c. 3 ottobre 2002), Chenetti. (D.L.vo 29 ottobre 1999, n. 490, art. 163). [RV222788]


@Calunnia e autocalunnia - Calunnia - Elemento oggettivo - Falsità della denuncia

Il privato che presenti una falsa denuncia di smarrimento di un assegno firmato in bianco e negoziato a favore di una ben individuata persona non risponde del delitto di simulazione di reato, ma bensì del delitto di calunnia in danno del soggetto negoziatore del titolo di credito.

    Cass. pen., sez. VI, 19 novembre 2002, n. 38814 (ud. 25 settembre 2002), Pontonio G. (C.p., art. 367; c.p., art. 368). [RV222859]


@Calunnia e autocalunnia - Calunnia - Elemento oggettivo - Incolpazione implicita

In tema di calunnia, essendo irrilevante, ai fini della consumazione del reato, la circostanza che nella denuncia non sia stato accusato alcun soggetto determinato quando il destinatario dell'accusa sia implicitamente, ma agevolmente individuabile, integra il delitto una falsa denuncia di smarrimento di un assegno, la quale, sebbene non contenga una notizia di reato, preavverte l'autorità che la riceve su possibili reati commessi da chi verrà scoperto a detenerlo. La falsa denuncia costituisce, in tal caso, l'espediente per bloccare la circolazione del titolo e il denunziante è consapevole di simulare una circostanza idonea a far sì che il soggetto, al quale ha trasmesso l'assegno e che in buona fede lo girerà o lo porrà all'incasso, potrà essere perseguito d'ufficio per furto aggravato o per ricettazione e che la simulazione posta in essere non si esaurisce in tracce del reato di appropriazione di cosa smarrita.

    Cass. pen., sez. VI, 8 ottobre 2002, n. 33556 (ud. 24 settembre 2002), Bonafede. (C.p., art. 368). [RV222748]


@Carte di credito - Indebito utilizzo - Transazioni via Internet - Presupposti

Costituisce indebita utilizzazione di carta di credito, ai sensi dell'art. 12 del D.L. 3 maggio 1991 n. 143, convertito con modifiche in L. 5 luglio 1991 n. 197, l'effettuazione attraverso la rete Internet di transazioni, previa immissione dei dati ricognitivi e operativi di una valida carta di credito altrui, acquisiti dall'agente fraudolentemente con il sistema telematico, nulla rilevando che il documento non sia stato nel suo materiale possesso.

    Cass. pen., sez. I, 5 novembre 2002, n. 37115 (ud. 2 ottobre 2002), Debernardi. (D.L. 3 maggio 1991, n. 143, art. 12). [RV222852]


@Corruzione - Istigazione alla corruzione - Promessa di denaro - Tenuità della somma offerta

Per la configurabilità del delitto di istigazione alla corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio non rileva la tenuità della somma di denaro o del valore della cosa offerta al pubblico ufficiale. Le piccole regalie d'uso possono escludere la configurabilità soltanto del reato di corruzione per il compimento di un atto di ufficio, previsto dall'art. 318 c.p...

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